(intervista di Andrea Dasso) Recentemente protagonisti nello spazio indie italiano del nostro magazine SPL80, i Fase39 sono l’ultima realtà emersa dal calderone multietnico e musicalmente vivissimo che è l’underground torinese. Ha appena pubblicato un album, Elettroscopia, con un singolo di traino che è un omaggio alla loro città, Torino.
Noi de L’AltraPagina siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con i ragazzi per farci raccontare qualcosa sul loro disco, su Torino e sulla scena indie italiana, buona lettura!
Elettroscopia è il vostro disco d’esordio… ma prima di parlare di musica raccontateci un po’ come vi siete conosciuti…
Il progetto è nato nel 2013, grazie a Valerio il nostro frontman, la formazione attuale è attiva dalla primavera del 2015.
Come avete scelto il nome della vostra band, Fase39? Da dove deriva?
“Fase” è un riferimento alle tematiche principali trattate nei nostri testi ovvero le fasi della vita, “39” era il numero civico della sala in cui si provava quando nacque il progetto.
Il vostro disco d’esordio ha un nome curioso, Elettroscopia, da dove deriva? E cosa significa?
La canzone omonima dell’album dice “…guardarmi dentro con l’Elettroscopia…”, cercavamo una parola che rappresentasse il concept dell’album, non la trovavamo cosi ce la siamo inventata.
Il nome dell’album rimanda alla musica elettronica ma nel vostro album ci sono anche influenze pop e rock, quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato da un punto di vista musicale?
Oltre alle realtà italiane vicine alla nostra musica sicuramente Red Hot Chili Peppers e i grandi cantautori italiani.
Il primo singolo, “Torino Magica”, è dedicato alla vostra città, cosa vi ha spinto a dedicarle un brano? Cosa c’è di magico a Torino?
Difficile da spiegare, è una città multietnica ma divisa in mille quartieri, è una citta di festa ma anche di lavoro, la periferia è cosi diversa dal centro da sembrare un altro mondo. E poi è una città che ispira musica, basta avere uno strumento sulle spalle e passeggiare in centro, qualcuno con cui suonare lo trovi sempre.
Di cosa parlano in generale i pezzi del vostro album d’esordio?
Come abbiamo anticipato prima le nostre canzoni parlano delle fasi della vita, i primi amori, le prime esperienze e poi quelle che si fanno quando sei adulto, sia quelle belle che quelle più difficili.
Ho letto che impostate i vostri concerti come dei grandi dj set, ci potete raccontare qualcosa in più dei vostri energetici live?
Ad ogni concerto ci mettiamo in gioco aggiungendo luci, scenografie, costumi. Cerchiamo di creare l’atmosfera giusta per ogni canzone in modo che chi ascolta possa immedesimarsi.
Sempre a proposito di concerti: oltre ai brani del vostro primo album, quali sono i pezzi che proponete più spesso dal vivo?
Alcune canzoni dei VELVET che hanno seguito la produzione del disco nello studio di Cosecomuni, ci piace molto suonare Femmina di Sarcina e poi qualcosa dei Planet Funk e dei Chemical Brothers.
Dopo l’uscita di album e del primo singolo, cosa state preparando per promuoverlo?
Stiamo suonando come matti con ELETTRO39TOUR, la serie di concerti che porterà ELETTROSCOPIA nelle città italiane.
Frankie hi-nrg mc, Subsonica, Linea77, Perturbazione, Motel Connection e prima ancora Persiana Jones, Statuto… Torino ha dato negli ultimi anni alla musica indie, da “insider” come oggi lo “stato di salute” della musica in città?
E non dimentichiamo che fino a poco tempo fa mezza Italia passava da Torino nello studio di Carlo Rossi, sarebbe stato un sogno poter lavorare con lui! Nell’underground torinese si sente l’ombra dei “big”, quindi tutte le realtà musicali hanno un obiettivo ben definito da raggiungere. A parte questo, c’è tanta bella musica e ce n’è per tutti i gusti e situazioni.
Come vedete la scena della musica indie in Italia? Quanto è difficile per una band come la vostra arrivare al sospirato disco d’esordio?
Molto difficile, serve tanta volontà e bisogna essere consapevoli del fatto che sacrifichi molto alla tua causa. D’altronde la musica è un viaggio lungo…un viaggio bellissimo.
Nonostante siate solo al primo disco, avete già suonato in varie città italiane, secondo voi c’è la giusta attenzione nel circuito dei concerti per le band indie o si è ancora troppo legati al concetto di “quanta gente porti” nel locale e si preferisce dare più spazio a cover band?
Le cover band ti assicurano un pubblico, i contest, grazie al “quanta gente porti”, ti assicurano un pubblico. Noi invece ce la mettiamo tutta per far arrivare bella musica a chi ci ascolta, che sia una sola persona o un milione.
Immaginiamo che, per il prossimo album, un produttore un giorno arrivi in studio e vi dica che potete invitare chi volete a suonare nel vostro album: chi scegliereste?
Probabilmente un musicista che ha portato in Italia le basi del nostro genere, Maurizio Arcieri dei Krisma (dovremmo riesumarlo) o Ruggeri o Garbo…quante cose che si potrebbero imparare!
Domanda che non può mancare per chi è di Torino: Juve o Toro? Come vedete la stagione della vostra squadra?
Come cantano gli Statuto “Il Toro è grande e fa tremar le gambe”!
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