La vita di Furukura, donna sempre più prossima alla soglia dei quarant’anni, si divide tra il piccolo monolocale in cui vive e il konbini, tipologia di negozio solitamente a conduzione familiare e aperto ventiquattr’ore su ventiquattro sette giorni su sette in cui vengono venduti beni di prima necessità, presso cui lavora come commessa.
Di fatto Furukura sarebbe anche contenta di quell’impiego non fosse che deve rapportarsi con una società che a quell’età la vorrebbe sposata con un uomo, madre di famiglia o perlomeno con un’occupazione a tempo indeterminato all’interno di qualche solida azienda.
Furukura è una donna molto particolare. Non è capace di comprendere certi aspetti della natura umana arrivando ad avere reazioni talvolta fuori luogo ed esagerate. Quello di cui avrebbe davvero bisogno sarebbe un piccolo manuale che le spieghi come comportarsi di fronte alle diverse situazioni. Proprio come succede all’interno del konbini, dove ogni gesto è dettagliamente specificato in una normativa comportamentale che sottolinea come accogliere un cliente all’ingresso, come fare l’inchino rituale, come servirlo alla cassa e come salutarlo all’uscita; lo stesso sorriso da avere è descritto minuziosamente. E infatti è per questo che all’interno del negozio si trova a proprio agio: sa esattamente cosa fare in ogni eventualità.
Certo, viene da domandarsi se il Giappone possa considerarsi davvero un paese libero se una donna deve subire pressioni sociali tanto forti per una scelta di vita diversa da quella che è l’abitudine, ma le pressioni che la collettività fa, tramite pensieri, considerazioni e comportamenti, sono un chiaro indirizzamento per la risposta. Lo stesso Shiraha, nuovo assunto al konbini, non riesce a individuare una propria collocazione nella collettività. Tutti i condizionamenti sociali lo vorrebbero occupato in un lavoro stabile e remunerativo che gli permetta di mantenere quella famiglia che l’uomo ancora non ha. Shiraha è dopotutto molto pigro e svogliato, una persona che non riesce neanche a mantenere un semplice impiego di commesso per più di una manciata di settimane.
La ragazza del convenience store è un romanzo dai toni delicati che però affronta un tema molto forte: la rigida struttura sociale che non lascia spazio alla libertà individuale e che preme fortemente su coloro che non riescono a occupare una posizione prevista. Uomini e donne che rischiano di finire isolati, di essere additati come problematici, di non riuscire a inserirsi nei normali meccanismi di un mondo che non è in grado di accettarli.
Lo stile di scrittura di Murata Sayaka è lineare, semplice e coinvolgente, riesce a scivolare velocemente pagina dopo pagina con una leggerezza che si scontra con la difficoltà di un tema che è sempre molto sentito in Giappone, un Giappone in cui i giovani cercano sempre più di ritagliarsi un proprio spazio individuale sottraendosi a un’impostazione tanto rigida e complessa.
Titolo: La ragazza del convenience store
Autore: Murata Sayaka
Editore: e/o Edizioni
La prova di “resilienza” di Seneca tra storia, filosofia e affetti
È in libreria, online e in ebook “Musicarelli – L’Italia degli anni ‘60 nei film musicali”
Shugendo. L’arte del ninja in un libro-gioco dal sapore vintage
Procida: “L’Isola di Elsa” di Silvia Grossi vince la XXXVII edizione del Premio Procida, sezione “Omaggio a Elsa”