di Gianfranco Broun
Engaged – Il Libro di Renzo è il primo capitolo della saga firmata da Beppe Roncari. Una storia in due volumi che si concluderà a settembre con la pubblicazione, sotto il marchio di Sperling & Kupfer, de Il Segreto di Lucia. Per l’occasione abbiamo intervistato l’autore.
LAP: Pochi giorni fa, esattamente il 22 maggio, è stato il centocinquantennale della scomparsa di Manzoni. In questi stessi giorni è uscito il primo volume della tua saga in due parti ENGAGED…
BR: Esatto, ENGAGED, cioè fidanzati in inglese, ma anche appassionati e impegnati nella lotta, è un retelling in chiave fantasy storica dei Promessi Sposi, edito da Sperling & Kupfer, Gruppo Mondadori. Il primo romanzo, Il Libro di Renzo è uscito il 16 maggio e il secondo, Il Segreto di Lucia non si farà attendere molto perché uscirà già a settembre, in occasione della riapertura delle scuole. ENGAGED, infatti, è un grande inno di amore a Manzoni e alla sua opera, che siamo stati tutti costretti a studiare a scuola, arrivando spesso a odiarla, invece di leggerla innanzitutto come un grande romanzo di avventura, una storia d’amore e un libro ironico, che deve molto alla tradizione delle commedie popolari. ENGAGED, però, pensato per il pubblico young adult, è un po’ più dark e molto più fantasy. Sono partito da un “what if?” molto semplice ma intrigante. E se… la storia contenuta nel Manoscritto Anonimo del Seicento “ritrovato” da Manzoni fosse stata tutta “vera”? Comprese le parti che parlavano di “opinioni piuttosto strane che mal fondate” (leggi: la credenza nella stregoneria) e di “bontà angeliche opposte alle operazioni diaboliche”.
LAP: Le premesse di questo libro, quindi, uniscono storia e fantasy…
BR: Proprio così, si tratta di un fantasy storico, un genere molto interessante, perché permette di conciliare, per dirla con Manzoni (Lettera a M. Chauvet), il vero storico con il vero poetico. Ma quello che è nascosto nei pensieri, nelle risoluzioni e nelle emozioni dei personaggi storici, grandi e piccoli, Napoleone come le “genti meccaniche” dei Promessi Sposi, rimane nell’ombra della storia ed è compito del “vero poetico”, cioè dell’immaginazione e della fantasia, ricostruirlo e dargli vita. È anche per questo, credo, che hanno tanto successo oggi le magnifiche lezioni di storia del Prof. Alessandro Barbero, che partono dall’aneddotica, dai diari, dalle testimonianze dirette di coloro che la storia l’hanno fatta e vissuta sulla propria pelle, per dare “il sapore” di un’epoca e della sua mentalità. Insomma, “il sugo della storia”.
E fino a qui ho parlato solo dei romanzi storici.
Come si inserisce il fantasy in questo discorso?
Dopo Il Signore degli Anelli di Tolkien, il fantasy è legato a doppio filo alla storia, reale o immaginaria, con la sua applicabilità alla vita del lettore. Alcuni problemi della modernità sono talmente complessi che non si può affrontarli ed esaurirli semplicemente con l’analisi storica o filosofica, per esempio il problema della Banalità del Male dei totalitarismi, su cui ha puntato i riflettori della coscienza Hannah Arendt. Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, come pure 1984 di George Orwell, Il Signore delle Mosche di William Golding, Brave New World di Aldous Huxley e That Hideous Strength di C.S. Lewis, per esempio, sono tutte grandi opere fantastiche che affrontano il problema del Male Assoluto elevando a livello sistemico la figura retorica della Metafora. E sono tutte opere cardine della letteratura del Novecento scritte da autori che vissero in prima persona gli orrori della Prima guerra mondiale per scrivere poi a ridosso di quelli della Seconda…
Il fantasy inoltre aiuta a estraniarsi dalla propria realtà e a partecipare con più trasporto alle vicende dei protagonisti, richiedendo un grande investimento emotivo e di immaginazione al lettore, aiutandoci a vederci dall’esterno e ad affrontare i problemi della quotidianità da un altro punto di vista. Almeno, questo fanno le grandi storie di fantasy e fantascienza.
LAP: Uno dei temi di fondo de I Promessi Sposi è la Provvidenza. Come la interpreti tu, specie in chiave moderna?
BR: Grazie della domanda. Recentemente ho letto l’ennesimo articolo che sostiene che, tolto Dio dall’opera di Manzoni, tutto crolla, e che è l’Onnipotente il vero e solo protagonista della storia… il che farebbe di noi umani dei semplici burattini del teatro cosmico, cosa che fra l’altro non è per niente in linea con l’insegnamento più illuminato della teologia cristiana secondo cui l’uomo è importantissimo e fatto a immagine e somiglianza del Creatore. In ENGAGED, io abbandono del tutto la via “fideista” e affronto il tema della Provvidenza da una prospettiva schiettamente umanista, filosofica e scientifica, basata, mutatis mutandis, sul Principio Antropico. E il bello è… che l’impalcatura della storia non viene affatto a cadere, anzi, si rafforza e si spiega. Nel mondo di ENGAGED esistono angeli e demoni, ma loro stessi non sanno se esista o meno un essere superiore. Si limitano a osservare che le “aure” di alcune persone, anche umili, “brillano” più delle altre… e sono proprio quelle delle persone destinate ad avere un ruolo importante nella Storia con la “S” maiuscola. O meglio, a essere “ricordati” nelle storie dei secoli a venire, a diventare una parte importante della narrazione collettiva.
