(di Giulio Perrotta) Lo scorso 6 novembre, alla GAM di Torino, si è svolto il convegno “I falsi testamenti”, organizzato da Uno Editori, con Mauro Biglino, Laura Fezia e Mirella Santamato. Abbiamo chiesto a Laura Fezia che legame c’è tra falsi testamenti e apparizioni mariane, oggetto del suo ultimo libro.
Buongiorno Laura. Le cosiddette “apparizioni mariane” rappresentano un “grande imbroglio”, come anticipato nel titolo del mio libro e questo “grande imbroglio”, uno dei tanti della Chiesa cattolica, ha una doppia chiave di lettura.
La prima e più immediata riguarda le molte presunte apparizioni mariane in sé, la maggior parte delle quali, soprattutto tra quelle recenti, sono delle plateali truffe molto ben orchestrate… un nome per tutti: Medjugorje, che è una sorta di spettacolo circense di infimo ordine, ma ne esistono molti altri in Italia e nel mondo. Teniamo conto che questi raccapriccianti Grand Guignol riguardano tutti i continenti, dall’America (soprattutto del centro-sud) al Giappone. L’unico nel quale, per il momento, non si ha notizia di una mariofania è l’Oceania… ma sono certa che presto qualcuno rimedierà a questa lacuna… Sono perfino riusciti a fare “apparire” una madonna in Cina, la madonna di Dong Lu, nel 1900… figuriamoci se qualche aborigeno australiano, prima o poi, non verrà convinto a convertirsi e a dichiarare di avere avuto una visione…
All’origine di questo ignobile calderone, però, c’è un altro imbroglio, molto più sottile, molto ben nascosto agli occhi dei fedeli, che riguarda proprio la figura che sarebbe la protagonista di tutte queste presunte manifestazioni…. ossia la Madonna celebrata da santaromanachiesa.
Ecco… questa figura non esiste in nessuna parte del Vecchio e nemmeno del Nuovo Testamento… intendo dire che non esiste così come ce la presenta la religione cattolica.
La Chiesa, però, afferma che Nel Vecchio Testamento esiste una profezia che parla già di questa figura in relazione alla venuta del Messia…
Certo: si tratta di Isaia 7,14, dove il profeta dice al re Acaz: «Ecco, la vergine concepirà partorirà un figlio…», ma nello scorso mese di settembre la Conferenza episcopale tedesca (che è un organismo ufficiale delle Chiesa, uguale alla nostra C.E.I.) ha smontato questo cardine, presentando una nuova versione della Bibbia che dal 2017 sarà adottata in tutta l’area di lingua tedesca, nella quale è stata eseguita la traduzione di ciò che c’è effettivamente scritto nel testo ebraico, cancellando, cioè, l’interpretazione e gli aggiustamenti fatti in passato per forzare la continuità tra Vecchio e Nuovo Testamento. Così in questa nuova versione, in Isaia 7,14 si legge:« La vergine ha concepito e partorisce un figlio…», ossia l’azione è ORA, non in un lontano futuro e si riferisce alla moglie di Acaz; in una nota, inoltre, viene precisato che la traduzione corretta sarebbe, in realtà: «La giovane donna è incinta», spazzando via vergini, concepimento e parto. Tutto ciò fa crollare le fondamenta del castello, ma per il momento la Santa Sede non si è espressa, anche se (o proprio perché…) questo annuncio arriva da un suo organismo ufficiale, come se si trattasse della C.E.I. del cardinale Bagnasco, del quale mi sarebbe piaciuto vedere la faccia quando ha appreso la notizia!
Dunque la madonna non è menzionata nel Vecchio Testamento, ma rimane nei vangeli: quindi?
Certo: nei vangeli (che in questo momento faccio finta di prendere per buoni in senso cattolico!) c’è la madre di Gesù. Ma come viene raffigurata? Come una donna del suo tempo, che compare sempre come un personaggio di sfondo, trattata dal suo stesso figlio con il distacco (e a volte perfino con l’arroganza) che la cultura cui apparteneva riservava alle donne in generale. Esaurito il ruolo di veicolo per far nascere il Salvatore – unico momento in cui è sottomessa protagonista – viene di nuovo relegata tra le comparse.
Come nasce, allora, la devozione mariana?
