Alcuni amici giapponesi che conosco l’avevano già visto a Luglio quando aveva fatto il suo debutto nelle sale nipponiche e me ne avevano parlato in modo a dir poco entusiasta ed estasiati , ma oggi la nuova pellicola targata “Studio Ghibli”si conferma ulteriormente come fuoriclasse trionfando anche ai Golden Globes nella categoria miglior film d’animazione; di fianco a sé aveva rivali come “Spiderman – across the SpiderVerse” , “Wish” , “Super Mario Bros” e “Suzume” di un altro gigante del film d’animazione giapponese ovvero Makoto Shinkai.
Sono stata a vederlo Venerdì 5 Gennaio in un multisala The Space (dove fino ad esaurimento scorte omaggiavano gli spettatori di un bellissimo poster in edizione limitata con la locandina del film in lingua originale), e la sala era totalmente sold out così come le altre proiezioni della pellicola per quella giornata.
La storia è onirica e realistica come solo Miyazaki e lo studio Ghibli sanno fare. Il protagonista di questo “racconto” è Mahito, un ragazzino che ha da poco perso la madre in un tragico incendio avvenuto a Tokyo. Siamo nel 1943, la guerra imperversa e Mahito si troverà a seguire il padre dalla zia Natsuko, sorella minore della madre e nuova amata del padre. Natsuko vuole essere considerata come la “nuova” madre di Mahito e gli comunica di essere in dolce attesa, presto Mahito avrà un nuovo fratello. Il ragazzino fatica ad abituarsi alla nuova vita, ma nella nuova abitazione scopre una torre molto strana che funge da portale verso un’altra dimensione, Mahito ci viene spinto all’interno da uno strano animale, un airone cenerino parlante che lo guida in questo mondo onirico e misterioso.
Vi sono tante tematiche all’interno di questa pellicola, primeggia la tematica del lutto e della perdita, Mahito pensa tantissimo alla sua amata madre e fatica a riconoscere nella zia una nuova figura in grado di sostituirla, il suo viaggio nell’altro mondo è guidato dalla ricerca e dalla speranza di ritrovare qualcosa che sente di aver perduto dopo la dipartita della madre. Si tratta del “viaggio dell’eroe” dove il protagonista ne uscirà inevitabilmente cambiato, in meglio, pronto a tornare al mondo “reale” con una consapevolezza maggiore.
La pellicola ha una durata di poco più di due ore, ma che quasi non si sentono visto che la storia tiene agganciati in ogni momento, le musiche sono delicate e classiche, oserei dire proprio da studio Ghibli. Ho apprezzato moltissimo il lavoro sul sonoro, sui vari rumori e nel come i pesi ed i liquidi vengono raffigurati nelle animazioni. In conclusione, un film che vi consiglio di cuore, immancabile se siete appassionati dello studio Ghibli. Ne uscirete cambiati come Mahito alla fine del suo viaggio.
VOTO: 10
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