(di Sara Passante) All’interno delle cellule del corpo umano è stato scoperto un potentissimo inibitore naturale dell’infezione virale, denominato SERINC5, in grado di neutralizzare l’HIV e altri virus similari.
Sono passati più di trent’anni dall’identificazione del virus responsabile dell’HIV e, da allora, l’AIDS ha ucciso 39 milioni di persone. Al momento, come ben si sa, non esistono ancora né una cura risolutiva né un vaccino efficace, ma tantissimi sono gli studi che si muovono in questa direzione, anche cercando strade diverse.
Un gruppo di ricercatori, chiamato “Virus-Cell Interaction”, del Centro per la Biologia Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento guidati da Massimo Pizzato, in collaborazione con i colleghi dell’università di Ginevra, in particolar modo Federico Andrea Santoni, e con il “Laboratory of Biomolecular Sequence and Structure Analysis for Health” (un laboratorio condiviso fra CIBIO, Fondazione Bruno Kessler e CNR) ha infatti scoperto che le cellule del nostro organismo sono dotate, in superficie, di una proteina, chiamata appunto SERINC5, che se viene espressa ad alti livelli preserva dall’infezione da HIV.
Da oltre venti anni si è a conoscenza che la capacità dell’HIV di causare l’AIDS dipende dalla presenza di un suo componente, chiamato Nef, che rende il virus molto infettivo. I ricercatori hanno compreso ora che Nef agisce permettendo al virus di eludere proprio l’attività antivirale di SERINC5, rendendolo così estremamente aggressivo.
Massimo Pizzato spiega: “Quando una cellula è infettata con HIV inizia a produrre nuovo virus necessario per disseminare l’infezione a tutto l’organismo. SERINC5 è situata sulla superficie delle cellule e attende che il virus esca da queste per inserirsi in esso e renderlo incapace di infettare nuove cellule. L’infezione così non si può propagare. Tuttavia, nella continua guerra ingaggiata con le cellule, i virus hanno compiuto un passo in più, vincendo per ora la battaglia. Infatti, con la sua proteina Nef, HIV ha acquisito la capacità di rimuovere SERINC5 dalla superficie della cellula eludendo la sua azione antivirale”.
Inoltre questo studio sembra aver trovato conferme in questi giorni tramite un’altra ricerca, questa volta grazie agli esperti dell’Università del Massachussetts i quali hanno esaminato le proteine presenti nel virus in fase infettiva. Identificando le proteine SERINC3 e SERINC5 hanno stabilito che queste sono in grado di indebolire il virus.
La ricerca italiana, pubblicata sulla rivista scientifica “Nature”, ha aperto le porte a nuove prospettive sulla lotta contro l’AIDS in quanto è come se avesse trovato un punto debole del virus. I ricercatori sono infatti già all’opera per rendere non rilevabile il SERINC5 dall’HIV in modo appunto da poter generare una difesa, del tutto naturale, che il virus non possa più evitare.
Alessandro Quattrone, direttore del CIBIO, ha commentato la ricerca sostenendo: ” Questo successo, davvero epocale, di Massimo Pizzato e del suo gruppo è stato reso possibile da una efficiente implementazione presso il centro di nuove tecnologie per la lettura dei genomi, il che conferma quanto il continuo aggiornamento tecnologico sia l’unico modo per stare al passo in un campo ipercompetitivo come quello della ricerca biomedica. Dopo anni di importanti investimenti possiamo dire che l’Università di Trento, per questo e per altri contributi, è riconosciuta a livello mondiale nello studio delle malattie”.
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