(di Enrico Sirotti Gaudenzi) – Le dichiarazioni rilasciate da Ignazio Visco, relativamente al fatto che il Governo stia riflettendo in merito alla possibilità di rivedere il possibile utilizzo del fondo interbancario, mi lasciano alquanto perplesso e trovo siano del tutto irrispettose nei confronti di quei risparmiatori che si sono visti sfumare il loro futuro proprio a causa di un provvedimento fortemente voluto dal Governo Renzi-Boschi.
Dello stesso tenore appaiono le affermazioni del deputato del PD, Sandro Bratti, quando annuncia l’intenzione di voler procedere ad un’interrogazione parlamentare per chiarire il senso di quelle stesse frasi. Ricordiamoci, infatti, che lo stesso PD, nel momento in cui tutti invocavano l’utilizzo del fondo interbancario per salvare i quattro istituti di credito risolti a novembre del 2015, sostenne con fermezza che non si poteva fare!
Al contrario Forza Italia da sempre si è preoccupata della reale sorte dei risparmiatori. Non a caso sono numerosissime le interrogazioni ed interpellanze parlamentari presentate da due noti esponenti, l’On.le Elio Massimo Palmizio e l’On.le Renato Brunetta, in merito alla vicenda delle quattro banche interessate dal d.l. n. 183/2015 e, in particolare, alla vicenda Carife.
Trovo che le dichiarazioni di Visco altro non rappresentino se non la semplice realtà dei fatti: ebbene sì, un Governo schiavo d’Europa e delle sue regole in ambito bancario e di aiuti di Stato!
Oggi il risparmiatore si muove nello scenario del credito con grande incertezza, non conoscendo più le regole del “gioco” e del risparmio che spesso il Governo (con l’utilizzo di decreti legge o decreti legislativi) repentinamente va a mutare a volte in modo contraddittorio.
Ricordo, infatti, che la normativa in ambito bancario è caratterizzata da una disciplina che negli ultimi due anni è stata vista e rivista a causa dei numerosissimi provvedimenti normativi che si sono succeduti per cercare di risolvere alcune questioni relative alla crisi nel settore bancario. Nonostante i molteplici provvedimenti adottati il Governo purtroppo non è riuscito a risolvere alcuna problematica: il d.l. n. 183/2015 (decreto salva-banca) ha sortito i dolorosi effetti con la risoluzione della quattro banche coinvolte dal provvedimento; le riforme sulle banche di credito cooperativo, attuate con la l. n. 49/2016, hanno snaturato le realtà bancarie e creditizie che erano radicate nei vari territori a danno dei piccoli imprenditori che avevano stabilito un rapporto di fiducia tra banca e cliente; la riforma delle banche popolari è viziata da profili di incostituzionalità attualmente al vaglio della Corte costituzionale; infine, il fondo Atlante, si è dimostrato uno strumento inidoneo ed utilizzabile solo per qualche piccola “bancarella”.
Questi provvedimenti, però, oltre ad essere – spesso e volentieri – carenti e contraddittori hanno di fatto deciso le sorti dei diversi istituti di credito e dei relativi risparmiatori, prima in un modo, adottando rigidamente le disposizioni provenienti dall’Europa poi, in un altro modo, adottando disposizioni per consentire il loro salvataggio, aggirando quello stesso divieto sugli aiuti di Stato e facendo ricadere così su tutti i contribuenti l’eventuale loro salvataggio (mi riferisco a MPS ed al decreto “salva risparmio”).
Quello che è certo è che prima si sono lasciati saltare (il termine esatto è “risolvere”) gli istituti di credito (mi riferisco alla vicenda delle quattro banche) e poi, ora, si parla di regole “nuove”, graduali e di aiuti pubblici.
Forse, le parole di Visco ci volevano anticipare una nuova presa di posizione, relativamente alla questione delle banche venete, a discapito, ancora una volta, dei risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti.
Mi pare che una dura critica debba essere, ancora una volta, mossa nei confronti del Governo e della Banca d’Italia! Il Governo, infatti, non solo ha sottovalutato le conseguenze disastrose provocate dalla risoluzione dei quattro istituti di credito ma ha anche evitato di percorrere qualsivoglia strada alternativa a quella indicata dall’UE rispettando con troppo rigore il contenuto delle direttive europee; la Banca d’Italia, lunga mano del Governo, non ha mosso mai un dito in questa direzione, tollerando l’operato contraddittorio del Governo.
Enrico Sirotti Gaudenzi
Avvocato
Esperto di diritto bancario e tutela del credito
Responsabile giustizia Forza Italia Emilia Romagna
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