(di Giulio Perrotta) Esistono i “fantasmi”? Molte sono le prove audio, video e fotografiche, sparse in tutto il web; tuttavia, poche sono in grado di lasciare davvero stupefatti chi indaga su questo mistero. L’esistenza dei fantasmi, d’altronde, è direttamente collegata all’esistenza stessa dello spirito. Certo, qualcuno potrebbe puntualizzare che forse si debba parlare di “anima” e non “spirito”; tuttavia, secondo diversi studi di stampo esoterico, al momento del trapasso, l’anima segue il suo naturale corso, mentre lo spirito, in alcuni casi, può restare intrappolato in questa fase terrena se in qualche modo ha delle “pendenze” con la sua vita appena trascorsa.
Attenzione! La teoria è una cosa; la prova è un’altra.
Se nell’idea astratta riusciamo ad immaginare un corpo fisico legato ad un’anima, per mezzo dello spirito, nella pratica dobbiamo necessariamente ricercare quelle prove che possano verosimilmente dimostrare, per lo meno, l’esistenza di un’entità incorporea, sia essa spirito o anima, comunque fantasma.
Imbattendomi in un video trovato su youtube, mentre cercavo materiale per un corso di approfondimento sui fenomeni criminali legati agli operatori del mondo occulto, mi sono accorto che forse la prova non è poi così difficile da trovare, se non con la buona fede dell’autore del prodotto multimediale, ovviamente mantenendo il giusto distacco emotivo dal caso in esame.
Sto parlando del video postato in rete nel Settembre 2015 da Monitor Vanzina (https://www.facebook.com/MonitorVanzinaPaginaUfficiale/), dal titolo “Ho ripreso un fantasma al manicomio di Volterra” e pubblicato in questa pagina: https://www.youtube.com/watch?v=xov3PLfS72E.
Confesso che, lì per lì, il titolo mi invogliava a passare avanti, temendo l’ennesima bufala “paranormale”; tuttavia, scorrendo i secondi e notando l’approccio critico, a tratti maturo, chiaro e lineare dell’autore del video, ho deciso di accettare la sfida, aspettando di visionare tutto il materiale.
Il video in questione mostra l’autore intento a ringraziare un utente del suo canale che, segnalandogli l’ “anomalia video”, ha rilevato qualcosa di davvero interessante. Il video, in particolare, mostra l’analisi grafica del punto sospetto della ripresa di una parte dell’ex Manicomio di Volterra (Pisa), prima schiarendo il contenuto e poi rallentando le immagini.
L’esito è davvero eccezionale: da dietro una finestra senza specchi o vetri, si nota una figura antropomorfa che prima si affaccia incuriosita e poi si nasconde.
Critico e scettico sul fenomeno ripreso “per caso”, mentre l’autore era intento a descrivere un evento collegato ad un paziente dell’ex Manicomio, decido di contattarlo e di chiedergli il video originale, per poter sottoporre lo stesso ad indagine video accurata: per questo mi sono affidato ad una persona di massima fiducia, grafico pubblicitario, tecnico video e fotografo, operante a Milano (Alessio Perrotta, www.alessioperrotta.com), coadiuvato da un tecnico video ed esperto di comunicazione multimediale, operante a Siracusa e Catania (Mars Fraggetta). Il primo ha effettuato un indagine tecnica, lavorando sui canali; il secondo ha provveduto ad elaborare il video per ricercare eventuali artefatti, modifiche artificiose o tentativi di manomissione.
L’autore del video, prontamente e con assoluta cortesia e disponibilità, ha subito acconsentito, inoltrandomi il materiale richiesto.
Questo è quanto è emerso dalle relazioni tecniche degli operatori interpellati, sicuro che il video potesse darmi delle soddisfazioni, in ordine alla prova dell’esistenza di un’entità incorporea:
a) il video originale non mostra artefatti, modifiche artificiose o tentativi di manomissione;
b) il video originale presenta effettivamente un’anomalia che si manifesta maggiormente nei canali freddi;
c) dalle caratteristiche video analizzate, emerge che l’anomalia è effettivamente presente nel video, persiste per diversi secondi ed è in movimento lungo il lato inferiore della finestra ripresa, non ha una presenza fisica corporea calda e non presenta volume e massa.
Andiamo con ordine e mostriamo esattamente le prove oggetto del contendere.
La prima immagine mostra un fermo dell’angolo di interesse.
La seconda immagine mostra semplicemente l’ingrandimento della prima, così da focalizzare meglio il dettaglio della finestra. Notare la ragnatela che, in tutto il processo video, non subirà alcuna modificazione fisica, nemmeno nell’istante in cui appare il volto dell’ “anomalia”.
Nella terza immagine, si aumenta la luminosità e si segnala proprio la ragnatela, che ad un certo punto del video taglierà in 2 in viso del presunto fantasma, senza subire alcuna modificazione fisica.
