Due settimane di competizione estrema, 11 tappe, paesaggi mozzafiato, emozioni senza fine e migliaia di chilometri di una gara dura, sfiancante. Ecco lo scenario che l’inizio dell’anno ha offerto la “Dakar” in Arabia Saudita! Dakar che ha detto bene dal 51enne piemontese Cesare Zacchetti e la sua KTM ma anche alla debuttante Squadra Corse Angelo Caffi nella nuova categoria Dakar Classic.

Partendo dalle moto, sul traguardo di Jeddah, Zacchetti ha accarezzato la bandiera a scacchi in 38^ posizione assoluta, primo degli italiani in moto e settimo della speciale classifica della categoria denominata OriginalByMotul”, riservata ai piloti che hanno corso tutta la gara senza assistenza. Un’esperienza unica, ricca di momenti difficili, dovendo correre in completa autonomia, ma anche estremamente esaltante sotto l’aspetto umano oltre che tecnico.

La gara (questa del 2021 era la terza esperienza per Zacchetti alla “Dakar”), avviata il 2 gennaio, aveva visto Zacchetti partire con cautela, cercando di prendere le classiche misure ad una competizione che il minimo errore, la minima esitazione ed anche il più piccolo momento di esitazione lo fa pagare caro. Ha sfruttato anche l’esperienza, Zacchetti, alla sua terza esperienza nella più famosa maratona desertica e giorno dopo giorno ha saputo scalare i valori della classifica peraltro con risultati parziali estremamente interessanti, spesso anche in linea con i piloti ufficiali presenti, che dispongono certamente di un’organizzazione più strutturata che non i piloti privati.

Zacchetti ha gareggiato con un visore per la realtà aumentata e ha condiviso in diretta sui social tutto il percorso. I suoi follower hanno potuto vederlo in azione e hanno ammirato la sua capacità di orientarsi nel deserto per tutti i 13 giorni di gara.
“Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito – commenta Zacchetti – supportato, durante tutta la gara mediante i social soprattutto. Pazzesco! Grazie davvero. Un’esperienza magnifica sotto l’aspetto sportivo ma soprattutto anche umano. Ho avuto un momento di spavento quando nel primo giorno, alla mattina era ancora buio e sono scivolato su del gasolio perso da un camion. Sono caduto ma per fortuna i danni erano minimi. Poi per il resto momenti bellissimi, con i compagni di avventura, i paesaggi che attraversi, momenti, attimi davvero unici. Grazie davvero a tutti!”.

La prima partecipazione della Squadra Corse Angelo Caffi al rally raid più famoso del mondo si è conclusa con grandi soddisfazioni nella nuova categoria Dakar Classic

L’equipaggio ufficiale composto da Luciano Carcheri e Roberto Musi, tornati alla Dakar dopo anni di assenza con la Nissan Patrol #225 che corse il raid nel 1998 con a bordo proprio il pilota ligure, è riuscito in un’impresa strepitosa: settimo posto assoluto, quarto in Gruppo H2, primo degli italiani e vincitore della Classe H2.8. Un risultato prestigioso, ad un soffio dal podio, giunto al termine di due settimane intense, dure, tecniche dove il duo della Squadra Corse ha dovuto imparare l’arte della regolarità, destreggiandosi tra navigazione, GPS, controlli di media e precisione al centesimo di secondo sulle piste della penisola arabica.

Carcheri e Musi, che hanno corso senza l’ausilio di assistenza e provvedendo autonomamente ad ogni intervento meccanico sull’auto, hanno raggiunto la pedana di Jeddah senza nascondere la loro emozione. Un’avventura la loro che ha avuto i contorni delle Dakar di un’epoca passata, quando dopo le tappe erano le torce in testa ad illuminare la notte, tra controlli di rito ed interventi disperati per cercare di non arrendersi.

Nel corso della prima settimana tutto è filato liscio, fino ad un problema con il tubo che porta il fluido all’attuatore della frizione nell’ultima giornata prima del riposo. L’esperta mano di Musi ha rimesso tutto in ordine e la Patrol ha girato come un orologio svizzero. Nelle ultime due tappe un piccolo tubicino dei freni si è danneggiato rischiando di complicare la vita al duo italiano che però è intervenuto in tempo, mentre nella penultima tappa una leggera divagazione e un problema con il mozzo anteriore hanno privato l’equipaggio del team bresciano della trazione anteriore rendendo ancora più sfidante il finale della penultima tappa. È il fascino della Dakar, quel non sapere cosa succederà l’attimo successivo.

“Ce l’abbiamo fatta – le parole di Carcheri all’arrivo finale, – è stata un gara stupenda, non sapevo cosa aspettarmi da questa Dakar in Arabia Saudita, ma sono rimasto davvero colpito. Il territorio è molto vario, abbiamo incontrato ogni terreno, ogni condizione. Ci sono sicuramente tutte le situazioni per creare una gara degna di questo nome, e onestamente non escludo che questa esperienza si possa ripetere”.

“Abbiamo raggiunto un risultato che prima di partire non era scontato – ha concluso Musi, – abbiamo imparato molto, per noi la formula della regolarità era completamente nuova, quindi abbiamo dovuto capire come funziona prima di applicarla. La formula a mio avviso è riuscitissima, credo che la Classic abbia l’opportunità di crescere molto forte nei prossimi anni. La voglia di riprovarci è fortissima”.

“Un’emozione incredibile – ha aggiunto il Presidente della Squadra Corse Angelo Caffi Benedetta Caffi Marelli, – partecipare alla Dakar è stato qualcosa di straordinario, e raggiungere questo risultato all’esordio ci riempie di orgoglio. Un grazie a Luciano e Roberto che hanno corso con grande determinazione, affrontando tutti gli imprevisti con positività, l’approccio vincente per questa leggendaria corsa”.Dakar Classic 2021 | Classifica assoluta1. Douton-Etienne (FRA) – Buggy Sunhill; 2. Donatiu-Puig (ESP) – Mitsubishi Montero V6; 3. Harichoury-Fertin-Correia (FRA) – Renault 420DCI; 4. Revuelta-Sanchez Hernandez (ESP) – Toyota Land Cruiser; 5. Verdaguer-Verdaguer (FRA) – Buggy Sunhill; 6. Lacarrau-Quemin (FRA) – Toyota Proto KDJ95; 7. Carcheri-Musi (ITA) – Nissan Patrol; 8. Boet-Rabell (ESP) – Mercedes Unimog; 9. Callewaert-Morel (BEL) – Volkswagen Baja; 10. Gutierrez-Heras Rodriguez (ESP) Mercedes G-320.

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