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“Primavera non bussa, lei entra sicura”, cantava De André. Quest’anno forse dell’arrivo della primavera ce ne stiamo accorgendo meno che mai però, proprio per questo motivo, mentre il mondo impazzisce sempre di più, ci sembra doveroso mantenere salde le nostre consuetudini e proporre anche questa volta, come a ogni cambio di stagione, una playlist che provi a fotografare lo stato di salute della nostra musica. Una playlist (realizzata da Divinazione Milano e dalla scrittore/musicista Roberto Bonfanti) che questa volta pesca più che mai a piene mani nel calderone della musica d’autore in ogni sua sfumatura.

Tracklist:

Non Voglio Che Clara – Liquirizia: un piccolo romanzo condito con malinconia, eleganza e un inconfondibile retrogusto anni ’60.

En Roco – Ho chiuso casa: la canzone d’autore più classicamente genovese va a nozze con un pizzico di acidità rock

Sudestrada – Bazar: quando il pop sintetico incontra la canzone d’autore e il vento del Nordafrica.

Paolo Benvegnù – Pietre: Paolo Benvegnù. Basta il nome. Una delle poche certezze che continuiamo ad avere.

Olden – Aquilone: una canzone che non fa sconti. Come un pugno in faccia dato con un guanto elegantissimo.

Lucio Corsi – Cosa faremo da grandi? Andamento da filastrocca, giochi di parole riusciti e pensieri in fermento.

Cmqmartina – Carne per cani: si possono raccontare pensieri e storie anche ballando sulla pista di una discoteca.

Pay – Giganti: un nome storico del punk italiano non perde mai freschezza e ironia.

Mariposa – Licio: un caleidoscopio di contaminazioni, creatività e desiderio di andare sempre oltre.

Il Mare Verticale – Mezzo secolo di luce: un pugno di ricordi si rincorrono sul filo di una melodia cristallina genuinamente pop d’autore.

L’avversario – La città sta male: fra nebbia e ombre notturne si fa largo un brano rock d’autore moderno e riflessivo.

Diodato – La lascio a voi questa domenica: una fotografia in chiave pop degli strani tempi che viviamo.

Fabrizio Tavernelli – Lune Cinesi. senza porsi confini, si parte dal rock d’autore, si sfiora il prog e si vola verso oriente.

I Rumori Di Via Silvio Pellico – Io non so: echi anni ’90 e lampi di poesia sussurrata in una canzone atipica e destrutturata.

Massimo Zamboni – Lunghe d’ombre: oltre vent’anni dopo “T.R.E.” dei C.S.I., Zamboni riassapora in modo diverso la Mongolia.

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