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Il 2021 della Squadra Corse Angelo Caffi inizierà con il botto. Il team bresciano si prepara infatti ad affrontare la Dakar 2021 con un equipaggio di grandissimo livello composto da Luciano Carcheri e Roberto Musi.

La trasferta nella più celebre delle maratone del pianeta sarà imperdibile per una lunga serie di motivi. Il primo: Carcheri, già partecipante alla Dakar in ben 8 occasioni (1992, 1995, 1996, 1997, 1998, 2000, 2001, 2002), 7 delle quali tra le moto, farà il suo ritorno nella competizione a 18 anni dall’ultima volta, nel 2002. Secondo: il driver ligure, che tornerà in equipaggio con Roberto Musi, ritroverà per l’occasione la stessa Nissan Patrol con la quale partecipò alla sua unica Dakar su quattro ruote, nel 1998. Terzo: Carcheri e Musi concorreranno alla prima edizione della Dakar Classic, la categoria che quest’anno ammetterà alla corsa anche le vetture “storiche” ovvero quei modelli che hanno fatto la storia del rally raid, dal suo inizio fino ai primi anni 2000.

L’evento quest’anno si sposterà totalmente in Arabia Saudita, con 12 tappe distribuite in una sorta di percorso a cerchio con partenza e arrivo a Jeddah, dal 2 al 15 gennaio, inclusi il prologo e una sola giornata di riposo tra la prima e la seconda settimana. 7660 chilometri complessivi di cui quasi 4800 cronometrati comporranno un’edizione sulla quale si sono già accesi i riflettori internazionali, sia per la nuova location che per le grandi aspettative che ruotano intorno all’evento, primo in assoluto del 2021 al quale tutto il mondo attribuisce anche un valore emotivo di rinascita.

Luciano Carcheri, classe 1960, originario di Diano Marina in Liguria, tornerà ad affrontare una corsa che, a 18 anni di distanza, ha cambiato in maniera preponderante i suoi connotati. Abbandonata l’Africa, l’epico evento non ha mai smesso di suscitare attrazione nel pilota ligure che, anche a causa dell’introduzione della categoria Classic, ha ceduto alla tentazione di riprovarci. E ci riproverà con la Nissan Patrol con la quale fu protagonista nel 1998, allora con il Team Giletti. La vettura in questi anni ha subito diverse modifiche, inclusa la livrea che porterà orgogliosamente il logo della Squadra Corse, ed ora è equipaggiata con un motore a 6 cilindri in linea da 4.500cc, cambio Sadev ad innesti frontali, serbatoio di benzina da 450 litri e una carrozzeria alleggerita in carbonio e kevlar. Carcheri e Musi saranno in gara tra i 25 partenti della Classic, uno dei pochi equipaggi italiani al via, con il numero #225.

“A distanza di anni è decisamente scattato qualcosa – ha commentato il driver ligure, – e sono davvero curioso di scoprire quanto è cambiata la Dakar in tutto questo tempo. Ricordo esattamente l’edizione 1998 che corsi con questa Nissan Patrol. Ai tempi la vettura correva in categoria Marathon, era di per sé simile alla vettura di serie, mentre ora è stata portata alle specifiche T1 quindi decisamente più competitiva. Ricordo ancora quella ventesima edizione, una delle più dure di sempre con meno della metà degli iscritti al traguardo, 11.000 chilometri complessivi, alcune delle più difficile tappe di dune africane. Ha lasciato ricordi indelebili nella mia memoria. Ma non sono gli unici ricordi della Dakar, se chiudo gli occhi rivedo le piste che ho percorso in moto, rivedo le dune, le notti insonni, il fango delle giornate di pioggia, la polvere di quelle assolate. Risento ogni rumore, ogni dettaglio. È una gara che ti entra sottopelle, e anche se passano gli anni non riesci certo a dimenticarla”.

