Renzi stravince le primarie del PD con quasi il 70% delle preferenze in una giornata di festa dalla grande partecipazione popolare. Il successo delle primarie acclama Matteo Renzi, sindaco di Firenze, segretario del Partito Democratico ma apre le porte a inevitabili analisi politiche.
Con Renzi il PD si sposta ulteriormente al centro e si allontana ancora di più dall’elettorato di sinistra che ha appoggiato Pippo Civati e Gianni Cuperlo.
Il successo di Renzi non lascia spazio ad interpretazioni: la vecchia dirigenza del partito é già salita sul carro del vincitore nella speranza di non finire rottamata.
Ma la rottamazione tanto ventilata da Renzi sicuramente non ci sarà. Il “cavallo di battaglia” é già stato abbandonato da tempo dal giovane leader del PD, il quale, nella sua comunicazione ha sostituito il termine “rottamare” con parole più affini ad un partito di centro che si rispetti come “prudenza” e “strategia”.
Il mondo degli interessi economici e i centri di potere trasversali hanno scelto colui che, nella loro opinione, può dare maggiori garanzie di compromesso e di mantenimento delle poltrone. Renzi é ormai un politico vero e gli anni della ribellione e della rottamazione sono ormai alle spalle. Ora si ritroverà a guidare proprio quell’ampia fetta di partito che voleva mandare a casa.
Il tutto a discapito della sinistra, del popolo di sinistra che non ha più riferimenti e che il cambiamento lo invoca davvero, al di là degli slogan in salsa fiorentina. Beppe Grillo ringrazia, da oggi tanti altri delusi del PD lo seguiranno.
E’ ufficiale: la sinistra é morta.
Stefano Bassi
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