Enrico Ruggeri ha affiancato sin dalla fine degli anni ’80 la carriera di scrittore a quella (principale) di musicista alterando sempre con risultati più che soddisfacenti racconti, poesie, saggi, romanzi… e ancora una volta con il nuovo romanzo (il suo terzo) La Brutta Estate ha fatto centro, offrendo ai suoi lettori, un libro coinvolgente, che tiene incollati pagina dopo pagina per vedere che cosa succederà nella successiva, quali saranno gli sviluppi.
La vicenda è ambientata a Milano a fine giugno, con Marco Taviani, giornalista sportivo, che di certo non si aspetta di ricevere una mattina la visita di tre poliziotti in ufficio. E ancora meno si aspetta che i poliziotti lo portino a casa di sua zia Elvira, la sua unica parente, una vecchia signora solitaria. Una vecchia signora solitaria che è stata appena assassinata. La scoperta segna un punto di non ritorno nell’esistenza di Marco…
Partendo da quest’episodio, Marco troverà la forza di mettere ordine nella sua vita e allo stesso tempo di prendere decisioni che, forse, altrimenti, non avrebbe mai preso, riuscendo nel contempo a contribuire alle indagini sulla morte della parente. Ruggeri, attraverso la descrizione dei vari vicini di casa che abitavano lo stesso condominio della donna uccisa, offre uno spaccato dell’umanità di oggi, molto basata sulle apparenze, sulla facciata di vita normale che in realtà nasconde drammi e segreti (droga, gioco d’azzardo, solitudine, esistenze segnate da fallimenti). Vite e drammi che faranno da sfondo alle indagini fino all’imprevedibile finale, celato con maestria dallo scrittore fino all’ultima pagina.
Con questo nuovo romanzo, Ruggeri propone un noir caratterizzato da un’ottima ed efficace ambientazione milanese, velato di malinconia e una sorta di meditazione sulle scelte che nella vita si rivelano determinanti quasi senza che ce ne accorgiamo, come già si capisce sin dalle prime righe del libro che non a caso sono “Le giornate tremende o meravigliose, quelle che ti cambieranno la vita e lasceranno un segno indelebile, cominciano come tutte le altre.”
Dopo averci raccontato come sarebbe stata la sua vita se non fosse diventato un musicista di successo (Che Giorno Sarà) e avere scritto un giallo molto introspettivo (Non Si Può Morire La Notte Di Natale in cui affrontava il tema del fallimento personale), Enrico Ruggeri riesce con il suo terzo romanzo a proporre un noir in cui offre sia il lato introspettivo del protagonista, sia una storia ben scritta e coinvolgente, sia uno spaccato della società odierna inserendo all’interno del romanzo quasi una versione 2.0 di Piccoli Mostri, l’antologia di racconti che pubblicò nel 2000. Infatti come in Piccoli Mostri i protagonisti erano emblemi dell’Italia dello spettacolo a tutti i costi, del ridicolo e del paradosso sociale, dei sentimenti umiliati, dello sbando morale, qui i comprimari della vicenda sono tutti insospettabili ma con i vizi del nostro tempo chiusi nell’armadio che poi non sono molto diversi di quelli di 15 anni fa (matrimoni in crisi senza un vero perché, l’ostentazione di una ricchezza ormai lontana ma ricercata a tutti i costi, il non accettare il passare del tempo, il gioco d’azzardo, la solitudine nel periodo del villaggio globale).
Un romanzo coinvolgente ed intrigante che dimostra come la capacità introspettiva e di scrittura dell’autore lombardo.
Andrea Dasso.
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