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Quando si parla di grandi pellicole cinematografiche si pensa solitamente ai colossal statunitensi. Che l’industria americana sia la prima al mondo è un fatto comprovato da dati di vendita e da incassi, così come è comprovato però che il suo primato sia sempre più in bilico. Si pensi che in termini meramente quantitativi Hollywood è la terza produttrice di film al mondo, alle spalle dell’industria cinematografica indiana e di quella nigeriana, che sono però ancora ben lontane in termini economici. Diversa invece la situazione cinese: lo stato del Dragone ha un bacino di utenza di 1,4 milioni di persone e una crescita economica che lo rende un mercato appetibile. Non è un caso che molti blockbuster cinematografici statunitensi coinvolgano in qualche modo la Cina: in Sopravvissuto – The Martian l’agenzia spaziale di Pechino viene interessata per l’attuazione del piano di emergenza della Nasa al fine di salvare il proprio astronauta bloccato su Marte, in Transformers 4 – L’Era dell’Estinzione la trama si sviluppa negli Stati Uniti per poi spostarsi nella superpotenza asiatica dove giunge l’apoteosi massima, e ancora il gigante asiatico è in primo piano all’interno di Shark – Il Primo Squalo oppure di The Great Wall.

Con un mercato così appetibile e ghiotto era solo questione di tempo perché le produzioni locali iniziassero a crescere esponenzialmente. Se il cinema di Hong Kong è sempre stato apprezzato come ponte di collegamento tra occidente e oriente, merito dello status socio-politico dell’isola ex colonia britannica, ora è il cinema continentale che vuole fare la voce grossa e dimostrare di non essere secondo a nessuno. Una prova di forza che viene vinta grazie a titoli come L’Eroe dei Due Mondi, un film che mette in campo un budget di tutto rispetto e che si affida a una lavorazione di computer grafica gigantesca e di grande qualità.

John Guan ha stravolto completamente la sua vita per mettersi alla ricerca della figlia Tangerine, scomparsa sei anni prima. La peculiarità del disperato padre di famiglia è la capacità di lanciare oggetti in maniera precisa sapendo calcolare mentalmente traiettorie e tempistiche, tanto da avere le perfette potenzialità per divenire una macchina assassina. Contattato da una donna misteriosa che lavora per il magnate Jay Moore, capo del potente gruppo Aladino, la proposta che gli viene fatta è davvero allettante: per sapere che fine abbia fatto sua figlia e poterla così riabbracciare dovrà uccidere Leon, un giovane scrittore che sta realizzando un romanzo a puntate che racconta tramite internet. Il movente del delitto è presto spiegato: quello che avviene all’interno della narrazione si ripercuote su alcune persone nel mondo reale.

Unendo azione e sentimento, amicizia e lealtà, giustizia e buonismo, fantasy e realtà, l’opera di Lu Yang è capace di incollare lo spettatore al divano per le oltre due ore di film coinvolgendolo in una immersione all’interno di un racconto fantastico che si sviluppa alternandosi ripetutamente tra il mondo moderno e quello chimerico e sviluppando ancora più profondamente quell’idea che è alla base di opere come La Storia Infinita o La Storia Fantastica. La trama solida con i suoi colpi di scena, quel sapore di magia e una computer grafica superlativa rendono L’Eroe dei Due Mondi un film molto interessante, i cui elementi ostativi sono unicamente quei riferimenti a una cultura asiatica in certi momenti non totalmente accessibile all’utente occidentale.

Titolo: L’eroe dei due mondi

Distributore: Blue Swan Entertainment

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