La gestione dei social media professionali da parte di agenzie o professionisti è uno dei servizi più richiesti degli ultimi decenni. A dimostrarlo non è solo la crescita esponenziale dei social all’interno delle nostre vite o scelte d’acquisto, ma anche la proliferazione di aziende e professionisti specializzati proprio in Social Media e advertising digitale.
Proprio per questo si è sviluppato un grande mercato attorno agli imperi delle piattaforme social, il che significa che offre ottime opportunità pubblicitarie a cui imprenditori e decision maker aziendali non restano indifferenti.
Questo è il motivo per cui i servizi di gestione social media multicanale professionali sono diventati essenziali per tantissime aziende, ma è anche la ragione per cui non è raro commettere piccoli errori da principianti. Vediamo cosa è importante sapere prima di affidarsi al professionista e in cosa consiste, effettivamente il servizio di gestione dei social media.
C’è una bella differenza tra contenuti e ADV
La gestione dei social media professionali richiede una comprensione chiara della differenza tra contenuti organici e advertising (ADV).
I primi sono quei post, immagini, video e storie che vengono condivisi sui profili social dell’azienda senza sponsorizzazione a pagamento. Questi contenuti hanno lo scopo di costruire una relazione autentica con il pubblico, offrendo valore, intrattenimento o informazioni utili. In altre parole, i contenuti organici sono fondamentali per creare un dialogo e mantenere un coinvolgimento costante con i follower.
L’ADV, invece, comprende tutte quelle attività promozionali che richiedono un investimento economico. È importante che le aziende capiscano che una buona strategia sui social media non può fare a meno di un equilibrio tra contenuti organici e pubblicità a pagamento: mentre i primi costruiscono fiducia e fedeltà nel tempo, le campagne pubblicitarie possono accelerare il raggiungimento di obiettivi di marketing più immediati.
La chiave del successo risiede nella capacità di integrare questi due aspetti in modo armonioso: un approccio ben bilanciato che garantisce che il brand non solo cresca in termini di numeri, ma anche in qualità di relazione con i suoi follower.
Vanity metrics: quali contano davvero?
Nell’iniziare a gestire i social, è facile cadere nella trappola delle vanity metrics, ovvero quei numeri che sembrano impressionanti a prima vista ma che non offrono un reale valore strategico.
Like, follower e visualizzazioni sono sicuramente indicatori di popolarità, ma da soli non garantiscono il successo di una campagna social: bisogna andare oltre la superficie e concentrarsi su metriche che riflettono il vero engagement e il ritorno sull’investimento (ROI).
Ci riferiamo a metriche come il tasso di coinvolgimento, che misura l’interazione del pubblico con i contenuti, cioè quelle che possiamo considerare come “più indicative” della qualità della relazione che il brand ha con i suoi follower.
Una delle metriche di conversione più importanti è il click-through rate (CTR) assieme al tasso di conversione effettiva: esse indicano quanti utenti intraprendono un’azione desiderata dopo aver interagito con i contenuti.
Fare social non significa fare Influencer Marketing
Un altro malinteso comune nella gestione dei social media è quello di confondere la semplice presenza sui social con l’implementazione di strategie di Influencer Marketing.
Se è vero che gli Influencer possono giocare un ruolo importante nella promozione del brand, fare social media marketing efficace richiede molto di più che collaborare con figure popolari: essi possono aiutare a raggiungere un pubblico più ampio e aumentare la credibilità del brand, ma è fondamentale integrare queste collaborazioni in una strategia più ampia e coerente.
Il Social Media Marketing comprende una vasta gamma di attività, dalla creazione e gestione di contenuti organici all’implementazione di campagne pubblicitarie mirate, passando per l’analisi dei dati e l’interazione con il pubblico. Gli influencer possono essere una componente di questa strategia, ma non possono essere l’unica risorsa su cui fare affidamento.
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