Vivo, vivissimo Pasolini, urla e corre nella sua Alfa Romeo. Come in un film di Godard. Vivo, vivissimo Pasolini, sfreccia innamorato e deluso e distante per la campagna romana. Vivo, vivissimo Pasolini, lotta e resiste, remissivo e granitico, alle superficialità delle interviste, delle conquiste, all’adagiarsi sulle vittorie fasciste della modernità. Alla sordità. Vivo, vivissimo, disperatamente vivo Pasolini, scrive versi alla Morte, ossia al non poter più essere compresi. La Morte non ascolta. Dio nemmeno. E, come un gatto malmenato e ucciso da ragazzini borgatari, vivo, vivissimo Pasolini si artiglia implacabile alle restanti 6 delle sue 7 vite. Gliele strapperanno via tutte e sei, in un colpo solo, undici anni dopo: ma saranno gli undici anni di più fertile, lucida produttività dell’intellettuale-poeta-profeta, e se la sua mano è stata spezzata il segno del suo graffio è lì, ancora lì, quarant’anni dopo, a lasciarsi comprendere piano piano. E sempre vivo, vivissimo, disperatamente vivo.
Milano ricorderà il 2 novembre (anniversario della sua morte) con una mostra fotografica a cura di Alberto Molteni., proiezioni, un recital toccante, estratti video da Godard a tutta la filmografia di Pier Paolo, all’Arci Bellezza, via Bellezza 16, Milan, con alla voce Lorenzo A. P. Balducci.
Il 2 novembre Milano ricorda Pasolini
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