È online su REPUBBLICA.IT (http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/l-amore-e-un-respiro-electro-rock-lexie-starting-from-lungs/193132/192107) il videoclip di “STARTING FROM LUNGS”, singolo estratto dall’omonimo Ep (Safe&Sound/Zimbalam)della band romana LEXIE. La regia del video è stata affidata ai bravissimi Lorenzo Musto ed Erica Terenzi.
In merito al nuovo video, i Lexie hanno detto: “L’idea sostanziale del video era quella di narrare una storia per immagini astratte apparentemente slegate tra loro. Le due protagoniste, in bianco, si muovono sulla scena alla ricerca l’una dell’altra e nonostante possano sembrare distanti, alla fine si ritrovano non nella semplice convivenza ma nella profonda appartenenza: una abita l’altra, una è il respiro dell’altra. Ogni quadro dimostra un conflitto aperto, debole ma incessante, teso verso l’intima risoluzione della coppia”.
In occasione dell’uscita del loro primo EP e del primo videoclip, noi de L’AltraPagina siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere con la band romana, discutendo del loro esordio, di influenze e dei progetti futuri: buona lettura!
Starting From Lungs è il vostro EP d’esordio. Ma prima di parlare di musica raccontateci un po’ come vi siete conosciuti…
Marta: Io e il chitarrista Leonardo ci conoscevamo già da tempo, avevamo alle spalle un progetto insieme, quando poi l’idea dei Lexie ha iniziato a prendere forma è arrivato Valerio, il batterista, a completare la line-up.
Come avete scelto il nome della vostra band, Lexie? Da dove deriva?
Il nome della band è nato nel momento in cui riascoltando le canzoni dell’EP ci siamo accorti di quanto la componente femminile fosse presente, abbiamo quindi pensato che un nome di donna potesse essere calzante e Lexie ci è sembrato subito il più adatto.
La title track e l’EP si intitolano “Starting From Lungs” come avete scelto il titolo del vostro primo lavoro e cosa significa?
L’idea di rinascita è il filo conduttore che lega le nostre canzoni: una rinascita personale e di gruppo. Abbiamo “ricominciato dai polmoni” come un respiro che prende vita.
Nel disco si sente benissimo come siano presenti due anime: quella più rock e quella più elettronica, quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato da un punto di vista musicale? Chi di voi è più rock e chi più elettronico?
Abbiamo background diversi e questo è riscontrabile all’interno dell’EP. È vero che convivono due anime, entrambe appartengono ad ognuno di noi tre. Ci hanno molto influenzato nella composizione di questo disco artisti come Bat For Lashes, London Grammar, Little Dragon e 30 Seconds to Mars.
Avete fatto una scelta coraggiosa puntando molto sull’elettronica, genere che in Italia ha sempre avuto una vita travagliata… cosa ne pensate della scena electro italiana? C’è qualche artista o band che seguite in modo particolare?
No, non seguiamo progetti di artisti italiani (anche se ce ne sono di validi come ad esempio gli M+A) perché ci ispiriamo fondamentalmente ad artisti internazionali.
Marta ha scritto tutti i testi dell’EP: ti sei ispirata a vostre vicende personali per comporli o hai tratto spunto da temi più generici?
Marta: Entrambe. La maggior parte dei testi dell’EP tratta di questioni personali, perché per me è molto importante il coinvolgimento emotivo, allo stesso tempo ci sono testi che però traggono ispirazione da argomenti diversi: “Lights” ad esempio parla di disuguaglianza, ingiustizia e voglia di rivincita ispirata ad alcuni fatti realmente accaduti. “Adele” invece è liberamente tratta dalla visione di un film, “La Vie d’Adèle” di Abdellatif Kechiche.
Ho letto, nelle note all’EP, che Marta ha curato personalmente l’artwork: una foglia con i colori autunnali, per quale motivo hai scelto quest’immagine? Ha qualche legame con il titolo del disco e con le sue canzoni?
