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thewhitequeenIn questa epoca di crisi il bene più prezioso è il nostro tempo. Sprecarlo è un crimine la cui pena è una condanna alla noia e al rimpianto. Buona la prima è la rubrica di analisi dedicata alle serie TV con lo scopo di aiutarvi nel ginepraio di proposte e offerte con cui le emittenti italiane e straniere vi tentano…attentando al vostro limitatissimo tempo libero. Se il buongiorno si vede dal mattino, una buona stagione televisiva si decide quasi sempre dalla prima puntata. Se è “Buona la prima”, ve lo dice solo L’altrapagina.it 

Circolano tante leggende sui libri. Una delle più interessante racconta che se si cercasse di trarre un libro o un film dalla vita di un uomo, chiunque esso sia, nessuno lo pubblicherebbe o produrrebbe, perché il risultato finale sarebbe così assurdo e assolutamente incredibile da apparire poco verosimile; non tanto nelle vicende, quanto negli intrecci e nelle casualità ricorrenti che si vengono a creare. Ogni uomo (o quasi) vive quindi una vita incredibile, che sia essa incredibilmente positiva o negativa o semplicemente, come spesso accade, complessa e densa di variabili stati d’essere.
Se questa regola è validissima in tempi moderni (provate a pensare alla vostra vita) lo era ancora di più nel passato, in cui regni e imperi nascevano e morivano tra un’alba e un tramonto e le guerre, quasi come le faide che le generavano, sembravano non finire mai.
Come ad esempio la Guerra delle due rose (così chiamata per il contenuto degli stemmi dei due casati coinvolti, per l’appunto una rosa bianca e una rosa rossa), che durò trent’anni, dal 1455 al 1485, e che vide contrapporsi Lancastar e gli York per il trono d’Inghilterra.
Al centro di questa contesa, così abilmente raccontata nella serie televisiva inglese The White Queen, troviamo Elisabetta Woodville, figlia di un proprietario terriero  e sposa di Edoardo IV, re d’Inghilterra.
La serie, andata in onda su BBC ONE e, in Italia, su Sky One, sulla falsa riga del Trono di Spade, mette al centro della narrazione una serie di intrighi politici, non solo ispirandosi, ma anche cercando di restare storicamente fedele, alle complesse vicende che sconvolsero le terre di Albione in quegli anni. Le vicende hanno  tuttavia una seconda ma non secondaria fonte di ispirazione, essendo, sostanzialmente un adattamento di tre romanzi del ciclo de La guerra dei cugini di Philippa Gregory, autrice, tra l’altro, anche del libro L’altra donna del re, da cui nel 2008 venne tratto un omonimo film con Natalie Portman.
Concepita come una miniserie, si conclude al decimo episodio di prossima uscita.
Gli ascolti, alti nella prima puntata, hanno poi subito un costante calo, tanto da non far cambiare idea al network rispetto alla posizione iniziale di farne una sola stagione.
Buona la prima? Ardua la risposta.
Se da un lato la serie si snoda su uno scenario estremamente affascinante, arricchito da una componente esoterica introdotta dalla brava romanziera per aggiungere quel po’ di pepe che mai deve mancare, l’interpretazione di alcuni dei personaggi principali come Rebecca Ferguson e Max Irons è davvero piatta.
La fotografia, forse volutamente, forse ingenuamente, è  molto scialba e ogni singola scena sembra girata in totale e costante assenza del sole.
Se cercate un valido sostituto di Game of Thrones, dovrete cercare altrove.
Certo, non si può non rimanere rapiti nella visione di questo prodotto se si pensa che al 90% si tratta di vicende realmente accadute centinaia di anni fa e che se allora, sembravano al centro del mondo, oggi sono dai più dimenticate.
Da provare, ma solo se siete davvero appassionati di serie tv d’ambientazione storica.

Andrea Mazzotta

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