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Hurricane Polymar è una serie a cartoni animati nata nel lontano 1974 e composta in totale da ventisei episodi. In Italia è arrivata qualche anno dopo, nel 1979. A realizzarla è stato lo studio Tatsunoko, un nome particolarmente famoso nel mondo dell’animazione giapponese in quanto è la casa produttrice di opere ben note in ogni angolo del globo e realizzate con amore e dedizione; titoli come Judo Boy, come Superauto Mach 5, come Ugo il Re del Judo, come Gatchaman o come Kyashan, o ancora come le varie serie di Time Bokan sono stati tutti realizzati dalla società nata dalla fatica di tre fratelli che hanno avuto la capacità e la caparbietà giusta per entrare in un mondo tanto complesso quanto competitivo come risulta essere quello degli anime.

La storia si incentra sulle avventure del giovane Takeshi Onikawara, dipendente presso lo studio di un non particolarmente brillante investigatore privato. Il ragazzo però è anche l’eroico Polymar, un valoroso paladino che affronta i crudeli avversari grazie a un casco speciale che altro non è che una futuristica invenzione che gli permettere di tramutarsi in un perfetto combattente dotato di strumenti di alta tecnologia e, attraverso l’utilizzo dei polimeri, anche di trasformarsi per un breve periodo in cinque differenti veicoli.

Proprio come successo anche per altre produzioni della Tatsunoko, Polymar ha goduto della realizzazione di alcuni nuovi oav nel 1996, che hanno dato vita a Hurricane Polymar Holy Blood: si tratta di una sorta di remake composto da due episodi di circa mezz’oretta l’uno ambientati in un pianeta Terra che ha ormai praticamente raggiunto i dieci miliardi di abitanti: troppi perché il pianeta riesca a sopperire alle necessità di ciascuno, soprattutto visto l’elevato tenore di vita.

In un’atmosfera decadente, Takeshi dovrà affrontare forti avversari in un’ora di animazione che lascia ampio spazio a grandi combattimenti carichi di azione dove le arti marziali si fondono con la tecnologia, strizzando un occhio a un pizzico di malizia e a momento di umorismo dove l’assurdità delle scene viene evidenziata dai rapporti che si instaurano tra alcuni dei protagonisti: si pensi alla figura della giovane Teru, proprietaria del decadente edificio in cui è ubicata la sede del bar / agenzia investigativa, o il rapporto che intercorre tra Takeshi e il suo capo o, ancora, come quest’ultimo si atteggi nell’affrontare le orde di nemici.

Se l’animazione risulta fluida, regalando allo spettatore un’oretta di piacevole intrattenimento, il titolo non gode di un episodio finale, essendo stato interrotto prima di dare una degna conclusione a questa sorta di rifacimento. Nonostante tutto l’opera proposta sul mercato italiano da Koch Media e da Yamato Video sotto l’etichetta di Anime Factory resta apprezzabile e si compone di un cofanetto che oltre al disco blu-ray, che contiene i due oav con una traccia audio 2.0 Dts Hd Master Audio sia per la versione italiana che per quella giapponese, si arricchisce di un booklet apprezzabile per i fan in quanto non solo propone schizzi e disegni, ma anche un’intervista a Ippei Kuri, attraverso cui è possibile conoscere meglio il lavoro svolto dalla Tatsunoko con informazioni interessanti e curiose, ma anche alcuni piccoli aneddoti nelle poche righe di presentazione dei singoli protagonisti della storia, legati soprattutto ai nomi di Takeshi Yoroi, di Jo Kuruma e di Teru Nanba.

Titolo: Hurricane Polymar Holy Blood

Distributore: Koch Media

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