(di Giulio Perrotta) La “Buona scuola” targata Renzi è la prova di un delirio privatistico; la finalità sembra ormai palesarsi agli occhi di tutti: demolire la scuola pubblica! Insomma passare dalla “-istruzione” alla “d-istruzione”, aggiungendo la “D” di “democrazia”, simbolo del partito del Premier (PD, partito democratico).
L’ultimo passaggio previsto prima di diventare legge sarà il 7 Luglio alla Camera dei Deputati e già si scatenano le opposizioni, infuocando il clima politico italiano.
Nel dettaglio, la Riforma “Renzi-Gannini” in 14 punti prevede:
1) l’introduzione del concetto di “autonomia scolastica rafforzata”, dove entro il mese di Ottobre antecedente ad ogni triennio, i collegi dei docenti elaboreranno il “Piano triennale dell’autonomia”, sulla base degli indirizzi delineati dal Preside e rendendolo pubblico.
2) il gravame sulle scuole elementari di potenziare gli insegnamenti che riguarderanno l’inglese, la musica e l’educazione motoria, mentre le scuole medie rafforzeranno lo studio delle lingue straniere e dell’educazione ambientale; infine, le scuole superiori dovranno potenziare la lingua straniera e le competenze logico-matematiche, la Storia dell’arte e l’educazione inter-culturale.
3) l’autonomia degli organici, per cui dall’anno scolastico 2016/2017, gli organici degli insegnanti diventano regionali, mentre i docenti di ruolo restano titolari nella scuola di attuale servizio; e per dare gli strumenti adeguati, il Fondo di finanziamento (incrementato di 126 milioni) verrà assegnato alle scuole entro il mese di settembre di ogni anno.
4) la figura del “Super-Preside” all’americana: il preside-sceriffo, difatti, dovrà garantire un’efficace ed efficiente gestione burocratica e didattica. In particolare:
a) valuta i neo immessi in ruolo, sentito il Comitato di valutazione, composto da 3 insegnanti, 1 soggetto esterno e 2 genitori (uno studente e un genitore al superiore), utilizzando i criteri generali stabiliti dal ministero dell’istruzione;
b) premia i docenti migliori sulla base criteri individuati dal Comitato di valutazione e d’accordo con gli organi collegiali individua i percorsi formativi e le iniziative per l’orientamento e la valorizzazione delle eccellenze;
c) sceglie i docenti da assumere dagli albi territoriali, cui conferirà incarichi triennali;
d) nomina fino al 10% di insegnanti come suoi collaboratori;
e) riduce le classi eccessivamente affollate, secondo un criterio discrezionale;
f) assegna le supplenze agli insegnanti dell’organico dell’autonomia fino a 10 giorni.
Tuttavia, ogni 3 anni i Presidi verranno valutati.
5) l’introduzione nel curriculum scolastico di un monte ore che lo studenti può personalizzare, introducendo materie opzionali, in vista dell’università e sfruttando la quota di flessibilità oraria prevista dall’autonomia scolastica, che accorcia la canonica ora di 60 minuti in 55 minuti.
6) l’alternanza scuola-lavoro, per cui lo studente dovrà garantire almeno 400 ore (200 nei licei) di tirocinio nel triennio, senza essere pagati.
7) la gestione delle scuole a enti e onlus, negli orari extra-scolastisti, per attività ricreative, culturali e di formazione;
8) il Piano Straordinario di Assunzione, che prevede l’assunzione di 100 mila assunzioni, tra i vincitori concorso del 2012 e quelli presenti nelle graduatorie provinciali a esaurimento, da effettuare entro il prossimo mese di Settembre; tuttavia, questi ultimi potranno però essere costretti ad accettare una cattedra anche in un’altra regione, tracciando la linea di scelta in base alle preferenze del precario docente su 5 province. Inoltre, la prima fascia delle graduatorie d’istituto, resterà in vigore ma soltanto per chi non è stato assunto e dall’anno 2016/2017 si entrerà nelle liste d’istituto solo se in possesso di abilitazione. Successivamente a questa assunzione “straordinaria”, l’accesso alla cattedra avverrà solo attraverso concorsi pubblici, 1 ogni 3 anni.
