“Ho Sparato A Garibaldi” il nuovo libro di Arrigo Petacco e Marco Ferrari racconta la storia di Luigi Ferrari, il bersagliere che colpì l’Eroe dei Due Mondi nel celebre scontro dell’Aspromonte.
Si tratta di una biografia romanzata di Luigi Ferrari in cui è ricostruita tutta la vita del bersagliere ligure dalla nascita ai confini con il Ducato di Modena, all’arruolamento volontario nei bersaglieri passando per le Guerre d’Indipendenza e ai fatti d’Aspromonte per concludersi con il difficile ritorno alla vita da “civile” del protagonista, sempre perseguitato dal “disonore” di aver ferito un eroe nazionale (seppure eseguendo gli ordini).
E’ un libro che illustra uno spaccato di un periodo molto importante per la storia italiana, quello del Risorgimento, e lo fa attraverso gli occhi di un semplice bersagliere che ad oggi sarebbe stato ahi noi dimenticato se non fosse stato per quanto successo nello scontro tra bersaglieri e camice rosse. E’ un libro, però, che al tempo stesso appassiona anche poco in quanto la vicenda è stata “caricata” di aneddoti poco interessanti ed abbraccia un arco di tempo di quasi 70 anni, raccontando anche degli avi del protagonista e della sua sua infanzia con dettagli che interessano poco o nulla al lettore.
La vicenda, per altro interessante di un protagonista sconosciuto della nostra storia, annaspa così in una serie di dettagli che appesantiscono la narrazione ed anche la parte conclusiva è fin troppo lunga, dedicando ampio spazio (circa 1/3 del numero delle pagine) al ritorno di Ferrari e al suo difficile re-inserimento come sindaco del paesello natio (e fin qui niente da dire) e dilungandosi forse troppo sul suo periodo spezzino, conseguente alla sua cacciata dal borgo natio quando divenne di dominio pubblico il suo coinvolgimento nei fatti d’Aspromonte, in cui ritrova un vecchio amore di gioventù. Viceversa, il libro tratteggia solo per sommi capi, ad esempio, le vicende di quello che doveva essere l’altro protagonista della narrazione, ovvero Garibaldi, che appare solo nella parte strettamente legata all’impresa dei Mille e nelle pagine in cui Ferrari tenta un incontro con lui durante la convalescenza dell’eroe a La Spezia.
In conclusione, il libro non riesce ad essere interessante quanto il titolo porterebbe a pensare perché troppo appesantito con dettagli superflui ma, se vi armate di pazienza, riesce comunque ad essere una lettura gradevole su un personaggio quasi sconosciuto del Risorgimento italiano.
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