Sarà visitabile al Museo di Storia Naturale di Milano dal 2 al 27 Aprile la mostra “Breathtaking” di Fabrizio Ferri.
“La plastica più che una sostanza è l’idea stessa della sua infinita trasformazione”, così alla fine degli anni cinquanta scriveva Roland Barthes arrivando a classificarla tra i miti della società contemporanea. Se ci pensiamo infatti il lemma stesso deriva da una parola greca “plassein” che altro non vuol dire che modellare una sostanza morbida. Allo stupore e alla versatilità, la plastica (soprattutto grazie ai caroselli e alle pubblicità che accompagnano nel panorama italiano il boom economico) questa sostanza diventa simbolo di comodità moderna oltre che sviluppo economico. Spesso vista anche con diffidenza a causa della sua natura artificiale, arriva comunque piano piano a diventare diffusa in tutto il nostro pianeta.
Da quest’ultimo aspetto arrivano delle preoccupazioni etiche legate soprattutto all’inquinamento perché questa sostanza purtroppo sta provocando allo stesso tempo un danno ambientale che in alcune aree è arrivata a mettere seriamente a rischio la sostenibilità della vita stessa. Verso la fine degli anni ’80 alcuni scienziati scoprirono e in seguito comunicarono al mondo l’esistenza di isole di plastica grandi quanto intere nazioni. La maggiore preoccupazione oggi arriva anche pensando alla degradazione del materiale fino alle micro e nano plastiche , frammenti piccolissimi che possono essere trasportati ovunque arrivando a raggiungere gli esseri umani.
Da queste riflessioni e non solo arriva il progetto BREATHTAKING – un’installazione ideata e realizzata da Fabrizio Ferri – una riflessione sull’effetto devastante delle plastiche e delle microplastiche negli oceani. Un’opera che riesce ad evidenziare come l’inquinamento dei mari possa provocare delle conseguenze letali per la nostra vita. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Comunce di Milano-Cultura e prodotta a New Yotk. Per riuscire al meglio ad arrivare a più persone possibili Ferri ha realizzato una serie di drammatici ritratti di famosi talenti internazionali asfissiati dalla plastica come ad esempio : Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Julianne Moore, Isabella Rossellini, Susan Sarandon, Naomi Watts ed altri. Queste personalità si sono aggregate al progetto immediatamente in modo sentito. Ogni stampa è stata realizzata in grande formato ed appesa su una parete completamente nera trafitta da due chiodi in ferro battuto, forgiati a mano.
Lo spettatore sarà completamente immerso all’interno dell’installazione dove al centro vi sarà collocata una bara di vetro trasparente riempita d’acqua. Il silenzio assordante degli abissi , la vulnerabilità degli ecosistemi acquatici e di conseguenza della vita stessa.
Ad arricchire questo progetto già così di forte impatto vi è anche il contributo di Marina Abramovich che ha cercato di riprodurre l’assenza di suono del silenzio degli abissi attraverso delle speciali cuffie insonorizzanti. Un’arte che cerca di mettere a fuoco una grande ed importante tematica, che come vi raccontavo poco fa ha inizio dagli anni ’50 dello scorso secolo.
Fabrizio Ferri risponde alle nostre domande, parlandoci di fotografia, dell’installazione BREATHTAKING e non solo:
LINK: https://youtu.be/1af_qDWNdbI
Messua Mazzetto
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