Carcheri ha debuttato nelle corse con le moto enduro conquistando un Campionato Italiano a Squadre, mentre poi si è distinto con il motoslitte entrando nel Motoslitte Team Italia, con il quale ha partecipato al Campionato Europeo 1990 e 1991. È approdato ai rally raid già nel 1990 partecipando alla Lima-Rio de Janeiro, il prestigioso Incas Rally, giungendo dodicesimo assoluto. Nel 1995 è giunto nono e secondo degli italiani al Rally di Tunisia, mentre il debutto alla Dakar risale del 1992. Nel ’95 chiude ventesimo assoluto e terzo tra i prototipi (moto), nel 2000 è primo degli italiani. Vanta oltre 150mila chilometri percorsi nei deserti di tutto il mondo. Ha partecipato anche al Rally Raid TT Rally Tunisia, e ha conquistato sia il Rally del Marocco che il Rally dei Faraoni, in quell’occasione con una Mitsubishi Pajero. Dopo aver chiuso il capitolo con i raid dicendo “ho dato molto, ho chiuso 6 Dakar su 8: può bastare!”, Carcheri si è cimentato nelle storiche con il Grand Prix di Monaco Historique 2016 e quindi, con la Squadra Corse Angelo Caffi, nella Nascar Whelen Euro Series 2017 chiusa al terzo posto, dimostrando un grande adattamento nelle più disparate categorie.

Roberto Musi, dal canto suo, conta oltre 200 spedizioni nel deserto dal 1986 ad oggi. Spiccano i Rally d Tunisia, Marocco, il Raid del Faraoni, l’Abu Dhabi Desert Challenge, gli apputamenti della Coppa del Mondo come l’Italian Baja e ovviamente la Dakar. Non solo pilota e navigatore, Musi è stato impegnato come organizzatore, responsabile d’assistenza, reporter, campo spedizione nelle carovane di fuoristrada nel Sahara.

L’equipaggio, quasi a rivivere tempi oramai perduti, ha preso la coraggiosa decisione di concorrere a questa Dakar Classic senza troupe d’assistenza. Carcheri e Musi hanno difatti caricato tutto il necessario sulla Nissan Patrol più una parte dell’attrezzatura su un camion d’appoggio, ma ogni intervento meccanico che si renderà necessario sarà condotto da loro direttamente. Ogni scelta, ogni dettaglio, ogni momento sarà gestito direttamente da loro.

“Per noi è una grande emozione poter essere al via della Dakar in un anno così importante – ha commentato Benedetta Caffi Marelli, Presidente della Squadra Corse Angelo Caffi. – Questa importante partecipazione aumenta il prestigio internazionale del nostro gruppo, che anche in un anno così difficile come quello che stiamo vivendo ha continuato a raccogliere risultati importanti che ci hanno riempito di orgoglio. Luciano e Roberto sono due grandissimi esperti della Dakar, e anche se non la corrono da molti anni queste corse lasciano un’impronta indelebile, siamo sicuri che faranno parlare di loro e siamo orgogliosi di averli a bordo”.

Come detto la partenza della Dakar 2021 sarà da Jeddah (SAU) il 2 gennaio per la tappa prologo. La prima vera tappa sarà Jeddah-Bisha, il giorno successivo, mentre la più lunga chilometricamente si affronterà mercoledì 6, giorno dell’Epifania, con Wadi Ad-Dawasir-Riyadh di 813 chilometri totali. Il tratto competitivo più tosto, almeno per lunghezza, sarà quello della penultima tappa, AlUla-Yanbu di 511 chilometri, in programma il 14 gennaio. L’arrivo, nuovamente a Jeddah dopo aver praticamente circumnavigato la penisola arabica, sarà venerdì 15 gennaio.

Imponente la copertura mediatica, che assicurerà trasmissioni in tutto il mondo. In Europa, e in Italia, la corsa sarà visibile su MotorTrendOndemand, RedBullTV e ovviamente su Eurosport.“L’obiettivo – ha concluso Carcheri – sarà capire se questa Dakar è qualcosa di valido. Dopo il Sud America, del quale ho ascoltato i racconti e dove ho corso nel 1990 quando laggiù la Dakar ancora non aveva messo piede, questa edizione promette di scrivere un nuovo capitolo nella storia di questo glorioso evento. Sono prima di tutto curioso: curioso di confrontarmi nuovamente con me stesso e con un rally raid, curioso di vedere l’effetto che farà, 23 anni dopo la mia ultima Dakar con quattro ruote”.

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