“L’intervento del Ministro Balduzzi a Taranto è una ulteriore conferma della validità del lavoro svolto dalla Regione Puglia in questi anni in relazione al tema salute in terra ionica. A partire dalla legge antidiossina del 2008, proseguendo con la legge sul Benzo(a)Pirene del 2011, approvata a seguito del cosiddetto decreto salva Ilva dell’agosto 2010, passando per il piano contenente le prime misure per la qualità dell’aria del quartiere Tamburi, fino all’approvazione della legge sulla valutazione del danno sanitario.

Proprio su quest’ultimo aspetto, in fase di istruttoria per il riesame dell’Aia, la Regione ha ritenuto di introdurre il rivoluzionario concetto sulla base del quale non si può concedere alcuna autorizzazione ambientale senza prenderne in considerazione le ricadute in termini di danno sanitario”. Così l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro sui dati diffusi dal Ministro Balduzzi. “Tra le prescrizioni proposte in sede di conferenza di servizi proprio la Regione ha voluto che si inserisse l’obbligo di riesaminare l’Autorizzazione Integrata Ambientale sulla scorta di eventuali criticità emerse dalla relazione sulla valutazione del danno sanitario. Come più volte abbiamo affermato – prosegue Nicastro – l’Aia non è un macigno ma uno strumento volutamente flessibile che dovrà essere aggiornato in virtù di ogni nuovo elemento di scienza opportunamente validato. La assoluta novità sul piano normativo introdotta dalla Regione Puglia con l’approvazione della legge sulla Valutazione del danno sanitario e del suo regolamento consiste, come rilevato anche dal Ministro Balduzzi, nell’avere, primi in Italia, individuato un percorso di ‘garanzia’ grazie al quale il principio di precauzione diventa strumento condizionante degli esiti dei procedimenti che si concludono con il rilascio dell’Aia”. “Ho in più occasioni parlato di rivoluzione copernicana: mettere al centro del sistema – conclude Nicastro – la salute dei cittadini e non più il concetto ‘di fabbrica fordista’, vuol dire subordinare l’autorizzazione all’esercizio di un impianto a forte impatto ambientale alla piena tutela dei ‘beni comuni’ ambiente e salute. La Regione, va sottolineato, ha provveduto recentemente ad implementare i servizi sanitari e di controllo ambientale, ad esempio, con il recente piano salute e ambiente e disponendo l’utilizzo di 8mln di euro per far fronte alle criticità emerse nell’area di Taranto. Ci aspettiamo ora che anche il governo nazionale faccia la sua parte andando oltre le indicazioni e le osservazioni fornite in conferenza di servizi ministeriale e garantendo la copertura economica necessaria”.

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