Nel IV/V secolo la neonata Chiesa cristiana si trova a dover sbaragliare la concorrenza delle molte altre religioni cui Costantino aveva concesso libertà di culto e inizia a sovrascrivere le proprie figure sacre agli déi pagani, ma si accorge che non ha personaggi femminili con i quali sostituire la Dea Madre, il cui culto era molto diffuso e straordinariamente forte. Deve, perciò, inventarsene uno e, scartata Maria Maddalena, che era già stata marchiata con la lettera scarlatta e non era recuperabile, decide di far diventare “divina” Maria di Nazareth. Ci pensa il Concilio di Efeso, nel 431, che la dichiara “Madre di Dio” e di lì ha origine tutta la dogmatica mariana: su di un personaggio costruito a tavolino. Quindi sarebbe questo personaggio di pura fantasia ad apparire qua e là… usando, oltretutto, un linguaggio da catechista alle prime armi e non certo all’altezza di quella che la Chiesa, nelle litanie lauretane, chiama Sedes sapientiae…
Le chiese dedicate alla Madonna erano quindi templi pagani?
Quelle antiche, certamente: i vari vescovi sparsi sul territorio hanno abbattuto con furore i precedenti templi e costruito le chiese. Hanno dovuto fare poca fatica per ciò che riguarda le immagini: Maria con Gesù era facilmente sovrapponibile a Iside che tiene in braccio il divino figlio Horus… Se solo i devoti sapessero che in moltissimi casi vanno a inginocchiarsi e a chiedere grazie a Iside…!
Il discorso è interessante e merita di essere continuato, ma ora mi piacerebbe parlare di un argomento che periodicamente occupa la cronaca: le apparizioni di Medjugorje. Perché la Chiesa esita a pronunciarsi in un senso o nell’altro?
Medjugorje è, insieme a Fatima, una sorta di “madre di tutte le fiction”, uno dei più spudorati esempi di truffa ai danni dei credenti, dove non si conserva nemmeno un po’ della decenza usata in altri luoghi mariani, come, per esempio, a Lourdes. I pellegrini che vanno là attirati da un’abilissima campagna pubblicitaria, sanno quando è incominciato tutto il teatrino? Ritengono che abbia avuto inizio il 24 giugno 1981, quando sei ragazzini (sui quali ci sarebbe molto da dire!) hanno affermato di avere “visto la Madonna” sull’ormai famigerata collina, mentre invece l’origine della tresca è datata 1965 e nasce da un braccio di ferro tra i frati minori dell’Erzegovina e la Congregazione De Propaganda Fide… nel mio libro c’è tutta la storia, che vale la pena leggere! Perché la Chiesa non si pronuncia? Perché è in attesa di sapere quanta parte della torta i frati e i “veggenti” sono disposti a dividere con lei e la trattativa è lunga: tutta la rappresentazione e i suoi stratosferici introiti sono saldamente in mano agli organizzatori, ai quali, in fondo, importa poco che santaromanachiesa riconosca oppure no le apparizioni… tanto la gente corre lo stesso a portare loro fiumi di soldi!
Ma di recente papa Francesco è sembrato dubbioso nei confronti di Medjugorje…
Bergoglio è un gesuita, non dimentichiamolo mai: è maestro nell’arte di dire e non dire! A me la sua “simpatica” esternazione è suonata più come un avvertimento in stile mafioso rivolto proprio agli organizzatori di Medjugorje… Inoltre Francesco è un “papa di cartone”, un’operazione di marketing per recuperare la caduta libera dell’8×1000 che Ratzinger, con la sua palese antipatia, aveva provocato. Francesco I, con le sue ovvietà da parroco di campagna, con le sue finte aperture pastorali, parla alla pancia della gente: ed è tutto ciò che interessa alla Chiesa…. che il gregge ricominci a fidarsi del pastore, così che questi possa continuare a farne carne da macello!
Dunque il bersaglio di libri come “Apparizioni mariane: il grande imbroglio” è la Chiesa?
Il mio scopo non è certamente quello di distruggere la fede semplice, che rispetto, ma della quale non mi occupo. Mi propongo, invece, di difenderla, in un certo senso, spezzando il perverso binomio fede/Chiesa. La fede è – eventualmente – il personalissimo, intimo rapporto del singolo con il divino, nel cui merito non entro: ma per essere sana, autentica, è assolutamente necessario che se ne stia ben lontana da qualsiasi Chiesa, dove si possono trovare solo avvoltoi interessati al profitto e al potere, per procurarsi i quali devono necessariamente mantenere i credenti (ma forse sarebbe meglio chiamarli “contribuenti”) nell’ignoranza, nella superstizione e nella paura. Nel nuovo libro che sto scrivendo per Uno Editori illustrerò senza possibilità di smentita come la Chiesa cattolica abbia inventato se stessa su falsi documenti, menzogne, inganni: e come dice anche Gaetano Salvemini, se riuscirò a distogliere da santaromanachiesa anche una sola pecorella, saprò che il mio lavoro non è vano.
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