Realtà e fantasia …
L’influenza dell’una sull’altra e viceversa.
Il viaggio che avevamo iniziato con Joker un po’ di anni fa arriva a concludersi con questa seconda parte, portando nuovi spunti nella storia e nella struttura del film stesso. Un film che è combattuto, difficilmente riuscirà ad eguagliare il suo predecessore anche perché si propone come un progetto differente fin dal suo inizio. Todd Phillips ci aveva dimostrato il suo estro registico ed artistico con il primo film e questa volta fa qualcosa controcorrente, spiazza.
Letteralmente.
Il primo Joker è diventato iconico? Io allora lo “demolisco” , riprendo le redini e vi spiazzo proponendo un altro film sembra dirci il regista, un film con un altro genere, quello del musical che da sempre ha i suoi sostenitori e i suoi haters.
E che volto utilizzare al meglio se non quello di Lady Gaga? Un’icona in ambito musicale e ormai da qualche anno volto noto anche al cinema, basti pensare a “A star is born”, presentato tra l’altro sempre qui al festival del cinema di Venezia oppure anche ad “House of Gucci”.
Il connubio Phoenix-Gaga non dispiace, si riescono a “sposare” bene assieme, portando due tipi di follie differenti e arrivando a toccare tematiche universali, la più centrale è il discorso della maschera. Joker e Arthur Fleck non possono essere un’unica entità, devono essere scissi anche se coesistono in un corpo unico, ma tolto il Joker, la parte folle, alla fine cosa resta di Arthur Fleck? Un uomo e purtroppo neppure troppo interessante ma anzi facile alle critiche e agli attacchi. Lee (Lady Gaga) è affascinata da questa figura e se ne innamora perdutamente diventando disposta a tutto pur di seguire e sostenere il suo beniamino, arrivando persino ad atti estremi (non vi dico cosa, perché altrimenti andiamo nello spoiler).
Il dilemma di Arthur è quello dell’identità, essere sè stessi o essere quello che gli altri vogliono? Arrivano fino alla questione primordiale dell’identità: Io chi sono?
Joaquin Phoenix riesce ancora a incarnare alla perfezione il suo personaggio portandolo in un altro livello, mentre Lady Gaga lo affianca con delicatezza in alcuni momenti e con furore e prepotenza in altri.
Si canta e si balla, e si pensa. Si esce dalla sala un po’ storditi, perché spiazzati. Se il primo capitolo era stato un viaggio nella vita e nell’origine del personaggio questo secondo capitolo, un po’ più claustrofobico perché giocato su molti meno luoghi, ci conduce a vedere un altro lato del personaggio che non esplode ma implode su sé stesso, un po’ come il sommergibile Titan.
VOTO: 8
(ma voglio rivederlo in sala in Ottobre per confermarvi questa mia valutazione)
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