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image(di Giulio Perrotta) E’ proprio vero: le origini sono tutto nella vita. E lo sa bene Matteo Renzi, Premier in carico e figlio di Tiziano, consigliere comunale di un paesino toscano, profondamente comunista nell’animo. Così rosso che anche i suoi conti in banca spesso hanno assunto quel coloro, dichiarando fallimento.

Il 22 Giugno 2009 Matteo Renzi diventa Sindaco di Firenze, dopo una straordinaria carriera politica in Provincia; nelle stesse ore, la Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve, città natia della Famiglia Renzi, concede al padre Tiziano un mutuo cospicuo di quasi 700mila euro.

Certo, vista così potrebbe sembrare tutto normale: il neo Sindaco può garantire per quella somma e le credenziali del padre favoriscono la trattativa. Peccato che, incredibile coincidenza della vita, a firmare il mutuo è guarda caso il Funzionario bancario Marco Lotti. Vi ricorda qualcosa?

E già! Proprio il padre di Luca Lotti, oggi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fidatissimo uomo di Governo e già Responsabile della Segreteria del neo Sindaco nel 2009. E tanto per essere sicuri dei rapporti di buon vicinato, appare anche nella lista degli assunti alla Segreteria, Cristina Mordini, futura moglie di Luca.

Libero, il quotidiano d’informazione, non si ferma qui: ripercorrendo tutta la storia della “Chil Post”, società di comunicazione di Tiziano Renzi, scopre vicende intrigate legate alla presunta bancarotta fraudolenta contestata a Tiziano, nonostante il già citato prestito bancario, concesso a firma del padre di Luca Lotti.

Scrive ancora Libero: Lotti Senior dà il primo via libera, dichiarando: “Potremmo diventare la banca di riferimento del richiedente”, nero su bianco nel suo report stilato e firmato quel giorno. Il 14 luglio, il funzionario Lotti scrive un secondo parere favorevole e il 22 arriva la delibera della Banca per la concessione del muto e degli anticipi di cassa. E negli stessi giorni il figlio Luca e la futura moglie di quest’ultimo, Cristina, diventavano figure portanti della nuova Segreteria politica del neo Sindaco Matteo Renzi.

Ma non è tutto: sempre Libero scopre anche che, nel 2011, quando Tiziano Renzi ottiene di rimpiazzare l’ipoteca sulla casa di famiglia, tre amici decidono di versare 75mila euro in un libretto di pegno come garanzia: costoro sono guarda caso Alfio Bencini, candidato nel 2009 nella lista Renzi alle comunali, Mario Renzi, cugino di Matteo, e Andrea Bacci, ex socio di Tiziano, e anche imprenditore che nel 2004 ristrutturò la casa di famiglia Renzi, poi chiamato da Matteo nel 2006 a dirigere l’agenzia di comunicazione della Provincia di Firenze e promosso nel 2009 Presidente della Silfi (Società comunale che si occupa di illuminazione).

Onestamente, non vi sembra che ci sia qualcosa di strano in tutta questa storia?

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