Federico Galvano racconta, con ironia e lucidità, il difficile rapporto tra autori ed editori nel mondo dell’editoria indipendente.
In Italia tutti vogliono scrivere un libro, ma quasi nessuno legge. Un paradosso? Assolutamente no. È la normale quotidianità di un Paese in cui il numero di libri pubblicati supera di gran lunga la domanda, mentre librerie e piccole case editrici chiudono ogni giorno in un mercato sempre più fragile.
Eppure, nel bel mezzo di questa crisi cronica, gli aspiranti autori abbondano, spesso convinti che bastino una tastiera e un’idea per diventare il nuovo Stephen King. Ed è proprio da qui che nasce Gli autori, quelli che… (Paradoxa Edizioni), il libro di Federico Galvano, consulente editoriale e ghost writer, che con pungente ironia e satira racconta le stranezze, i fraintendimenti e le assurdità del rapporto tra autori ed editori.
L’editoria pura e l’editore che investe (davvero)
Galvano si riferisce a quella parte dell’editoria sempre più in via d’estinzione: gli editori puri, quelli che investono di tasca propria sugli autori e che nulla hanno a che fare con il mondo dell’editoria a pagamento. Figure sempre più rare, ma che ancora resistono, nonostante tutto. Ed è proprio per questo che, sostiene l’autore, un minimo di riconoscenza e rispetto da parte degli scrittori sarebbe auspicabile.
Perché se l’editore rischia il proprio denaro per pubblicare un libro, sarebbe lecito aspettarsi che l’autore comprenda una verità basilare: l’obiettivo di entrambi è lo stesso, vendere libri. Eppure, come dimostrano le decine di situazioni raccontate in questo libro, non tutti lo capiscono.
Scrivere è un mestiere (ma pochi lo sanno)
Tra un sorriso e una riflessione amara, Gli autori, quelli che… mette in luce un problema diffuso: tutti pensano di saper scrivere, ma pochi lo sanno davvero fare. E, paradosso nel paradosso, spesso chi scrive male è anche quello che non accetta consigli. Né dell’editore, né degli editor professionisti, né dei correttori di bozze. Perché? Perché “io ho sempre scritto così”!
Ma la verità, sottolinea Galvano, è che scrivere è un mestiere serio, e pubblicare un libro non significa semplicemente buttarlo sul mercato e sperare che qualcuno lo compri. Significa costruire un prodotto di qualità, lavorando fianco a fianco con chi ha più esperienza nel settore.
Un mercato saturo e contraddittorio
Oltre all’ironia pungente, il libro di Federico Galvano fa emergere una realtà di fondo: ogni anno in Italia si pubblicano più libri di quanti il mercato possa assorbire, mentre il numero di lettori continua a calare. Le librerie indipendenti chiudono, le piccole case editrici lottano per sopravvivere, eppure gli autori aumentano, certi che il proprio libro troverà magicamente spazio.
Gli autori, quelli che… non è un atto d’accusa, ma una raccolta di storie reali, a volte tragicomiche, altre volte esilaranti, che raccontano quanto sia difficile fare editoria indipendente oggi e quante illusioni abbiano certi aspiranti scrittori.
Un libro per chi scrive (e per chi legge)
Chiunque abbia mai lavorato nel settore editoriale, chiunque abbia mai ricevuto una proposta assurda da un autore, chiunque abbia mai dovuto spiegare perché il libro non si vende da solo, riderà (forse con un po’ di amarezza) leggendo questo libro.
Ma Gli autori, quelli che… è anche un libro per gli aspiranti autori, quelli che sanno mettersi in discussione, quelli che vogliono capire come funziona davvero il mondo dell’editoria. Perché scrivere un libro è un sogno bellissimo, ma pubblicarlo è un lavoro vero.
E se dopo aver letto questo libro qualcuno si riconoscesse tra “quelli che…”? Nessun problema. Il primo passo per migliorare è ammetterlo.
Stefano Bassi
“L’Isola di Elsa” di Silvia Grossi proposto al Premio Strega 2025
Dopo il caso Lindau, anche Primiceri Editore lancia un appello ai lettori: “Aiutateci a salvare l’editoria indipendente”
Il pensiero dei grandi: le più belle citazioni filosofiche
Viaggio nell’eros. Il fumetto-game approda nel mondo della letteratura erotica