9) i benefit per gli insegnanti, consistenti nella fruizione da parte del docente della “Carta dell’Insegnante”, per acquisti inerenti l’aggiornamento (abbonamenti a riviste, libri, spettacoli teatrali,…), per un ammontare massimo di 500,00 euro all’anno in buoni, stanziando un massimo annuale di 40 milioni di euro annui.
10) la Riorganizzazione territoriale, su base territoriale, creando le “reti scolastiche”, che agevoleranno il lavoro tecnico-amministrativo delle segreterie scolastiche, reclutando docenti dall’anno scolastico 2016/2017, secondo le direttive del Preside.
11) la Scuola Digitale, prevedendo l’estensione della banda ultra-larga negli istituti e la nascita del Portale unico dei dati della scuola, che conterrà anche i curricula degli insegnanti.
12) la possibilità per i cittadini di donare alle scuole fino a 100 mila euro all’anno, con agevolazioni fiscali; è anche prevista una detrazione fiscale fino a 400,00 euro all’anno per le famiglie che mandano i figli nelle scuole paritarie.
13) il finanziamento dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica, con 4 miliardi di euro, al fine di costruire nuove scuole, rendere più sicure ed esteticamente più gradevoli (c.d. “Scuole belle”).
14) 9 Deleghe al Governo, riguardo:
a) un nuovo Testo unico per le leggi sulla scuola;
b) il riordino della Formazione iniziale per accedere all’insegnamento;
c) la riforma del sostegno;
d) la revisione dei percorso dell’istruzione professionale;
e) un sistema integrato di istruzione 0-6 anni;
f) rendere efficace il diritto allo studio attraverso la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni;
g) la diffusione e la promozione della cultura umanistica;
h) la revisione normativa per le scuole italiane all’estero e l’adeguamento della normativa sulla certificazione.
In prima linea, il Movimento 5 Stelle si è opposta a questa Riforma in modo netto è deciso, precisando che:
1) si favorisce l’istruzione privata;
2) l’assunzione dei 100.000 precari è solo illusoria, un’assunzione “giuridica”, senza garantire stipendi e posizione professionale effettiva, rischiando di far passare il limite triennale dall’idoneità di vittoria concorsuale;
3) il bonus di 500,00 euro è coperto fino a un massimo di 40 milioni e la somma serve a coprire spese già coperte dalla tessera del docente, pertanto, l’erogazione è fittizia e priva di fondamento;
4) accorciare le ore da 60 minuti a 55 minuti non garantisce un monte ore sufficiente per frequentare altri corsi opzionati dallo studente;
5) le Deleghe al Governo sono la prova che l’intento politico è quello di tagliare i fondi per la scuola;
6) i poteri al Preside sono troppo centralizzati e rischiano di favorire l’amico dell’amico e le solite facce note e “comparaggio scolastico”;
7) la valutazione del docente non può passare per lo studente, il fruitore del servizio.
Sicuramente, la nuova riforma presenta lacune imbarazzanti (l’assenza di una riorganizzazione strutturale della didattica e la riforma dei crediti scolastici) e istituisce figure centraliste di potere che rischiano di favorire il clientelismo e la privatizzazione del settore istruzione (super-preside e bonus fittizi), nonostante trovi sostanzialmente scorretto evitare che lo studente giudici il docente: tutt’al più, si potrebbe immaginare un meccanismo dove il fruitore del servizio scolastico esprime la propria volontà in maniera non vincolante tramite il Consiglio degli Studenti. Inoltre, assumere “giuridicamente” 100 mila persone non vuol dire stabilizzarli! Un conto è donare stabilità e certezza della posizione giuridica, un conto è congelare l’assunzione dichiarandola ma non formalizzandola.
Resteremo comunque a vedere se alla Camera avranno il coraggio e il buon senso di bloccare una riforma che spreca risorse pubbliche importanti, dirottandole su questioni secondarie e di scarsa importanza sociale e politica.
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