(di Jessica Sabatelli) Inalare il fumo di sigaretta altera sensibilmente la presenza di batteri nella nostra cavità orale: questo è il risultato di una nuova ricerca pubblicata sull’International Society for Microbial Ecology Journal.
Nonostante saranno necessari nuovi studi per confermare la connessione tra fumo e alterazione batterica,l’evidenza suggerisce che i cambiamenti provocati dalle sigarette alla popolazione batterica della bocca, potrebbero rendere quest’ultima più sensibile alle tossine presenti nel fumo di tabacco.
La ricerca è stata condotta da un’equipe del NYU Langone Medical Center, che ha prelevato campioni di colluttorio da un gruppo di 1.204 individui, composto da fumatori attuali, ex fumatori e non-fumatori. E’ stato poi analizzato il DNA microbico di questi campioni per determinare la presenza dei vari batteri, presenti nelle cavità orali dei partecipanti.
Il risultato è stato a dir poco soddisfacente: la situazione batterica all’interno della bocca degli appartenenti alle diverse categorie era nettamente diversa. Le sigarette hanno favorito la crescita di oltre 150 differenti specie batteriche mentre hanno inibito la proliferazione di altre 70. Tuttavia, il fatto di aver trovato una situazione analoga nelle bocche di ex fumatori e non-fumatori, suggerisce che l’alterazione non sia permanente e pertanto che sarebbe rimediabile smettendo di fumare.
Preoccupante, però, è la ridotta presenza di batteri appartenenti al Phylum Proteobacteria, nella cavità orale dei fumatori. Questo batterio è famoso per svolgere un ruolo chiave nella scomposizione di molte delle componenti tossiche del fumo: come gli idrocarburi policiclici aromatici e l’o-xilene. Pertanto, la perdita di Protobacteria rischia di avere conseguenze negative sulla salute dei fumatori.
Come se non bastasse, i batteri del Phylum Streptococcus sono stati trovati numerosi nella bocca dei fumatori. Questo batterio è associato all’aumentato del rischio di sviluppare disturbi parodontali, il che implica che le sigarette potrebbero portare allo sviluppo di malattie gengivali.
Queste particolari condizioni orali possono verificarsi per diverse ragioni:
1. il fumo riduce l’apporto di ossigeno in bocca, creando un ambiente che favorisce la proliferazione di batteri anaerobici. Molte specie di Streptococcus sono anaerobiche mentre il Proteobacteria è generalmente aerobico.
2. il fumo aumenta l’acidità della saliva, generando condizioni in cui lo Streptococcus è in grado di crescere. Alcune sostanze chimiche presenti nel fumo di sigaretta hanno anche dimostrato di avere effetti antibiotici, che potrebbero spiegare perché alcuni tipi di batteri vengono eliminati.
In conclusione, questo studio sembra fornire diverse prove a favore della tesi sugli effetti del fumo a danno della cavità orale. Dimostra anche di essere l’ennesima ricerca che prova la non irreversibilità dei danni provocati dalle sigarette, ovvero, la maggior parte dei disturbi “non gravi” relativi al fumo possono essere scongiurati solo, e semplicemente, smettendo di fumare.
La felicità secondo Aristotele: il sommo bene tra ragione, virtù e contemplazione
Il calcio italiano piange Aldo Agroppi
La vera gioia secondo Seneca: un augurio per un Natale e un anno nuovo all’insegna della serenità
Enrico Ruggeri: a gennaio nuovo disco, ritorno in TV e ad aprile torna dal vivo!