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di Stefano Bassi – Più di venti secoli separano la morte di Caio Giulio Cesare (44 a.C.) dalla nascita di Vladimir Vladimirovič Putin (1952 d.C.). In questo vasto lasso di tempo l’umanità ha vissuto un numero incalcolabile di vicissitudini, compiuto scoperte epocali, fatto speculazioni filosofiche, scientifiche e religiose inenarrabili, eppure… eppure l’uomo di oggi è ancora alle prese con problemi molto simili a quelle dei propri avi, ed ancora oggi annaspa faticosamente in cerca di soluzioni che non possono non essere, per loro intima natura, che provvisorie.

Come nelle “Vite Parallele“, opera in cui Plutarco metteva a confronto grandi personalità politiche e militari del suo tempo passato e presente, ecco un libro interessante che rinnova l’esercizio narrativo del filosofo e biografo greco vissuto durante l’impero romano.

Stiamo parlando del libro “Giulio Cesare e Vladimir Putin. Due vite a confronto” dello storico e scrittore Mirko Rizzotto, edito da Primiceri Editore nella collana Biblioteca Storica.

L’autore è, fin dalla prefazione, molto chiaro nello spiegare che è assolutamente complesso giudicare uomini, per i loro pensieri e gesta, vissuti in epoche completamente differenti dalla nostra. Potrebbe invece risultare più semplice giudicare un contemporaneo con gli occhi del presente, anche se potrebbe però rivelarsi più complicato dare un giudizio completo e veritiero. La verità, infatti, è cosa che si adatta di più al tempo che fu piuttosto che al presente.

Nello stesso tempo, però, ricorda l’autore, gli antichi amavano scrivere cronache di ciò che accadeva intorno a loro e l’esempio più efficace è senza dubbio quello di Tucidide e della sua imponente opera “La guerra del Peloponneso“.

Insomma, nel “gioco” di mettere a confronto passato e presente occorre prestare attenzione. Ogni valutazione potrebbe essere rischiosa, e così l’autore si propone di compiere un parallelismo tra Cesare e Putin che presti molta attenzione ai dettagli e cerchi di riportare il confronto ad uno sguardo il più possibile obiettivo.

Spiega infatti Rizzotto che se Cesare è lontano nel tempo e intorno ad esso corriamo “solamente” il rischio di dipingerlo secondo colori che non gli appartengono e che sono piuttosto i nostri, con Putin si va incontro ad altri rischi: troppo contemporaneo, troppo coinvolto nelle cronache quotidiane per potersi esprimere su di lui obiettivamente, sine ira ac studio, come diceva Tacito.

Sempre di più – e sovente a sproposito o con alle spalle un bagaglio di conoscenze decisamente inadeguato – sul web, in televisione e sulla carta stampata, viene proposto un accostamento tra le due figure.

Fare confronti storici è quindi più che legittimo, ma è necessario farli con criterio. Non basta, a colpo d’occhio, riconoscere l’innegabile somiglianza fisica tra i due ed il carattere volitivo e deciso, bisogna individuarne le affinità e le diversità, saperne paragonare le vicende biografiche e scoprire come risposero a sfide simili. Solo in tal modo si possono accostare le due figure ed esprimere un giudizio di merito al riguardo.

Dichiarato l’intento, possiamo affermare che Mirko Rizzotto riesce al meglio a mantenere rigore nel suo metodo di ricerca e a offrirci un quadro puntuale, completo e approvabile dei due profili.

Nel testo vengono messi a confronto gli ambienti in cui sono cresciuti i due personaggi (entrambi nei bassifondi di due grandi metropoli, la Roma della Tarda Repubblica e la Leningrado, oggi San Pietroburgo, del II Dopoguerra), il loro rapporto con le donne, la loro ascesa al potere, le guerre e molteplici aspetti, non da ultimo il loro aspetto fisico.

Pare infatti innegabile la somiglianza fisica tra Cesare e Putin, somiglianza oggettivamente riscontrabile in base ai ritratti antichi giunti sino a noi (e anche nell’immagine di copertina realizzata dall’illustratore Ivan Zoni).

Vi è chi ha parlato di fisiognomica lombrosiana, insistendo che statisti e uomini di potere volitivi assumono necessariamente aspetti simili. C’è stato poi che ha visto in Putin un discendente biologico di Cesare (che però non ebbe altri figli ufficiali se non Giulia, da Cornelia, e Cesarione, da Cleopatra, entrambi morti in giovane età). Vi è, infine, chi ha parlato di reincarnazione.

Quest’ultima parte dona al coinvolgente e appassionante confronto tra i due leader un tocco di mistero e suggestione tale da rendere questo libro davvero un testo pregevole e utile a chi ama leggere la storia con lo sguardo dell’analisi, della profondità e della necessaria prudenza, dove nulla è lasciato al caso o al rischio di superficialità di giudizio.

Nello stesso tempo si tratta di un testo adatto a tutti, scritto in modo chiaro e scorrevole, capace di appassionare sia gli amanti della storia che semplici curiosi.

Il libro è acquistabile nelle librerie oppure sul sito ufficiale dell’editore cliccando qui.

Stefano Bassi

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