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Era il 1981 quando venne distribuito nelle sale cinematografiche il primo film incentrato sulla figura di Indiana Jones. Noto archeologo pronto a lanciarsi all’avventura e nell’azione con l’intento di scoprire antichi tesori e risolvere complessi misteri attraverso enigmi complessi, il carismatico protagonista era anche un inarrestabile ostacolo per ladri e malintenzionati. Il successo fu tale che nel giro di neanche dieci anni venne realizzata una intera trilogia: I predatori dell’arca perduta, Indiana Jones e il tempio maledetto, Indiana Jones e l’ultima crociata. Poi per quasi vent’anni la serie non andò più avanti, dando idea che il ciclo narrativo fosse ormai concluso e l’archeologo, anche complice l’avanzare dell’età dell’attore Harrison Ford, avesse appeso la frusta al muro, almeno fino a quando nel 2008 venne realizzato il quarto capitolo, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, a cui seguì nel 2023 Indiana Jones e il quadrante del destino. In quest’ultimo la regia passò per la prima volta da Steven Spielberg a James Mangold.

Il franchise di un titolo così forte, divenuto icona popolare, fu tale che ispirò tutta una serie di produzioni realizzate per altri media, come romanzi, serie televisive e videogiochi. Dopo il primo Raiders of the lost ark del 1982, molti altri capitoli videoludici vennero aggiunti alla saga, permettendo ai fan di immedesimarsi nel protagonista per affrontare l’avventura armati dell’iconica frusta. Il fascino dell’opera portò a sviluppare altri progetti analoghi: la serie televisiva Relic Hunter o saghe rivolte ai giocatori come Tomb Raider, nato nel 1996 e incentrato sulla figura di Lara Croft, o Uncharted, del 2007 e con protagonista Nathan Drake.

Bethesda, casa editrice che ha lavorato a titoli come The elder scrolls o Fallout, ha messo mano a Indiana Jones e l’antico cerchio, videogioco che non solo riproduce bene le atmosfere e le sensazioni del brand creato da George Lucas, specie quelle relative alla trilogia iniziale, ma anche inserendo gli eventi narrati all’interno di una trama che risulta assolutamente coerente con l’universo narrativo.

I personaggi principali sono ben sviluppati ma una nota di merito va all’antagonista, sfaccettato e articolato come non capita spesso. Il game design e la trama sono di alto livello, così come ben realizzate sono le missioni principali, quelle secondarie e la gestione dei collezionabili, utili ad approfondire la storia e dando modo anche di incrementare le proprie abilità spendendo i relativi punti così da aumentare bonus passivi o attivi.

Gli enigmi presenti nel videogioco sono eccellenti: quelli obbligatori non sono troppo complessi mentre quelli opzionali richiedono maggior attenzione e analisi, risultando un elemento centrale dell’avventura che hanno ricevuto grande cura anche nella varietà offerta.

Indiana Jones e l’antico cerchio è un gioco di avventura e di azione che premia le dinamiche stealth, favorendole al combattimento diretto, specie quello a fuoco, dando spazio a movimenti silenziosi e celati e al combattimento a mani nude o con oggetti contundenti, talvolta improvvisati. Positiva l’idea di inserire alcuni travestimenti che, una volta trovati, permettono di muoversi con maggior libertà nella mappa, esplorando con maggior semplicità tutti gli ambienti a disposizione.

I requisiti di sistema del gioco Bethesda sono abbastanza alti, richiedendo una buona macchina per poterlo giocare. Una grande nota di merito spetta alla colonna sonora, eccezionale e capace di adattarsi alle situazioni come fosse un abito realizzato su misura da un sarto esperto, e un doppiaggio italiano curato nei minimi dettagli, che rende godibile il gioco anche a chi non ha dimestichezza con l’inglese, senza rovinare l’esperienza con un lavoro approssimativo o frettoloso.

Titolo: Indiana Jonese e l’antico cerchio

Distributore: Bethesda

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