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depaoliMassimo Depaoli, insieme al collega di Livorno, è la principale novità di questo turno amministrativo. E’ riuscito ad avere la meglio sul sindaco uscente Alessandro Cattaneo, sindaco più amato d’Italia per Ipr Marketing/Sole24Ore 2014 e figura di spicco del centro-destra nazionale. Raggiunto al telefono mentre è alle prese con i primi adempimenti da primo cittadino, ha una duplice spiegazione alla sua, per certi versi clamorosa, vittoria. “Credo che si sia confusa la popolarità personale con la condizione delle città e penso che Cattaneo abbia pagato quello che a livello politico lo ha circondato. Poi Pavia i suoi problemi ce li ha, sul decoro urbano, sulla sicurezza e sul rapporto tra quartieri e centro città”.

Depaoli è al lavoro per preparare la giunta, “entro la prossima settimana conto di ufficializzarla per metterci subito al lavoro”, ma già ha ben chiaro il principale problema che dovrà affrontare: quello delle risorse. “Per i Comuni il tema è centrale – spiega -. La riduzione dei trasferimenti diventa sempre più importante e, al di là del quantum, sarà importante capire su quali leve, fiscali e finanziarie, i Comuni potranno contare. Serve quindi un quadro normativo omogeneo”.
Pavia e l’Expo a due passi, prospettive? “Mi spiace dirlo ma ad oggi la nostra città rischia di essere tagliata fuori. Non ho ancora avuto modo di parlarne con il sindaco di Milano ma ribadirò quanto detto in campagna elettorale ovvero che possiamo giocare molte carte, dall’agricoltura alla cultura, dalla storia alla messa in campo delle nostre competenze scientifiche. Valorizzare tutto questo sarà il nostro obiettivo per ripartire”.

Expo, però, vuol dire anche bufera giudiziaria. “Per arginare l’illegalità – ragiona Depaoli – servono strumenti adeguati perché la battaglia è durissima. Raffaele Cantone è persona qualificata e gode della massima fiducia ma bisogna metterlo nelle condizioni di operare in maniera efficace”. “Inoltre – aggiunge il sindaco di Pavia – vanno sperimentate forme che rendono più mirato il controllo sulle imprese, ad esempio sul modello di Liubera; poi devono essere snelliti i passaggi burocratici, unitamente ad una selezione più stringente della classe politica anche se su questo vedo difficile pensare strumenti che prevengano la corruzione”.

Infine un passaggio sulle riforme istituzionali. “I confini provinciali sono superabili ma se penso all’esperienza vincente dei Parchi vedo negli ambiti geograficamente omogenei una prospettiva interessante per la crescita dei territori. Gli enti intermedi, rivisti e ripensati, li reputo un’esigenza”, conclude Depaoli.

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