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di Stefano Bassi – Il rapporto dell’Associazione Italiana Editori (AIE) per il 2023, presentato il 9 ottobre 2024 alla Frankfurter Buchmesse, ha evidenziato un dato allarmante per il futuro della piccola editoria italiana: a fronte di 85.192 titoli pubblicati, solo 8.700 editori hanno venduto almeno una copia. Questo divario, che non può passare inosservato, solleva una domanda cruciale: come mai tanti libri non riescono a raggiungere i lettori?

Sovrapproduzione e saturazione del mercato

Negli ultimi anni, l’industria del libro ha conosciuto un’espansione notevole in termini di titoli pubblicati. Questa abbondanza di offerta ha certamente il merito di rappresentare una varietà di voci e generi, ma può anche trasformarsi in un limite. Il numero crescente di pubblicazioni ogni anno genera una sovrapproduzione che rende difficile per i piccoli editori distinguersi in un mercato già saturo. Di conseguenza, molti titoli restano invenduti o scarsamente accessibili, e l’impatto economico di questa invisibilità pesa soprattutto sulle realtà indipendenti, che non hanno le risorse per sostenere ampie campagne di promozione.

Barriere alla distribuzione e oligopolio dei grandi gruppi

Uno dei problemi più significativi per la piccola editoria è l’accesso limitato ai canali di distribuzione principali. In un sistema dominato da pochi grandi gruppi editoriali, che possiedono spesso anche le catene librarie e i principali canali di distribuzione, gli editori indipendenti faticano a ottenere visibilità sugli scaffali delle librerie e sulle piattaforme online. Questo oligopolio editoriale non solo limita le vendite dei piccoli editori, ma riduce anche la diversità culturale e letteraria disponibile al pubblico, favorendo la promozione di una selezione di titoli che premia quasi esclusivamente i bestseller delle case editrici maggiori.

Polarizzazione della promozione e asimmetria nei budget pubblicitari

La disparità nei budget pubblicitari tra piccoli e grandi editori contribuisce a consolidare un circolo vizioso di marginalizzazione per la piccola editoria. I grandi gruppi possono permettersi campagne promozionali diffuse su molteplici canali, dai media tradizionali ai social network, che garantiscono una visibilità capillare. Gli editori indipendenti, invece, sono spesso costretti a strategie promozionali limitate che non riescono a raggiungere un pubblico ampio. Questa asimmetria promozionale rende i titoli indipendenti meno accessibili e conosciuti, riducendo ulteriormente le loro chance di vendita e il loro impatto culturale.

Il ruolo dei lettori e il disallineamento con l’offerta

La crescente preferenza dei lettori italiani per i titoli di catalogo, che nel 2023 hanno rappresentato il 65% della spesa complessiva, evidenzia anche un cambiamento nelle abitudini di lettura. I lettori sono sempre più interessati a titoli già consolidati piuttosto che alle novità. Questo fenomeno, pur positivo per il valore della tradizione editoriale, può diventare un ostacolo per gli editori più piccoli, che pubblicano spesso opere di autori emergenti o di nicchia. Senza un supporto promozionale adeguato, le novità rischiano di perdersi nel vasto panorama editoriale, non riuscendo a intercettare i potenziali lettori.

Possibili soluzioni e prospettive di crescita

Per contrastare queste difficoltà, sono necessarie iniziative concrete che promuovano la sostenibilità della piccola editoria. Il sostegno pubblico, come i fondi per la promozione e la distribuzione dei titoli indipendenti, potrebbe rappresentare una via di rilancio. Inoltre, misure che incentivino la distribuzione locale e la presenza dei piccoli editori nelle librerie indipendenti sarebbero essenziali per garantire un’alternativa al monopolio dei grandi gruppi.

Un’altra possibile strada è la valorizzazione della promozione digitale, sfruttando il potenziale di community online e delle tendenze come BookTok e il passaparola sui social, che già hanno dimostrato di poter influenzare positivamente le vendite di titoli indipendenti. Creare sinergie tra editori piccoli e community di lettori online può contribuire a costruire un pubblico nuovo e fedele per opere meno note.

Concludendo, la crisi della piccola editoria italiana è complessa e stratificata, ma affrontarla è essenziale per preservare la ricchezza culturale del nostro paese. Un panorama editoriale diversificato non è solo una questione economica, ma una necessità culturale. Affinché la piccola editoria possa prosperare, è cruciale favorire un sistema che renda accessibile la lettura in tutte le sue forme, promuovendo un mercato editoriale più inclusivo e sostenibile, dove ogni editore, grande o piccolo, abbia la possibilità di far arrivare le proprie storie ai lettori.

Stefano Bassi

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