(di Giulio Perrotta) Esiste vita su Marte?
Questa è la martellante domanda riproposta dal SETI, il centro che si occupa della ricerca extraterrestre nello spazio, dopo le ultime spedizioni.
Il pianeta rosso affascina da sempre, sia per la sua vicinanza, sia per le diverse tradizioni che parlando della vita in un lontano passato; anche Sitchin, il sumerologo sparito nel 2010, parlava di una spedizione degli Annunaki proveniente da Marte e diversi contattisti e rapiti parlano proprio di “marziani”.
Cosa c’è di vero allora?
Attualmente, le ricerche divulgate hanno dimostrato che nel pianeta brulicava sicuramente la vita, magari non come la conosciamo noi oggi; poi, a seguito di un impatto meteorico, tutto è cambiato. Le ultime missioni hanno tra l’altro dimostrato la presenza di acqua, a riprova che l’elemento più importante per gli umani è presente anche lì.
D’altronde, è impensabile credere che la vita si sia formata solo sul pianeta Terra, rispetto ai miliardi di siti presenti nell’Universo. E’ impensabile e presuntuoso anche solo supporlo.
Eppure, dobbiamo prendere atto di tre importanti aspetti:
a) la vita, così come la conosciamo noi, potrebbe esistere in forme e condizioni completamente diverse. Vita “intelligente” non presuppone necessariamente un corpo con due braccia e due gambe. Vita può essere anche in forma cellulare, come accade per i virus e i batteri, organismi talmente piccoli da essere invisibili all’occhio umano, ma comunque presenti;
b) l’acqua potrebbe non essere fondamentale in altri sistemi e potrebbe non essere il presupposto “sine qua non” per altre tipologie. Difatti potrebbero essere più importanti altri elementi, oltre all’ossigeno, all’idrogeno e al carbonio. Nell’articolo pubblicato su http://www.ufoonline.it/2012/01/21/pu%C3%B2-esistere-una-vita-extraterrestre-basata-sul-silicio/ si ipotizza infatti la vita basata non sul carbonio, sicuramente stabile, ma sul silicio, molto simile: <<[…] Il Silicio in sostante è l’elemento più abbondante del nostro pianeta dopo l’ossigeno e oggi così indispensabile, materia prima di tutte le tecnologie informatiche. La sua a distribuzione nel cosmo (meteoriti, rocce lunari e marziane) è ampia e documentata. Ma vediamo perchè il Silicio si sta prendendo delle belle rivincite ultimamente. Conoscete i “chips” ? Sono quei mini circuiti che sono alla base dei computers e che sono fatti essenzialmente di Silicio, che è destinato a diventare fra qualche anno più prezioso dell’oro e del petrolio. Ma sono anche altre le sorprese che riserva questo materiale. Nel 1990 furono scoperti (accidentalmente, come spesso avviene) i Fullereni che sono degli aggregati stabili di atomi di Carbonio dalla caratteristica struttura a “gabbia”. Il primo Fullerene sintetizzato era formato da 60 atomi di carbonio disposti in pentagoni su una superficie quasi sferica e cava (molto simile a un pallone di calcio! in effeti il nome Fullerene fu dato a questi composti in onore di R.B. Fuller, architetto americano progettista di cupole geodetiche). Son stati in seguito sintetizzati molti tipi di Fullereni (fino ad un ‘gigante’ di 960 atomi). Queste strutture sono tecnologicamente molto importanti per le loro eccezionali e peculiari caratteristiche di conducibilità elettrica e termica e di durezza (più duri del diamante, che pure è fatto di Carbonio). Ancora una volta il Silicio sembrava più povero, infatti era stato mostrato che esso non poteva formare strutture simili ai Fullereni. Ma un gruppo di ricercatori giapponesi al Joint Research Center for Atom Technology non si è dato per vinto ed alla fine ha ottenuto col Silicio delle strutture molto simili: la principale differenza è che queste “gabbie” di atomi di silicio non possono essere vuote (come nei Fullereni) ma devono “ingabbiare” almeno un atomo di metallo per essere stabili. Ma questo anzichè essere un difetto potrebbe essere un vantaggio. Infatti, cambiando il metallo, cambiano anche le caratteristiche chimiche di tali composti: si potranno quindi progettare ed assembare clusters diversi per diverse applicazioni (nanomeccanismi, catalizzatori….). In particolare, dato che la “gabbia” di atomi di Silicio isola efficacemente l’atomo di metallo all’interno, si può ipotizzare l’utilizzo di questi clusters come memorie per i futuri computers quantistici (un bit di informazione può essere immagazzinato nello stato di spin dell’atomo di metallo). L’energia di legame silicio-silicio è circa la metà di quella carbonio-carbonio, quindi il silicio non forma molecole complesse o lunghe catene come fa il carbonio. Nei siliconi la catena è silicio-ossigeno, ma questo limita la complessità. Difficile immaginare una forma di vita basata sul silicio, con una chimica analoga a quella del carbonio. Forse si potrebbe immaginare una forma di vita cristallina, ma sarebbe probabilmente molto diversa da come intendiamo la vita noi. […]>>;
c) le varie immagini che ci provengono da Marte, come la sfinge, il volto, le costruzioni piramidali e gli esseri aracnidi mostruosi, altro non sono che pareidolie, ovvero immagini che la nostra mente associa perché simili per riconoscerli più facilmente.
Insomma, per adesso, dovremmo accontentarci di speculazioni, in attesa di scoprire se su Marte (e altrove) c’è vita!
http://www.attivotv.it/foto-nasa-marte-probabile-vita-aliena/
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