(di Salvatore Primiceri)* – E’ Natale, tutti a tavola! Siamo pronti all’abbuffata natalizia? Gli indizi ci sono tutti: file ai supermercati, carrelli pieni di ogni cibo e bevanda, smartphone pronti a immortalare ogni delizia della propria tavola e condividerla col mondo, trasmissioni di cucina in ogni canale televisivo…
Il banchetto è luogo di gusto e piacere ma, soprattutto, di convivialità. Non rischiamo quindi di trasformarlo in una passione senza limite. Di fronte al cibo, infatti, occorre porsi con rispetto e umiltà; rispetto per chi non ne ha e umiltà per la consapevolezza di averne.
Nell’antichità Plutarco** ricorda a quanti stanno per porsi davanti ad una tavola imbandita a festa come “bisogna guardarsi dagli eccessi del mangiare e del bere“. Socrate invita ad astenersi dal cibo in eccesso, a non mangiare quando si è sazi e a non bere se non si ha sete. Socrate insegna a subordinare il piacere alla necessità in quanto la squisitezza dei cibi conviene alla nostra natura in quanto ingrediente nutritivo e bisogna godere dei cibi necessari o piacevoli finchè si ha appetito, senza provocarne da sé altri dopo aver soddisfatto quelli normali. Epicuro raggiunge la felicità godendo a pieno delle cose semplici ed essenziali, mangiando i sani frutti del proprio orto.
Platone affronta l’argomento della lotta contro le passioni e delle conseguenze che ci occorrono quando i desideri che scendono nel corpo lasciano più forti e gravi danni in cambio dei deboli ed esili piaceri goduti.
Così, ci ricorda nuovamente Plutarco, non ci siamo mai pentiti di aver rifiutato qualche cibo o aver bevuto solo acqua al posto del Falerno (vino pregiato). Catone, infine, afferma come sia difficile governare e contrastare uno stomaco sfrenato e senza orecchie.
Insomma, mangiare e bere è sì una necessità e un piacere, ma va affrontato con la giusta dose e moderazione, anche nell’atteggiamento con cui ci poniamo di fronte ad essa.
Ricordiamoci che il Natale è il simbolo del dono, inteso come forza gentile e altruista che permette a chi ha di donare a chi non ha. Il Natale ci ricorda l’animo sociale dell’essere umano, quel bisogno di stare tra la gente e aiutarsi collaborando reciprocamente tutti per il bene di tutti. La nostra società sembra dimenticarlo spesso ed, in tempi di crisi come quelli odierni, è il caso di riflettere un po’ di più e riacquistare quel buon senso e desiderio di equità che ci dovrebbe contraddistinguere dalla nascita.
Fatto saldo tutto ciò, la festa può avere inizio. E lo stesso Plutarco ci suggerisce cosa mangiare per stare bene. Egli parla di qualità dei cibi: ci dice che carne, formaggio, fichi secchi, uova sode devono essere imbanditi con cautela, preferendo quelli magri e leggeri. Quindi bene ortaggi, volatili e pesce magro. Basterebbero queste pietanze, dice Plutarco, a soddisfare l’appetito senza gravare il corpo. E’ meglio abituare il corpo a non sentire il bisogno di carne in aggiunta ad altri cibi; la terra, infatti, offre largamente molte sostanze che oltre a nutrire procurano anche benessere e piacere, alcune pronte da sé, senza doverle elaborare, altre insaporite con una grande varietà di allestimenti e misure.
Per Plutarco l’uso sfrenato della carne è un’abitudine diventata natura. Non si deve quindi soddisfare l’appetito divorando carne come lupi e leoni, ma usarne come sostegno e contorno agli altri alimenti. Plutarco dispensa consigli anche sul bere ricordando come l’acqua non fredda abbia un impatto mite col nostro corpo restituendo benessere, al contrario del vino, che se assunto in modo eccessivo, diventa impetuoso, violento e penetrante.
Ed infine, un consiglio a chi si ritrova ad avere improvvisamente tanti ospiti alla propria tavola e teme di non aver cucinato a sufficienza per soddisfare tutti: dite di “lasciare spazio per la torta”, come disse segretamente re Filippo ai suoi amici commensali quando si recò a un banchetto e comprese di aver messo in difficoltà il padrone di casa.
E comunque vada… non dimentichiamoci di lasciare spazio al Natale nel suo spirito originario. Buon Natale a tutti!
Salvatore Primiceri
* Articolo originale pubblicato su www.buonsenso.eu
**I riferimenti storici e filosofici e le traduzioni sono basati sul testo “La Vita Felice”, Plutarco, a cura di Carlo Carena, Einaudi 2014.
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