E’ deceduto ieri a 55 anni l’ex nazionale colombiano Freddy Eusébio Gustavo Rincón Valencia, per tutti Freddy Rincón . Il campione colombiano è spirato all’Imbanaco Clinic di Cali dove era stato ricoverato 2 giorni a seguito di un terribile incidente stradale che ha coinvolto l’auto sulla quale viaggiava Freddy e un autobus: le fratture multiple e le lesioni cerebrali riportate nell’impatto si sono rivelate troppo gravi.
Freddy apparteneva alla generazione d’oro del calcio colombiano che fece grande la nazionale dei cafeteros con giocatori quali Valderrama, Asprilla e Higuita.Quella nazionale fu capace di qualificarsi per 3 volte di seguito ai Mondiali, di sconfiggere 5-0 l’Argentina, di qualificarsi per la prima volta alla fase ad eliminazione di un Mondiale (Italia ’90 e con il gol decisivo segnato alla Germania Ovest proprio da Rincón) e di centrare 2 terzi posti in Coppa America.
A livello di club la carriera di Freddy (soprannominato El Coloso per la sua altezza che superava i 190 cm) si è svolta prevalentemente in Sud America con l’America de Cali (con cui vinse due campionati colombiani) e con i brasiliani del Palmeiras e, soprattutto, del Corinthians dove giocò oltre 150 partite. Freddy tentò anche l’avventura europea a metà anni ’90: giocò, bene, nel Napoli nella stagione 1994-1995 dove realizzò 7 gol in 28 partite, prima di tentare il grande salto l’anno successivo nel Real Madrid, dove però faticò moltissimo anche a seguito della deludente annata in cui incapparono gli spagnoli.
Se nella prima parte della stagione madrilena, Rincón (voluto dal tecnico delle merengues Valdano) riuscì comunque a ritagliarsi un pò di spazio, con l’arrivo in panchina di Arsenio Igleasias ad inizio 1996, di fatto sparì dalla circolazione venendo molte volte non convocato o relegato ad entrare negli ultimi minuti. Con gli spagnoli disputò in tutto 21 partite, diventando il primo colombiano a giocare in Champions League, senza trovare mai la via della porta, se non in amichevole. Terminata la stagione, Freddy prese la via del Sudamerica, riscattandosi alla grande in Brasile prima di ritirarsi nel 2004 (salvo un fugace ritorno proprio all’America di Cali tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013). Tentò poi con poco successo la carriera di allenatore e, successivamente, quella di commentatore di calcio in TV, rimanendo anche invischiato in un’inchiesta dell’Interpol per riciclaggio di denaro a Panama e come possibile prestanome di un boss del narcotraffico.
Rincón è stato ricordato oggi con moltissimi messaggi di affetto da parte dei suoi tifosi e delle società che ancora lo ricordano per la sua qualità, tra cui Napoli e Real Madrid.
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