Nella quarta immagine si è provveduto a sottoporla ad “Effetto Convoluzione”. In sostanza, l’effetto Convoluzione cambia i valori di luminosità di ogni pixel della clip, secondo una funzione matematica preimpostata, detta “convoluzione”. Una convoluzione sovrappone una matrice di numeri a una matrice di pixel, moltiplica ogni pixel sottostante per il valore del numero corrispondente e sostituisce il valore del pixel centrale con la somma di tutti questi prodotti. Questo viene eseguito per ogni pixel dell’immagine. L’area evidenziata in blu è un’altra area ricorrente del video, che mai cambierà forma. Interessante, anche alla luce delle altre immagini che vedremo.
Nella quinta immagine si è provveduto a correzione tonale composita della gamma sostanzialmente ridotte al minimo le sfumature, evidenziando gli elementi più potenti in termini di luminosità, come si nota da alcuni dettagli che prima non si notavano. In questa zona precisa si focalizzerà l’apparizione dell’anomalia.
Nella sesta, settima, ottava e nona immagine si applica la stessa operazione fatta nella quinta immagine, in relazione però alla dinamicità del video, ricercando gli elementi mutati, considerando anche la posizione dei soggetti ripresi e l’uso della telecamera. Nulla sembra cambiare.
Nelle prossime 7 immagini si è provveduto ad applicare l’effetto “ProcAmp”, ovvero l’emulazione software dell’amplificatore di processo disponibile sui dispositivi di montaggio video tradizionali. Questo effetto consente di regolare luminosità, contrasto, tonalità, saturazione e percentuale divisa delle immagini delle clip. Applicato alle immagini in esame si nota che l’area chiara è sempre presente e statica e non denota momentaneamente alcun presenza fisica o incorporea.
Le immagini nn. 18, 19, 20 e 21 sono regolate nei livelli secondo la gamma del blu, rosso e giallo: appare distintamente una sagoma prima di adesso non visibile in tutti i suoi dettagli, prima più sfumata e dopo sempre più definita
Quale approccio possiamo allora applicare al caso in esame?
Essenzialmente 3:
a) l’autore del video ha modificato in maniera eccellente il materiale con una tecnica che non è stata ancora rilevata dagli esperti interpellati;
b) l’anomalia non è altro che un effetto “pareidolico”;
c) l’anomalia è davvero un fantasma.
Proviamo ad analizzare i singoli aspetti.
Relativamente all’ipotesi di modifica artificiosa del video da parte dell’autore (a), la stessa ipotesi è stata scartata dai tecnici interpellati, avendo rilevato l’assoluta genuinità del prodotto; tra l’altro, l’assoluta disponibilità nel concedere le indagini tecniche sul video originale mostrano la buona fede dell’autore. Ad oggi, non ci sono prove che l’autore, dunque, abbia posto in essere artifici e/o raggiri per modificare un video al fine di divulgare la falsa prova dell’esistenza di uno fantasma. Tra l’altro, non ci sono elementi grafici a sostegno della tesi contraria.
Relativamente all’ipotesi di un’anomalia riconducibile all’effetto pareidolico (b), la stessa ipotesi dev’essere scartata in quanto la ripresa cattura l’anomalia mentre è in movimento e i dettagli individuati grazie alle tecniche grafiche realizzate non confermano (anzi smentiscono) l’ipotesi pareidolica, intesa come la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate (es. un volto umano nel muro o su una nuvola).
Relativamente all’ipotesi di conferma della presenza spiritica (c), occorre fare delle puntualizzazioni. Prima di tutto, giova rilevare che l’alta attendibilità del video, delle indagini poste in essere e del comportamento postumo dell’autore del prodotto multimediale giocano a favore della tesi confermativa; tuttavia, con i dati scientifici in possesso non si è ancora in grado di confermare tale ipotesi. Inoltre, l’unica prova un possesso deriva da un video che riprende l’anomalia per pochissimi secondi. A favore della tesi, da un punto di vista analitico, abbiamo però che:
a) l’anomalia è presente e definita nei dettagli;
b) l’anomalia ha un aspetto antropomorfo;
c) l’anomalia non ha presenza corporea (infatti, la ragnatela non subisce modificazioni fisiche con l’avvicinamento dello stesso);
d) l’anomalia è registrata in video mentre è in movimento e non rappresenta un’apparizione statica.
Certo lo studio tecnico effettuato ha fatto emergere la presenza di un’anomalia grafica, non certo la presenza scientifica di un’entità spiritica (che gli operatori grafici non possono ammettere con le prove in possesso); tuttavia, credo ci si possa sbilanciare in questo caso, visto tutti gli elementi in gioco.
Che sia davvero la prova definitiva dell’esistenza di un’entità spiritica?
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