(di Giulio Perrotta) Vlad III, anche detto il “Conte Dracula”, nacque il 2 Novembre 1431 a Sighioara, in Valacchia, una Regione compresa tra le Alpi transilvaniche e il Danubio.
È il figlio secondogenito di Vlad II, conosciuto anche con il nome “Vlad Dracul” (che in romeno significa drago o diavolo volante), in quanto anni prima era stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Drago, un ordine che aveva come scopo quello di proteggere gli interessi del Cattolicesimo in Oriente dal potere dell’Impero Ottomano.
Durante il suo regno Vlad II usò il simbolo del drago sulle monete e sui vessilli di guerra e cominciarono persino a girare voci di un suo presunto patto col diavolo.
Vlad III, in onore del padre, amava farsi chiamare “Draculea”, dal romeno “Figlio di Dracul”.
Dominò la Valacchia dal 1456 al 1462 con efferatezza e crudeltà, ossessionato da una particolare forma di tortura: l’impalamento (da lì nasce l’appellativo epe, ovvero l’Impalatore).
In particolare, egli impalava la vittima, soprattutto pubblicamente (come accadde in una foresta, dove impalò 20mila turchi), banchettando vicino a loro; ancora, Vlad riunì i malati e i mendicanti in un palazzo, dandovi fuoco.
Il reale motivo di tanta violenza era una violenza sessuale subita a 13 anni da un sultano turco, durante una sua prigionia e proprio in quell’occasione, pare che maturò la depravazione all’impalamento.
La lista delle sue efferatezze è molto lunga.
Ad esempio, nel 1461 fece impalare decine di migliaia di persone in solamente 3 ore per poi cospargerle di miele, in modo da attirare ogni tipo di insetto; inoltre, era solito impalare le vergini per poi spillare il loro sangue e conservarlo in ampolle riposte fra i boccali di vino, degustando durante le notti di luna piena, non negandosi dall’offrilo ai commensali.
Da qui probabilmente nascerà il mito di “Dracula”.
Morirà nel 1476 durante una battaglia contro i turchi nei pressi di Bucarest, tentando anche la sperimentazione di nuovi strumenti di tortura e combattimento, come incendi di massa e massacri collettivi avvelenando i pozzi di acqua. Tuttavia, il ricordo di questo efferato regnante riecheggierà nei secoli, con il nome di “Dracula”, padre dei Vampiri.
Difatti, la leggenda del “vampiro”, quale essere mitologico e folkloristico che sopravvive nutrendosi dell’essenza vitale (generalmente sangue) di altre creature, diventa popolare nel XVIII secolo, in seguito all’influenza delle superstizioni presenti nell’Europa dell’est e nei Balcani, dove le leggende sui vampiri erano molto diffuse.
L’esatta origine del concetto di “vampirismo”, però, ha radici ancestrali: già in mesopotamica, nel territorio ebraico, in Grecia e nell’Impero Romano, c’erano entità spiritiche e demoni che potevano essere considerati precursori dei moderni vampiri.
Nella moderna concezione, però, le teorie che spiegano il “vampirismo” sono 9:
a) un’infezione virale;
b) una creatura umanoide, originaria della razza umana, ovvero ibrida
umano-animale;
c) una patologia psichiatrica;
d) una mutazione genetica;
e) una creatura divina;
f) un defunto “non morto”;
g) uno spirito che possiede un essere umano;
h) un demone frutto della stirpe di Vlad III;
i) un mito nascente da Vlad III e dal sacrificio delle vergini.
Anche qui, le ipotesi sono tante e i fatti certi veramente pochi.
Da un punto di vista investigativo, l’orientamento più accreditato è senza ombra di dubbio quello di smentire l’ipotesi esoterica e misterica, sia per l’impossibilità oggettiva di ritenere esistente la creatura vampirica, sia perché l’origine sconosciuta del mito invoglia a credere che sia tutto frutto della superstizione, così come pare dal racconto del Conte Vlad III.
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