Marta: Sì, all’inizio l’idea era di cercare un’immagine che avesse a che fare con l’idea del respiro, quindi una foglia al vento sembrava essere perfetta. Lavorandoci sopra ho notato che la foglia al suo interno ha una trama molto simile a quella che possiedono i polmoni: si sdoppiano e si ramificano. Da qui è nata l’idea di colorare mano a mano la foglia di rosso dal suo interno esattamente come l’aria riempie i polmoni. Si capisce il tutto poi sul retro della copertina dove la trama della foglia sdoppiata va a formare proprio due polmoni.
La traccia che mi ha colpito al primo ascolto è stata Adele, e leggendo le note sull’album ho scoperto che di fatto tratta di un incontro inaspettato, ma chi è Adele? Da dove avete preso il titolo del brano?
L’idea è venuta dalla visione del film “La Vie d’Adèle” di Abdellatif Kechiche: le protagoniste, che poi vivranno una grande storia d’amore, si vedono per la prima volta mentre attraversano la strada, i loro sguardi si incrociano solo un attimo ed entrambe sanno già che la loro vita non sarà più la stessa. Adele è quello sguardo che ti cambia la vita.
“Hide” è, invece, il primo brano, potete raccontarci qualcosa di più su com’è nato questo pezzo?
“Hide” è stato uno dei primi brani che abbiamo scritto e per questo vi siamo particolarmente legati. Racconta della frustrazione di chi si sente incompreso e vaga cercando negl’altri risposte che può trovare solo dentro se stesso. Crediamo che la musica sia riuscita ad esprimere bene il concetto del testo, cosa per noi molto importante.
Ho letto che Lights tratta della rabbia generata dalla diseguaglianze… per scrivere il testo siete partiti da qualche esperienza personale particolare o dalle diseguaglianze in generale?
Marta: sono rimasta molto colpita dalla situazione delle persone omosessuali in Russia. Da qui si è poi generato un pensiero più ampio che abbraccia il concetto di rabbia generata dalla disuguaglianza; purtroppo al giorno d’oggi praticamente in tutto il mondo si vivono situazioni di questo tipo.
Questo è solo un EP… avete in programma di realizzare anche un album a breve?
Stiamo già lavorando su nuovi brani. L’idea è quella di condurre il discorso iniziato con questo primo EP più avanti e poterlo maturare nel corso della stesura del prossimo album.
Sempre a proposito di un album, immaginiamo che un produttore un giorno arrivi in studio e vi dica che potete invitare chi volete a suonare nel vostro album: chi scegliereste?
Marta: Brian Molko
Leonardo: Matthew Bellamy
Valerio: Rob Bourdon
Tra fine 2014 ed inizio 2015 avete tenuto alcuni concerti in locali romani, avete in programma più date magari verso l’estate? Qualche chance per farvi sentire da chi abita lontano dalla Capitale?
Siamo molto contenti di come i concerti ci stiano dando un riscontro positivo, speriamo sempre di far arrivare la nostra musica a più persone possibili. Speriamo presto di girare l’Italia con il tour che promuoverà l’EP.
Durante i vostri concerti Leonardo suona i synth e le tastiere, c’è qualche tastierista a cui ti ispiri o che ammiri in modo particolare?
Leonardo: Sì, durante i concerti mi occupo anche dei synth e campionatori ma è più una necessità di resa live che di ruolo. Io nasco come chitarrista; negli ultimi anni mi sono poi interessato e ho studiato anche altri strumenti come la batteria, il canto o il pianoforte ma in generale ancora non ho un punto di riferimento da citare nell’ambito pianistico.
Sempre a proposito di live: oltre ai 5 brani dell’EP quali sono i pezzi che proponete più spesso dal vivo?
Spesso portiamo due cover di Bat For Lashes a cui siamo molto legati: All Your Gold e Pearl’s Dream.
(Intervista realizzata da Andrea Dasso)
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