(di Giulio Perrotta) Il Governo vuole fare sul serio e vuole imbavagliare l’informazione con la c.d. “legge bavaglio”. Nel dettaglio, il M5S protesta vivacemente in sede di Commissione Giustizia della Camera, per fermare l’approvazione dell’emendamento del Nuovo Centro Destra (NCD) di Alfano che introduce nell’ordinamento giuridico italiano la norma che permetterà di sanzionare penalmente la condotta del giornalista o del Direttore di Testata che decide di pubblicare il testo di un’intercettazione telefonica.
Le sanzioni previste sono la reclusione nell’ipotesi più grave e la multa in tutte le altre circostanze; tuttavia, le somme sono talmente alte che un giornalista “non coperto” da una testata giornalistica importante, non potrà permettersi di continuare la sua attività professionale.
Il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio è sicuro che la priorità del paese non è sicuramente questa e trova illegittimo il tentativo della classe politica corrotta di mettere il bavaglio all’informazione, l’unico mezzo per far conoscere ai cittadini l’operato illecito di molti esponenti delle istituzioni.
Guarda caso, continua l’intervista di Di Maio al microfono di Vilma Moronese (Il Fatto Quotidiano), tutto questo accade dopo aver scoperto grazie alle intercettazioni gli incresciosi episodi di mala-politica del Presidente della Sicilia Crocetta che al telefono non contestava affermazioni del tipo “Lucia Borsellino deve fare la stessa fine del padre”, o ancora Renzi e Adinolfi su Letta e poi sul figlio di Napolitano (Giulio).
Renzi non ha interesse nella diffusione delle intercettazioni, essendo alleato di Alfano, rappresentante di quel partito che ha visto il tentativo di arresto di due suoi senatori (in tema di immigrazione e sanità), e i tentativi di accordo con Denis Verdini, al suo quinto rinvio a giudizio. Nonostante tutto, se volesse, il Premier potrebbe fermare questa “porcata”.
E così si grida allo scandalo, soprattutto perché quegli stessi parlamentari che inveivano contro Berlusconi e scendevano in piazza per impedire i suoi tentativi di imbavagliare l’informazione e di pubblicare le intercettazioni, oggi sono i primi promotori.
<<E’ l’Italia dei due pesi e delle due misure>>, continua Di Maio.
Il collega di Movimento, il deputato Ferraresi rincara la dose ricordando che se dovesse realizzarsi il contenuto di questo emendamento, le intercettazioni rimarrebbero nelle mani di pochi, garantendo così tutta una serie di situazioni che permetteranno l’abuso del diritto.
Siamo, insomma, davanti all’ennesima prova che la politica è lontana dai cittadini e dopo Mafia Capitale, il dialogo tra Matteo Renzi e Adinolfi per salire al potere (in danno a Enrico Letta), il segreto svelato di Giulio Napolitano (figlio dell’ex Presidente della Repubblica) e il rolex al figlio di Maurizio Lupi, la sensazione che aleggia è una: la piovra ha tentacoli ben più lunghi e resistenti di quanto fino a poco tempo fa si potesse pensare.
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