Ancona – Il festival della felicità si aprirà con un giorno d’anticipo, giovedì 24 maggio: «Abbiamo voluto dedicare – ha spiegato Matteo Ricci nella conferenza stampa regionale a Ancona – un concerto di giovani studenti, nel cortile del collegio Raffaello a Urbino, alle vittime del terremoto dell’Emilia e dell’attentato di Brindisi». Anche perché, ha aggiunto il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, «con il festival, tra l’altro, guardiamo a una società e a un futuro incentrati sulla legalità e sulla solidarietà».
Poi il senso dell’iniziativa: «Per 30 anni la ricerca delle felicità è stato un diritto dimenticato dalla politica. E le risposte che sono arrivate, basate sul successo, sui soldi facili, sull’apparire, sul disimpegno, si sono dimostrate sbagliate. Il trauma collettivo della crisi ha rimesso in fila i valori che contano: con il festival ci interroghiamo concretamente su un nuovo modello di sviluppo che serve non solo a resistere ma anche a innovare. Basato sul lavoro, sulla giustizia e sul bene comune. Non sono obiettivi fuori luogo, anche in mesi come questi, perché parliamo di politiche e scelte decisive per il territorio.». Le Marche e la provincia di Pesaro e Urbino «non raggiungeranno mai il primato della ricchezza, ma puntano a quello della qualità della vita e del benessere del persone». Anche partendo dalla misurazione del Bes, il benessere equo e sostenibile, che il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, direttore scientifico del festival, sta già sperimentando nella provincia di Pesaro e Urbino. «E che sarà testato, dopo Pesaro, anche in cinque città metropolitane». Accanto a Ricci, l’assessore regionale Pietro Marcolini presenta la seconda edizione della manifestazione. Con 60 eventi, otto giorni di convegni, dibattiti e spettacoli, 20 dibattiti scientifici, 20 presentazioni di libri, 140 ospiti, 30 giornalisti di testate nazionali. E l’anteprima nazionale del sondaggio Ipsos sulla felicità. «L’ambizione – sottolinea l’assessore regionale – parte dal famoso discorso di Robert Kennedy sul Pil. E all’inadeguatezza del prodotto interno lordo si riferì, nelle Marche, anche il precursore Giorgio Fuà, economista allievo di Gunner Myrdal, che lavorò nel team di John Kennedy. La sfida è connettere occupazione e capacità produttiva con cultura e qualità della vita». Per cui: «Il festival – nota Marcolini – propone non solo riflessioni ma anche progettualità concrete, a partire dalla misurazione del nuovo indicatore del progresso. In più, la qualità degli invitati e la ricchezza degli appuntamenti sono gli elementi che fanno la differenza, insieme alla distribuzione e all’articolazione su più centri della provincia, sia sul bacino di Urbino, sia su quello di Pesaro». Ancora Marcolini: «Nell’analisi costi-benefici, il festival è un investimento. Non è una fiammata spettacolare, ma pone basi solide e sintetizza nuove ispirazioni». Riccardo Corbelli, coordinatore filiali Banca dell’Adriatico, main sponsor: «Il nostro appoggio va al di là del logo, perché abbiamo sposato non un evento, ma un percorso preciso dentro il piano strategico della Provincia. E siamo anche dentro il comitato scientifico del festival con il responsabile del Servizio studi e ricerche Intesa Gregorio De Felice. La nostra collaborazione conferisce continuità alla storica partnership con l’amministrazione provinciale. Che parte da lontano e si è concretizzata nelle tante iniziative a sostegno delle giovani coppie, dei neolaureati, dell’imprenditoria giovanile e della cessione del credito ai fornitori, bloccata dai vincoli del patto di stabilità. Con questa iniziativa, con coraggio, guardiamo al futuro vicini al nostro territorio».
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