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BEDROCAN_n(di Sara Passante) Nel nostro Paese è la Toscana ad essere all’avanguardia nell’uso della cannabis terapeutica.

La prima coltivazione ufficiale di cannabis è da qualche mese prerogativa dello Stabilimento Farmaceutico militare di Firenze.

Un centinaio di piante di cannabis continueranno ad essere coltivate con lo scopo di servire la società civile a scopi terapeutici.

Il Generale Giocondo Santoni è direttore della nuova unità produttiva.

Già dal 2007 gli italiani affetti da diverse patologie possono utilizzare questa pianta per uso personale e ovviamente in maniera del tutto legale. Fino ad oggi però questo poteva avvenire grazie all’importazione della pianta dall’Olanda, ed ovviamente ciò comportava una spesa esosa per i pazienti, circa 260 euro al mese per una terapia con dosi medie. La produzione nazionale invece porterebbe ad una diminuzione di questi costi.

Paolo Poli, direttore del reparto di terapia del dolore dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, dove cura 800 pazienti con la cannabis, parla delle difficoltà che vi sono per l’applicazione della legge del 2012 che, in Toscana, garantisce l’uso della canapa per usi terapeutici.

Poli afferma: “Primo, alcune patologie sono escluse dalla legge, penso alla fibromialgia. Secondo: molti dottori si rifiutano di prescriverla. Terzo: manca la materia prima, bisogna produrre di più e farlo in Italia, basta con l’importazione”.

E ancora continua: “ Qui siamo gli unici o i primi a fare un lavoro di questa grandezza col farmaco, per vederne gli effetti. Finora tutti gli studi erano stati fatti con cannabis da strada, di cui non si conosce l’origine, né la quantità di principi attivi. Li curiamo tre mesi con i cannabinodi, che costano 80 euro al mese, li pagano loro, penso che tutti possano permetterselo. Poi dopo il terzo mese, se è il caso, proponiamo un piano terapeutico e in quel caso i costi del farmaco sono sostenuti dal sistema sanitario”.

La SARCA è la prima società scientifica di ricerca sulla cannabis, fondata da Paolo Poli e di cui ne è presidente. E’ una società interamente scientifica, di cui fanno parte medici, avvocati, farmacisti, biologi. Questi ultimi sono guidati dal “guru” della cannabis terapeutica del Cra- Cin di Rovigo, il professor Gianpaolo Grassi, e dal professor Roberto Barale dell’Università di Pisa, esperto di genetica umana, il quale esaminerà le risposte dei pazienti in base alla genetica. Questi esperti sostengono che la cannabis non sia una droga ma un farmaco e lo confermerebbe anche il fatto che tutti i medici possono prescriverne la preparazione come ricorda la delibera attuativa del 10 Novembre 2014.

Oggi in Toscana con la cannabis terapeutica si curano diverse patologie come la Sla, dolori tumorali, alcune neuropatie, stimolazione dell’appetito nei pazienti affetti da AIDS, ma Poli si sta battendo per estendere l’uso della cannabis per la cura di forme di dolore refrattario dell’apparato reumatologico, per il morbo di Crohn, per l’asma bronchiale, glaucoma, ansia ed anoressia, e per forme di epilessia resistenti ai farmaci.

La Regione si farà carico delle sperimentazioni cliniche necessarie e attiverà un monitoraggio dell’uso clinico della cannabis in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità. Dopo la Toscana anche la Liguria, e successivamente il Veneto, ha approvato una norma sulla distribuzione di farmaci a base di cannabis per scopi terapeutici. Nella speranza che queste regioni siano solo “l’apri fila” di una lunga lista.

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