L’ultima fatica cinematografica di Francis Ford Coppola è nelle sale, dopo essere stato presentato a Cannes e a Roma il film è ora disponibile anche per il grande pubblico. Megalopolis … già dal titolo c’è una piccola avvisaglia di quello che il regista pensa o intende fare; non si tratta di un film modesto ma di qualcosa di grande, enorme e travolgente. Il risultato sarà così? Andate avanti con la lettura se desiderate scoprirlo.
Iniziamo dalla sceneggiatura, le cui prime bozze risalgono al 1978, quando Coppola si trovava alla lavorazione di Apocalypse Now. Un film dove il regista per autofinanziarsi ha dovuto vendere parte della sua adorata azienda vinicola, per raccogliere i 120 milioni di dollari necessari. Un film che inizia la sua vera e propria gestazione nel 2019. Arriviamo già da queste prime informazioni a capire quanto il progetto sia stato nella mente di Coppola prima di riuscire a giungere in una forma filmica che ora possiamo tutti visionare e di conseguenza trarre le nostre conclusioni.
La trama è lineare nell’idea principale ma poi inizia a perdersi e a dipanarsi in alcuni momenti che potevano essere stati evitati in quanto non funzionali al filone principale del racconto, così come alcuni personaggi che guardando bene nel risultato complessivo sono “carini” sì perché interpretati da grandi attori ma se si guarda alla loro utilità intrinseca non sono molto utili alla storia; giusto per farvi un paio di esempi è il caso dei personaggi che vengono interpretati da Jason Schwartzmann (Rushmore,Il treno per Darjeling, Asteroid City …) e Dustin Hoffman (il laureato, mi presenti i tuoi, Tootsie …), due attori che fa sempre piacere vedere sul grande schermo ma in questo caso purtroppo superflui.
Il protagonista è Cesar Catilina, interpretato in modo buono da Adam Driver (Star Wars, Storia di un matrimonio, Ferrari …), un architetto visionario che cerca di costruire una città del futuro molto utopica e che ricorda tantissimo l’architettura organica per come è strutturata visivamente. Catilina vive a New Rome, una città che ricorda Roma per dei riferimenti culturali ma allo stesso tempo ha degli elementi contemporanei; certo diventa tutto un calderone dove passato, presente e futuro si mescolano, alcune cose non hanno il minimo senso logico ma Coppola si “protegge” per non usare termini più crudi già dal titolo prevenendoci che si tratta di una favola e che quindi tutto potrebbe essere tranquillamente permesso. Catilina è ambizioso e vuole arrivare al suo obiettivo a tutti i costi, nel mentre vedremo i suoi legami con il sindaco della città, sua figlia, la sua famiglia di provenienza dove sarà osteggiato da alcuni ed osannato da altri. Visivamente il film è molto interessante, sia per le scelte registiche che proprio per la modalità in cui le immagini ci vengono proposte, spiazzando a volte.
Dove stanno i problemi? Ce ne sono molti dalla trama, alle scene stesse che a volte non sono ben dosate, alle musiche che vengono abbinate alle stesse per non parlare di alcune scelte stilistiche come l’utilizzo di schermate con frasi filosofiche o dei veri e propri “pipponi” con belle parole altisonanti e citazioni sparse. Tra tutte quella dove Cesar Catilina arriva in una riunione/festa/comizio (non si arriva bene a capire) e prima di iniziare il suo vero discorso inizia a declamare il celebre monologo di Amleto (essere o non essere …). Un film che merita una visione, forse due, ma sicuramente non una terza.
VOTO: 7
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