Fra le varie proposte di conto bancario, uno di quelli che negli ultimi tempi sta suscitando un sempre maggiore interesse è il conto vincolato senza spese di attivazione, un prodotto finanziario offerto dalle banche che, come facilmente si può comprendere dalla terminologia, si caratterizza per la presenza di un vincolo di carattere temporale. In altri termini, le somme depositate su questo conto non possono essere movimentate per un periodo di tempo fissato a priori.
L’altra fondamentale caratteristica dei conti vincolati è che il tasso di interesse proposto dalla banca è di norma più elevato rispetto a quello di un conto non vincolato, dal momento che il cliente non può prelevare il denaro depositato per tutto il periodo stabilito dal contratto. Solitamente i conti vincolati non prevedono spese di attivazione e nemmeno spese gestionali.
Conto vincolato: il tipo di vincolo, il tasso e le possibilità dopo lo svincolo
Quando si parla di conti vincolati si deve distinguere fra due principali possibilità. Si vincola tutta la somma depositata su un conto o in alternativa si vincola soltanto una parte del deposito. Nel primo caso si ha un conto di deposito puro, nel secondo caso un conto corrente con somme parzialmente vincolate. Il tasso di interesse è maggiore sulla parte vincolata.
Il tasso di interesse dei conti vincolati è fisso. Ciò significa che le condizioni di mercato non influenzano quanto stabilito al momento della stipula del contratto. Il tasso non potrà né aumentare né scendere, ma rimarrà tale fino a quando il vincolo non cesserà.
Una volta cessato il vincolo, il cliente ha due opzioni: movimentare la somma svincolata oppure vincolarla nuovamente per un altro periodo a sua scelta, ovviamente per i periodi previsti dalle condizioni contrattuali. Va ricordato che non sono previsti rinnovi automatici del vincolo.
Conto vincolato: qual è la durata del vincolo?
Riguardo alla durata del vincolo si ha una notevole varietà di scelta: tipicamente si va dai 3 ai 36 mesi, con durate intermedie di 6, 12, 18 e 24 mesi, ma le cose possono variare fra un istituto bancario e l’altro. La scelta della durata è ovviamente a discrezione del cliente che farà le sue valutazioni. Di solito per i vincoli a 3 mesi, il periodo minimo, il tasso di interesse proposto dalla banca è, per ovvie ragioni, leggermente inferiore a quello proposto per durate più estese.
Quale somma può essere vincolata? E quando vengono liquidati gli interessi?
I contratti di conto vincolato prevedono solitamente sia un limite minimo che un limite massimo. Non c’è comunque una regola standard sulla somma perché ogni banca ha le sue specifiche proposte.
Anche per quanto riguarda gli interessi non c’è una regola fissa relativamente alla loro liquidazione. Molto spesso gli interessi vengono liquidati trimestralmente, ma è anche possibile che lo siano una volta scaduto il vincolo sulla somma. Le modalità di liquidazione sono comunque obbligatoriamente indicate sul contratto che deve essere attentamente controllato.
Per quanto concerne la tassazione, gli interessi attivi maturati sui conti vincolati sono attualmente sottoposti a una ritenuta fiscale del 26%. È l’istituto bancario che funge da sostituto d’imposta trattenendo la somma dovuta dal cliente e versandola all’Agenzia delle Entrate. Sui conti bancari inoltre, non solo quelli vincolati, è dovuta anche l’imposta di bollo.
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