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Tutto aveva inizio con quelle due semplici parole inglesi che lampeggiavano colorate sui cabinati che i ragazzini degli anni novanta si trovavano di fronte nei pomeriggi trascorsi all’interno delle sale giochi. L’offerta era ampia e permetteva di catapultarsi in un mondo ricco di pixel dove si vestivano i panni di un soldato, di un pilota di auto o d’aereo, dove si era sportivi o improvvisati eroi urbani oppure semplici combattenti di arti marziali.

La musichetta in bit era la colonna sonora che faceva da sfondo all’esperienza ludica, spesso sovrastata dalle urla di altri ragazzi impegnati con altrettanti videogiochi. Con la sinistra si impugnava il joystick per indicare i movimenti da far eseguire all’avatar virtuale mentre con la destra si pigiavano rapidamente i tasti per comandare colpi e mosse da compiere. Erano gestualità talvolta compulsive frutto o di una coordinazione incredibile grazie a riflessi fulminei o di un disperato tentativo di indovinare qualche particolare combinazione al fine di non soccombere sotto gli attacchi dell’avversario.

Street fighter II è stato uno dei casi di maggior successo internazionale: un picchiaduro che è entrato nella cultura popolare e che ancora oggi annovera appassionati in tutto il mondo, analogamente al suo eterno rivale, Mortal Kombat. Proprio al popolare gioco che ha reso immortali i personaggi di Ryu e di Ken si ispira il libro-gioco Games of death II, scritto da Samuel Marolla e pubblicato dalla Acheron, casa editrice che stampa anche romanzi di genere e giochi di ruolo.

Il lettore deve indossare i panni di un forte combattente, scegliendo tra Blues, un giovane quanto irrequieto lottatore, Maya Sandekao, una trapper londinese dalle nobili origini malesi, o Grey, ex soldato statunitense. Una scelta che non solo cambia le caratteristiche fisiche del personaggio, disposte su tre attributi che riguardano la forza, il fiato e la resistenza, ma anche nello scoprire il passato di ciascuno di loro e alcuni eventi che ne hanno determinato comportamenti e valori.

Leggere Games of death II significa lanciarsi in una lettura ricca di azione in cui le descrizioni sono spesso legate a mosse e contromosse di combattimenti a mani nude dove non mancano i colpi speciali ma soprattutto dove i rimandi a iconiche figure della cultura pop sono onnipresenti. Se gli stessi protagonisti sono frutto di chiare citazioni tratte dal mondo della musica rock moderna, dei videogiochi e del cinema, i paragrafi in cui si dipana l’avventura permettono di affrontare una ulteriore sfida nel saper cogliere quanti più riferimenti possibili, in una accessoria gara personale.

L’effetto nostalgia, lo stesso sentimento che molte multinazionali hanno sfruttato al meglio per creare imperi economici, è palpabile, capace di coinvolgere così non solamente un pubblico di giovani curiosi interessati al genere della letteratura a bivi ma anche tutti quegli appassionati ormai quarantenni o cinquantenni che hanno vissuto l’epoca d’oro del genere diverse decadi fa.

Dietro le pagine che compongono Games of Death II c’è Samuel Marolla, autore che vanta un curriculum di tutto rispetto che lo vede sceneggiatore di alcune delle serie più acclamate della Sergio Bonelli Editore, autore tra l’altro anche con Mondadori e sceneggiatore cinematografico, senza dimentica il suo importante contributo nel mondo dei giochi di ruoli.

La grafica si compone di immagini pixelate che sono un chiaro rimando a quei cabinati che erano il supporto hardware per avventurarsi in questo mondo videoludico negli anni in cui le consolle casalinghe non erano ancora così diffuse come al giorno d’oggi. Proprio a questo mondo è infatti dedicata l’intera collana di libro-giochi Press Start, che offre al suo pubblico titoli come Shugendo o Ghasts’n gremlins.

Titolo: Games of death II

Autore: Samuel Marolla

Editore: Acheron

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