In una lettera indirizzata a Google i commissari europei, responsabili della protezione sui dati personali, hanno sostenuto che le modifiche attuate da Google alle proprie politiche sulla privacy e diffuse il 1 ° marzo scorso, non sarebbero in linea con la legislazione europea in tema di dati personali e con i princìpi fondamentali, come quello di limitare l’uso e la raccolta dei dati, garantire la qualità degli stessi e offrire ai consumatori il diritto di scelta sulla raccolta dei propri dati.
La “Privacy Policy di Google indica l’assenza di qualsiasi limite sulla portata della raccolta dei dati e sulle possibilità di utilizzo degli stessi“, scrivono i commissari e continuano “Vi sfidiamo ad impegnarvi pubblicamente rispettando questi principi”.
La missiva è stata inviata a seguito dei risultati di un’indagine effettuata dalla Francia proprio su incarico dei commissari europei, quando Google aveva informato, in maniera esplicita, i suoi utenti che li avrebbe monitorati, mentre essi si muovevano da un suo servizio all’altro.
Pare che la società memorizzi dei cookie senza il consenso degli utenti e monitori i dati delle persone che hanno visitato alcuni siti, registrando e conservando tali informazioni per almeno 18 mesi e associandole con altri dati provenienti da altri servizi Google. In questo modo, i dati raccolti attraverso un cookie -annuncio – che viene poi associato ad un numero di identificazione unico – sono memorizzati da Google per due anni, comportamenti che possono essere reiterati senza chiedere alcun parere all’utente. Google con le sue nuove regole ottiene dunque indirettamente dal consumatore l’autorizzazione a costruire un quadro completo del profilo utente a scopi pubblicitari, combinando poi, in maniera “incontrollata, i dati attraverso i suoi servizi.
– per esempio, monitora l’utilizzo di YouTube da parte di una persona per proporre, in seguito, annunci più mirati all’interno di Gmail.
Nessuna sanzione per il momento. L’UE, ha solo esortato Google a prendere diverse misure per migliorare le proprie politiche sulla privacy, chiedendo al colosso di fornire agli utenti ulteriori informazioni su come i dati vengono combinati attraverso i suoi servizi, raccomandando di sviluppare nuovi strumenti per dare ai consumatori un maggiore controllo sui propri dati personali, semplificando le possibilità di scelta di cancellazione dei dati.
“Riconosciamo il ruolo chiave di Google nel mondo online. I nostri consigli non cercano di limitare la capacità dell’azienda di innovare e migliorare i propri prodotti, ma piuttosto di rafforzare la fiducia degli utenti e il loro potere di controllo, per garantire il rispetto della protezione dei dati “.
Google, dal canto suo, ha difeso le modifiche alla sua privacy policy, qualificandole come un modo per “razionalizzare e semplificare” .
Del resto, viene da dire, Google non ha fatto altro che mettere al corrente gli utenti di quello che comunque accade on line, in maniera … debitamente velata!
Annalisa Spedicato
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