Nel mondo dell’editoria esiste un ruolo molto poco conosciuto ma che in diversi casi è di assoluta importanza: quello del ghostwriter. Si tratta di una persona che scrive testi che verranno poi pubblicati con nomi di terzi che magari hanno avuto l’idea originale ma non possiedono quelle abilità necessarie per realizzare un romanzo, un saggio o dei racconti.

E’ proprio qui che il ghostwriter entra in campo e ascoltate le idee e la trama, rende tutto coeso traducendolo in pagine scritte che l’editore trasformerà in libro. Si tratta di un ruolo spesso invisibile (ghost= fantasma, writer=scrittore) senza il quale molti più libri di quanti potremmo pensare non esisterebbero.

Flavio Troisi, torinese, è uno di loro, un uomo che ormai da anni trasforma la voce delle persone in parole, realizzando libri che risultano infine pronti per essere pubblicati.

Gianfranco Broun: Potresti raccontarci qualche cosa su di te?

Flavio Troisi: Sono nato nel 1972 e fin da piccolo ho preferito le storie agli oggetti. Da piccolo cedevo macchinine nuove in cambio di pagine strappate da Topolino. E ci ho sempre guadagnato. Ho sempre usato la penna per sbarcare il lunario. Ho lavorato nei fumetti, nell’editoria, nella pubblicità, e adesso scrivo a tempo pieno. Sono un ghostwriter e uno scrittore. Vivo lontano dalla città, lavoro da casa, non vedo molta gente, ma quella che vedo è straordinaria.

Gianfranco Broun: Quindi sei un ghostwriter… ma cosa significa essere un ghostwriter?

Flavio Troisi: Vuol dire essere uno scrittore a contratto. Scrivo libri per conto terzi. Io li scrivo, loro li firmano. Lavoro per chiunque abbia una storia da raccontare o idee da esporre e naturalmente per le case editrici che richiedono i miei servizi. Io do forma alle parole degli autori confezionandole in un manoscritto pronto ad andare in stampa sotto forma di libro. Naturalmente devo fare in modo che sia scorrevole e interessante, rispettando le esigenze del committente, la linea della casa editrice e l’intelligenza del lettore.

Gianfranco Broun: Come si organizza il lavoro di un ghostwriter?

Flavio Troisi: Premesso che non scrivo solo storie, ma anche saggi e biografie, la prima fase consiste nell’intervistare l’autore e prendere appunti per settimane. Poi organizzo le note e le esamino in cerca di un criterio. Quando lo trovo inizio a scrivere, mescolando e rielaborando. Quindi ci lavoro per qualche mese. Minimo due.

Gianfranco Broun: Una persona che scambiava macchinine per pagine di Topolino fa pensare a qualcuno che abbia molto da raccontare e di cui scrivere, più di uno che invece trasformi in romanzo le idee altrui…

Flavio Troisi: Suppongo di avere le mie storie nel cassetto e di avere imparato negli anni come raccontarle con un minimo di grazia e grinta. E l’ho fatto, ho pubblicato diverse cose, anche se a singhiozzo. Non c’è una regola, sai. Ho dovuto coprire un certo numero di chilometri, non pochi, prima di sentirmi pronto a dare ai lettori altro ancora da leggere, in un mondo in cui certo non mancano narratori e narrazioni. E per superare le mie insicurezze, inutile nasconderlo. Se devo aggiungere la mia voce al coro, voglio essere relativamente sicuro che non sia l’ennesima stonatura. Ultimamente, anche grazie al confronto con editori e scrittori che stimo, ho acquisito sicurezza. Tardi? Forse, ma al diavolo. Ho ultimato un thriller e un bell’editore se ne è entusiasmato. Se tutto va bene, il prossimo anno dovrebbe vedere la luce.

Gianfranco Broun: Recentemente hai pubblicato un e-book su Amazon: Immunità di branco.

Flavio Troisi: Un paio, in realtà. “Immunità di branco” e “Stephen King non è mio padre”. Sono due storie a tinte forti, la prima avventurosa e horror, la seconda tesa e inquietante. Di ciò che scrivo dicono che una volta che inizi, devi arrivare alla fine. È il mio primo obiettivo.

Ho sempre diffidato dell’autopubblicazione, perché non consente alcun filtro a monte, da parte di professionisti che possano vagliare la pubblicabilità di un’opera. Oggi chiunque può pubblicare su Amazon, in teoria. Anche chi non sa mettere in fila due parole o ha letto un paio di libri in tutta la vita, se va bene. Ma poi ho conosciuto una quantità di scrittori estremamente in gamba e assolutamente professionali, che hanno scelto la strada del self-publishing e che la perseguono con tutto il rispetto che si deve ai lettori. Storie interessanti, scritte bene. Pertanto mi hanno ispirato a battere anche questa via creativa. Che oltretutto consente una libertà espressiva senza pari. Così, in parallelo al resto della mia produzione, mi sto divertendo a sviluppare storie da lanciare su Amazon a uno o due euro. Il riscontro dei lettori finora è molto incoraggiante. Date un’occhiata su Amazon, se vi va.

Gianfranco Broun: La tua ultima creazione è però Estremo Limite…

Flavio Troisi: Si tratta della storia di un uomo di successo che scopre di avere contratto una brutta malattia, potenzialmente mortale, ma non intende curarsi perché ha una autentica fobia per ogni genere di sofferenza. Così concepisce il sogno di morire nel modo più piacevole mai sperimentato da essere umano. Ben presto scopre che sulle sue tracce c’è un uomo spaventoso che promette di esaudire il suo desiderio. Certi sogni sono molto pericolosi.

Anche in questo caso si tratta di un’opera pubblicata da indipendente, che non vuol dire amatoriale. Una distinzione fondamentale. Estremo limite è un ebook disponibile su Amazon.

Gianfranco Broun: Di recente hai anche aperto un canale YouTube. Cosa dobbiamo aspettarci?

Flavio Troisi: Ho deciso di aprire il canale YouTube Broken Stories perché più si parla di narrazioni, in un paese culturalmente collassato come il nostro, e meglio è, per come la vedo. In particolare mi occupo di storie che indagano la sfera della tensione, della suspense e mi concentro su opere che avvincono dalla prima all’ultima pagina. Insomma, gli chef sono sicuramente dei grandi maestri di vita, ma anche i narratori forse hanno qualcosa di interessante da raccontare, no?

Gianfranco Broun: Tutto questo è il Flavio Troisi di oggi… dove ti vedi però domani? Che progetti hai per il tuo futuro di scrittore?

Flavio Troisi: Ho intenzione di continuare a scrivere novelette che si leggano in massimo un’ora, ad alta tensione e avvincenti, e di proporle senza filtri a un pubblico che mi auguro si diverta e cresca sempre di più.

Il prossimo anno dovrebbe vedere la luce un mio romanzo per un editore che stimo molto, e che troverete in libreria. È già finito e l’editore ne è entusiasta. Immagino inoltre che continuerò a scrivere libri per personaggi pubblici, che magari vi capiteranno fra le mani, in un modo o nell’altro. Chissà, forse avete già letto un libro in cui c’è il mio zampino, e non lo sapete. Noi ghost infestiamo più librerie di quanto si creda.

Gianfranco Broun

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