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Nei giorni scorsi avevamo parlato qui delle polemiche che stavano accompagnando la formazione della giunta comunale da parte del neo sindaco PD di Piacenza, Paolo Dosi. Dapprima il sindaco aveva annunciato di poter definire la squadra in soli 5 giorni per poi tergiversare oltre due settimane. Dopo le polemiche da parte dell’opinione pubblica e sulla stampa riguardo a questo ritardo, attribuito a divisioni interne allo schieramento di centrosinistra, Dosi si é affrettato ieri sera a comunicare la squadra di governo convocando i giornalisti alle 18 a Palazzo Gotico. A dare subito nell’occhio l’assenza non solo dell’area PD facente riferimento all’ex vice sindaco Francesco Cacciatore ma anche l’assenza di alcuni neo-assessori. Dosi per diversi minuti al telefono si é poi rivolto ai giornalisti con “Scusate ma é difficile reperire le persone a quest’ora”.

Risultato comunque era che la Giunta era stata composta, zoppa però del nono assessore e della poltrona di vice sindaco, ancora contesa dalle divisioni interne. La giunta era stata annunciata qui.

La notizia di oggi é che uno degli assessori, Roberto Colla, ha rinunciato all’incarico dopo essere stato nominato diffondendo questo comunicato:

Giovanni Rossi, Segretario Provinciale dei “Moderati” appartenenti alla lista civica “Moderati e Piacentini per Dosi” comunica la non accettazione da parte del Consigliere Roberto Colla della carica di assessore e delle relative deleghe. Tale decisione, espressa ufficialmente in data odierna al Sindaco Paolo Dosi, è stata determinata dai seguenti motivi:
– la mancata effettuazione di un percorso condiviso, da parte di tutta la coalizione, per giungere all’individuazione delle persone e dei ruoli ad esse confacenti in vista di un servizio costruttivo a vantaggio della comunità cittadina,
– la mancanza di serenità che si è venuta a creare nell’ ambito della maggioranza, la quale comprometterebbe fin dall’ inizio la realizzazione del programma comunicato ai cittadini in  campagna elettorale.
Nel contempo il Movimento cittadino dei “Moderati” ha annunciato al Sindaco la prossima costituzione all’ interno della maggioranza del gruppo autonomo dei “Moderati”, a cui appartengono Roberto Colla e Lucia Rocchi, eletti nell’ ambito della lista civica “Moderati e Piacentini per Dosi”.

La giunta Dosi parte zoppa e molte cose sono quindi da rivedere. Sicuramente non si tratta di un bello spettacolo, soprattutto alla luce di quel forte astensionismo che ha portato più della metà dei piacentini a non recarsi più alle urne. Certamente questa lacerazione nel PD non fa altro che testimoniare come la politica non stia comprendendo le esigenze dei cittadini e non stia facendo granché per ridurre quel crescente senso di antipolitica.

Durissimo arriva anche il commento dell’ex candidato al ballottaggio con Dosi, Andrea Paparo:

«Dopo rinvii e azzeramenti, la falsa partenza della Giunta Dosi non fa altro che confermare quanto già sospettato: peggio di così non poteva proprio andare, sono degli irresponsabili». Il candidato al ballottaggio Andrea Paparo, incredulo di fronte alla situazione venutasi a creare, con «giunte che si fanno e si disfano nel giro di mezz’ora, persone che vanno e che vengono, assessori nominati inconsapevolmente, altri che rinunciano, telefonate dall’alto, convocazioni last minute, veti incrociati, misteriose firme d’accettazione svanite nel nulla, inutili vestiti da cerimonia, mazzi di fiori di troppo», esce allo scoperto per esternare un dubbio.
«Il dubbio – commenta Paparo – è che non siano all’altezza della situazione: una cosa del genere non si era mai vista, penso che ci siano questioni importanti da affrontare e ritengo che la città non meriti questo spettacolo». «Pare evidente – aggiunge il candidato al ballottaggio – che in questo momento a prevalere non siano tanto le esigenze dei piacentini, quanto l’attaccamento alle poltrone». «Dosi – conclude Paparo – è in balia di tutto questo e l’impressione è che il sindaco non riesca a venirne fuori».

Staremo a vedere cosa accadrà nella bella Piacenza, la città di Pierluigi Bersani, da oltre dieci anni in mano al PD ma che non sembra offrire un modello da seguire per l’eventuale discesa in campo del segretario come premier nel 2013.

Stefano Bassi

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