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E’ stata presentata il 19 ottobre a Roma presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana la seconda edizione del testo “Interpretazione della legge con modelli matematici” di Luigi Viola, noto professore di procedura civile e avvocato.

Il volume, che già aveva riscosso un ampio successo e suscitato una crescente discussione tra gli operatori di giustizia, ha varcato i confini italiani e si presenta arricchito di nuovi approfondimenti e aggiornamenti anche dinanzi al pubblico internazionale con traduzioni in inglese, tedesco, spagnolo, greco e altre in arrivo.
Avevamo già parlato qui della prima edizione sottolineando l’innovatività della tesi di Viola, sostenitore, interprete e sviluppatore della “giustizia predittiva“, ovvero un sistema in cui la matematica (algoritmi) e la legge vanno così d’accordo che potrebbero rivoluzionare il modo di fare giustizia nel futuro.
L’efficienza del sistema giustizia con la necessità di offrire risposte certe a chi ne fa domanda è un tema dibattuto da sempre e, nel nostro contesto storico, di particolare attualità a tal punto da rendere rapidamente necessarie delle soluzioni. Un sistema che riesce a prevedere con una certezza “quasi” matematica la possibile sentenza rispetto a un caso concreto, non solo aiuterebbe la macchina giudiziaria nel suo funzionamento, oggi troppo lenta e macchinosa, ma permetterebbe ad avvocati di operare “a monte” una valutazione circa la convenienza di attivare il Giudice in determinate controversie attraverso un sistema di calcoli apparentemente complesso ma ottimamente spiegato nel testo dal professor Viola.
Sembra paradossale ma non lo è, una giustizia che funziona e riesce a fornire risposte certe e persino prevedibili per ogni causa, potrebbe cambiare radicalmente il pensiero giuridico e la cultura giuridica, ristrutturando i metodi di approccio alle controversie. Dal modello matematico di Luigi Viola arriva quindi anche un aiuto concreto alla giustizia consensuale, perché un sistema giudiziario efficiente aiuta anche lo sviluppo di un sistema di strumenti alternativi al giudizio. Ma l’ambizione del modello di Viola non si limita a questo e abbraccia una dimensione europea adattandosi a diversi sistemi giuridici.
La nuova edizione del testo, infatti, si arricchisce di nuovi studi che Luigi Viola ha opportunamente integrato nel volume allo scopo di rispondere ad alcuni possibili dubbi che ovviamente possono sorgere nel mondo giuridico di fronte ad una proposta così rivoluzionaria. Il testo presenta, infatti, un innovativo strumento di lavoro per il Giurista, permettendo l’individuazione della tesi interpretativa preferibile, nel senso anche dell’individuazione dei singoli argomenti dirimenti e un approfondimento esteso ad analogia legis e sistemi di common law. Il volume fornisce inoltre numerosi esempi di applicazione pratica dell’algoritmo che permettono di capire in modo chiaro il funzionamento del modello.
La prefazione è di Stefano Schirò, Presidente Prima Sezione Civile, Suprema Corte di Cassazione, il quale afferma:
L’obiettivo perseguito dal sistema giudiziario e l’aspettativa comune di chi attende l’esito di un processo sono quelli di una giustizia certa, rapida, tempestiva ed efficace, mentre il disvalore generalmente riferito al nostro apparato giudiziario riguarda la lentezza dei tempi della giustizia e l’incertezza dell’esito del processo. Si comprende allora come l’utilizzo di modelli matematici che consentano, soprattutto nelle cause aventi carattere seriale che si fondano su accertamenti e valutazioni in fatto identiche e ripetitive, di conseguire una maggiore prevedibilità delle decisioni e un più alto grado di certezza della complessiva risposta di giustizia, nonché tempi più rapidi di definizione delle liti, possa essere visto con favore tra gli operatori del diritto“.
Nella postfazione di Giulio Spina, direttore editoriale di Diritto Avanzato, si chiarisce come il modello tenga perfettamente conto della dinamicità ed evoluzione del diritto, la quale deve però andare sempre più d’accordo con il principio della certezza del diritto.
Il dibattito è aperto e c’è da scommettere che il “modello Viola” contribuirà concretamente al miglioramento del sistema giustizia.

Stefano Bassi

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