(di Jessica Sabatelli) I draghi sono degli animali leggendari, che hanno accompagnato l’immaginario comune per moltissimi secoli: Alessandro Magno diceva addirittura di averli combattuti e molti personaggi nella storia di averli visti. Ma, allora, i draghi sono realmente esistiti?
Non c’è luogo sulla Terra che non conosca di leggende legate a questa magnifica creatura: sia che avesse le squame o le piume, le zampe o le ali, la figura del drago è una delle più rappresentate di sempre, nelle varie culture del mondo.
Com’è possibile questo? Come farebbero antiche civiltà, lontanissime tra loro, a conoscere e a raccontare della stessa figura?
Sembrerà incredibile, ma le informazioni e le descrizioni pervenute fino a noi di questo animale “leggendario”, fanno dubitare alcuni studiosi della sua stessa natura fantastica: «Mentre per animali sicuramente esistiti in Italia, come la lince o il castoro, mancano quasi del tutto testimonianze storiche, per il drago la letteratura è abbondante, segno che qualcosa di concreto probabilmente c’era», afferma Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia e studioso del campo.
Nello specifico, le informazioni più dettagliate in nostro possesso provengono dai “bestiari medievali”, colmi di descrizioni su creature fantastiche di ogni genere, ma privi di un vero carattere scientifico e dai trattati di scienze naturali del XIV e del XV secolo, che riportano informazioni specifiche, di carattere antropologico e scientifico, che lasciano poco spazio alla leggenda medievale per far posto ad un’analisi oggettiva e reale: rappresentando, così, la raccolta di testimonianze più incredibile che conosciamo.
Uno di questi naturalisti, il medico bolognese Ulisse Aldrovandi, descrisse nel dettaglio dell’uccisione e della cattura di diversi draghi in differenti località: un draghetto ucciso vicino Bologna nel 1572, senza ali e solo con due zampe anteriori, lungo quasi un metro; in Svizzera, nel 1499, «fu catturato un lunghissimo drago munito di orecchie»; in Francia, uno catturato e portato al cospetto di re Francesco I «un drago alato».
Inoltre, non mancano le testimonianze del naturalista sulla realtà vissuta dai contemporanei, adattata alla presenza “reale” dei draghi: nel 1723, una guida alle montagne svizzere sconsigliava di “cambiare determinati itinerari a seguito dell’avvistamento di alcuni draghi”; un anziano di Lienz, raccontava di essersi imbattuto, sulle Alpi, in un orrendo drago nero con striature gialle.
Aldrovandi scrisse e illustrò un catalogo di mostri, la“MonstrorumHistoria” (1642), dove raccolse tutte queste testimonianze.
«Probabilmente si trattava di rettili più grandi del normale», afferma Pratesi. «Sulle Alpi Marittime vive la lucertola ocellata, che può superare gli 80 cm di lunghezza. O ci si può imbattere nel colubro lacertino, un serpente che raggiunge i 2 metri».
«Nel resto del mondo, una parentela con i mitici dragoni può essere riconosciuta ai varani, grandi lucertoloni africani e asiatici», conclude.
Di sicuro la fantasia non è un elemento trascurabile. Spesso, per esempio, gli scheletri di dinosauro venivano giustamente scambiati per quelli di un drago e, forse, storie e ritrovamenti del genere avrebbero alimentato questa figura:vista in origine come creatura benefica, simbolo di fertilità, successivamente è diventata, non si sa come,una creatura malvagia e simbolo cristiano del male, che ogni devoto doveva estirpare.
Da qui, abbiamo le figure dei santi che sconfiggono il drago come raffigurazione del male: San Siro, San Giorgio, San Leucio, addirittura la vergine Maria ecc.
Ad ogni modo, non è difficile trovare una spiegazione scientifica a molte delle testimonianze esistenti, ma, non possiamo ignorare il fatto che la figura del drago sia esistita ed esista in tantissime e differenti culture del mondo: dalla Cina, dove resta addirittura il simbolo di una grande e millenaria cultura, all’antica civiltà assira, dove compare nelle storie legate all’eroe Merodach e molto, molto altro ancora.
Purtroppo, non abbiamo certezze sull’esistenza o meno dei draghi, ma sappiamo che da migliaia di anni sono simbolo di magnificenza, magia e libertà: quello che basta, quantomeno, per farci sognare un po’!
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