Angeli e demoni stessi per me, ontologicamente, sono lo stesso genere di entità, “esseri eterei”, cioè dotati di puro intelletto, e praticamente immortali, che vivono a fianco degli esseri umani e animali in una forma di simbiosi. Semplicemente, gli angeli sono convinti di fare il bene degli essere umani (ma sono piuttosto paternalistici), mentre i demoni dicono schiettamente che vogliono godersela e fare quello che gli pare e piace con noi “esseri inferiori”… ma non possono realmente “costringerci” a fare niente, senza il nostro consenso. L’elemento del libero arbitrio e della scelta individuale, così come nel romanzo di Manzoni, è un cardine irrinunciabile anche in ENGAGED.
LAP: “Quel ramo del lago di Avigliana, che volge a mezzogiorno…”. Qualche elemento della tua terra adottiva si intravede tra le pagine di ENGAGED…
BR: Abito sotto la Sacra di San Michele, uno dei santuari dell’arcangelo collocati sulla cosiddetta “Linea del Drago” che va dalle isole Skelling in Irlanda, a Sant Micheal’s Mount in Inghilterra, a Mont Saint Michel in Francia, alla Sacra di San Michele e al Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo in Italia, fino al Monastero di Symi in Grecia e a quello dl Carmelo in Israele. E poi c’è un santuario di San Michele anche sul Monte Barro, di fronte a “quel ramo del lago di Como”, dal lato di Malgrate. Michele appare come personaggio secondario nel romanzo, il superiore di Mumiah, che invece definisce se stesso “l’ultima ruota del carro angelico”, perché non è certo il più potente fra gli angeli. E poi ci sono anche alcuni altri cammei legati alla storia, perché nel conflitto militare sotteso agli anni in cui si svolgono le vicende dei Promessi Sposi c’è la guerra di successione di Mantova e del Monferrato, in cui combatté anche il Duca di Savoia. Non ci sono solo i Lanzichenecchi tedeschi ma anche i moschettieri francesi di Re Luigi XI e del Cardinal Richelieu (che hanno un cammeo nel secondo volume della dilogia, Il Segreto di Lucia), e nell’ambito di quella guerra venne combattuta anche una battaglia ad Avigliana, nel 1629.
Inoltre, il territorio piemontese è legato strettamente alla vicenda dello spionaggio industriale per sottrarre ai bolognesi il segreto dei loro “mulini da seta”, gli immensi torcitoi meccanici a energia idraulica in grado di fare con una manciata di operai lo stesso lavoro di centinaia di “filatori”. Filatori come… Renzo Tramaglino, che in ENGAGED viene presentato come doveva essere davvero all’epoca, un ingegnere meccanico… streampunk con la “R”. A Caraglio, in provincia di Cuneo, sono conservati tutt’ora i più antichi torcitoi idraulici in legno a “S” e a “Z” che si siano conservati, che risalgono alla seconda metà del Seicento. Macchine meravigliose, migliorate da Leonardo da Vinci, che in ENGAGED hanno una potenza… metafisica.
LAP: Una volta finito di leggere ENGAGED – IL LIBRO DI RENZO resta la voglia di immergersi subito nel seguito, IL SEGRETO DI LUCIA, che uscirà a settembre. Cosa bisogna aspettarsi?
BR: Le vicende del primo volume partono dal rogo di Giordano Bruno, avvenuto il 17 febbraio 1600, con la sparizione del suo Libro Segreto, e raccontano l’adolescenza di Renzo, Lucia e Rodrigo quando erano ancora amici, nel 1624, per poi saltare agli eventi del 1628, durante gli anni della Carestia, che vedono la fuga dei promessi sposi da Lecco per arrivare Lucia a Monza e Renzo a Milano, e si conclude con la rivolta del pane e con la rocambolesca fuga di Renzo dalla capitale lombarda, fino all’arrivo dal cugino nella Repubblica di Venezia, dove si scopre l’arcano che guida la trama del primo romanzo… ovviamente con un rilancio e un cliffhanger “apocrifo”, che dà un senso narrativo ai due anni in cui gli innamorati restano separati.
Nel secondo volume, Il Segreto di Lucia, la narrazione riprende dove si è interrotta e la protagonista delle vicende diventa sempre più Lucia, non madonnina infilzata e nemmeno acqua cheta ma… dovrete leggerlo, per scoprire il suo segreto. Il suo vero segreto, e il segreto della Provvidenza, molto più sorprendente di quello che si intravede già nel volume uno. Ovviamente, poi, ci sono la Monaca di Monza (o meglio, le due monache di Monza!), l’Innominato, la Guerra, la Peste e… Vi lascio immaginare.
LAP: Cosa vorresti che rimanesse al pubblico dopo la lettura di ENGAGED?
BR: La sensazione di aver letto una bella storia e di aver vissuto con i personaggi del libro, una vibrazione del cuore alla menzione dei nomi di Renzo, Lucia, Rodrigo… e degli altri personaggi secondari, ma mai superflui, della vicenda.
Inoltre vorrei che fornisse una chiave di accesso ai Promessi Sposi per i lettori più giovani, e un grimaldello per appassionarsi alla storia, alla ricerca, alla scoperta del perché delle cose.
Scrivere ENGAGED mi ha fatto appassionare ancor di più alla storia e ai Promessi Sposi, e spero che possa fare lo stesso per molti lettori. Ma soprattutto, vorrei che si divertissero e cominciassero a essere sempre più curiosi, a caccia di nuove storie. Sono lì, fra le pieghe di quel gran guazzabuglio che è il cuore umano. Sta a noi dipanarle.
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