Correva il 1958 quando al Brookhaven National Laboratory, negli Stati Uniti, fu presentato il primo prototipo di videogioco, Tennis for Two, il primo esperimento di programma elettronico con una finalità videoludica.
Da quel giorno, che oggi ci appare così lontano, acqua sotto i ponti ne è passata e oggi il videogioco, o l’attività del gaming se preferiamo usare un termine inglese, è diventato da passione per nerd e affini ad attività quotidiana per milioni di persone nel mondo, tanto da diventare il settore dell’intrattenimento con più margini di crescita: un successo senza paragoni.
Eppure, la storia dei videogiochi è costellata di periodi oscuri e momenti di crisi che sembrava avrebbero messo KO il settore. Per esempio chi, nel 1983, l’anno della grande crisi, avrebbe mai pensato che oggi saremmo stati circondati da un parco titoli praticamente infinito, con giochi per console, per smartphone e per PC destinati alle categorie più diverse, dagli appassionati duri e puri a chi non vuol altro che passare qualche momento di relax? In pochi, probabilmente, eppure siamo qui.
Un anno determinante per la storia dei videogiochi è stato il 1972, quando una delle aziende simbolo del settore, Atari, fece uscire Pong, uno dei giochi più famosi al momento che diede vita al fenomeno degli arcade. Con Home Pong, poi, Atari lanciò il fenomeno delle console da videogiochi casalinghi; a dire il vero, la casa di Nolan Bushnell (il geniale fondatore di Atari) era arrivata per seconda, visto che già nel 1972 era nata la Magnovox Odyssey, considerata la prima console casalinga.
Nel 1977, arriva l’Atari 2600, forse la prima console casalinga di successo, che ottenne un riscontro clamoroso in tutto il mondo, tanto da convincere la casa videoludica a continuare la produzione fino al 1992, quando la 2600 era ormai quasi preistoria. Il 1978 è un altro anno storico, visto la casa giapponese Taito ha l’intuizione di produrre un gioco ambientato nello spazio con meccanismi di gioco tanto semplici quanto avvincenti: Space Invaders diventa uno dei giochi più famosi della storia, un capolavoro di giocabilità che ancor oggi, nonostante i decenni passati, fa ancora la sua figura in mezzo a titoli sofisticati, open world e iperrealistici.
Gli anni ‘80 si aprono con un’altra leggenda dei videogiochi, Pac-man, più che simbolo incarnazione stessa del concetto di “videogiocare”, ma la crisi è dietro l’angolo: come accennato, il 1983 è l’anno più nero della storia dei videogiochi. “L’Atari shock”, com’è conosciuta la crisi, fu causata dalla saturazione del mercato, pieno zeppo di giochi di bassa qualità ma non di altrettanti videogiocatori.
A dimostrazione, il fallimento di E.T., la trasposizione per l’Atari 2600 del film di Spielberg, realizzato in fretta e furia e considerato uno dei peggiori, se non il peggiore, gioco della storia. La leggenda delle copie invendute seppellite nel deserto è ancora viva.
Ma il settore era ancora vivo e il riscatto covava sotto la cenere della crisi. Una casa videoludica giapponese, la Nintendo, aveva già lanciato il primo platform della storia, Donkey Kong, in cui il protagonista sarebbe diventato, insieme a Sonic della Sega, uno dei personaggi più noto del mondo videoludico: l’idraulico Mario, gran protagonista di uno dei platform più belli e famosi, Super Mario Bros.
Il Nes, dalla metà degli anni ‘80 ai primi anni dei ‘90, divenne la console più venduta della sua epoca (oltre 60 milioni di copie). Intanto, si affermavano anche i rivali della Sega, col Master System prima e col Megadrive poi, e con una collezione di giochi invidiabile, simile per qualità e quantità a quella della console rivale, il Super Nes.
Poi, a metà anni ‘90, arriva la rivoluzione PlayStation: la Sony lancia una delle console più iconiche della storia, puntando, a differenza dei rivali, sul CD come supporto fisico per i videogiochi. A Sony risponde Microsoft, che lancia la Xbox, in una sfida che continua ancor oggi, con la PlayStation 5, quasi introvabile, contro le series X di Xbox.
E poi? E poi, in mezzo altre mille piccole rivoluzioni, l’affermarsi degli smartphone. L’arrivo degli smartphone e la crescente popolarità dei videogiochi hanno raggiunto persone fino a pochi anni fa “esclusi” dall’ambito dei videogiochi: pensiamo a tutti i titoli nati per il mobile game, come Angry Birds e Candy Crush, pensiamo alle app per i giochi da casinò, come quella proposta da PokerStars Casino, con cui giocare ai tipici passatempi come la roulette.
Il futuro è un mercato in crescita, tra eSport, cloud gaming e miglioramento dell’Intelligenza Artificiale, che faranno del settore gaming il motore trainante del settore dell’intrattenimento. Mai come oggi è vero il detto “Il meglio deve ancora venire”.
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