(di Salvatore Primiceri) – Il monopolio SIAE è ormai scardinato nei fatti. Dopo l’ingresso sul mercato della società italo-britannica Soudreef la quale è riuscita ad annoverare tra i suoi artisti tutelati anche il celebre rapper Fedez, anche la società italiana Patamu ha annunciato l’avvio del servizio di intermediazione del diritto d’autore ponendosi così come nuovo competitor di SIAE.
L’annuncio è stato dato ieri (27 maggio) da Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu, azienda che finora si era occupata di servizi legati alla tutela del plagio e di assistenza legale agli autori.
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il monopolio della SIAE aggiungendo tra i suoi servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori.
Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia” dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle normative europee.
Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a beneficio sia degli artisti che del gestore.
I concorrenti di SIAE puntano su efficienza, trasparenza, rendicontazioni puntuali e pagamenti veloci. Insomma tutti i punti su cui SIAE è stata spesso contestata persino da parte dei suoi stessi associati.
La concorrenza è realtà. Ora attendiamo che il governo italiano ne prenda atto e produca una riforma in senso liberale del diritto d’autore.
Salvatore Primiceri
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