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Di: Lesath

Iniziamo con qualche numero.

Perché è attraverso loro che alcune persone riescono a trovare un sentore di quiete e tranquillità nei momenti in cui si ha a che fare con emozioni sconvolgenti e drastiche.

Lo spiega lo stesso soldato Green durante una dichiarazione: i numeri lo calmano anche quando sono legati alla sua disgrazia. Numeri come il tre, le ore trascorse dopo la prima uscita in missione prima che un ordigno scoppiasse sotto il mezzo corazzato su cui viaggiava nel mezzo del deserto dell’Iraq, costringendolo per sempre su una sedia a rotelle.

E allora proviamo a dare qualche numero legato all’invasione irachena da parte delle forze statunitensi iniziata nel 2003 con lo scopo di porre fine al governo di Saddam Hussein. 36.000 come i soldati americani rimasti morti o feriti. 1.000.000 come quello invece degli iracheni. 0 il numero di armi di distruzione di massa trovate dopo l’intervento. Questi sono solo alcuni dei dati che vengono forniti alla fine del film Attacco alla verità, Shock and awe in originale, per denunciare una storia fatta di ingerenze e di prove mai convincenti.

Ispirato a una storia veria, la pellicola racconta il lavoro di due giornalisti al soldo del gruppo editoriale Knight Ridder alla ricerca di informazioni e dichiarazioni per approfondire l’argomento interventista dell’amministrazione Bush e, diversamente da colleghi firme di quotidiani dai nomi più altisonanti e dalle tirature più ampie, mettere in dubbio una situazione che non li convinceva affatto. Perché di note stonate ce ne sono, a partire da un ipotetico accordo tra Bin Laden e Saddam Hussein, due figure di fatto avversarie; non convincono neanche le caratteristiche tecniche di alcune attrezzature che il regime avrebbe voluto impiegare per dotare l’Iraq della bomba atomica, essendo di fatto non idonee a quel tipo di lavorazione. Di fatto sembrerebbe che l’intelligence invece di trovare una tesi sulle prove individuate, cercasse queste ultime a supporto della prima.

Attacco alla verità mette in evidenza la difficoltà del giornalistmo d’inchiesta, gli ostacoli da superare con il rischio di lavorare per lungo tempo a qualcosa che poi non è neanche possibile pubblicare, a supportare argomentazioni anche quando impopolari o scomode, ad avere il coraggio di perseguire una giusta e veritiera informazione. Accanto a questo il film fornisce anche alcune utili nozioni per meglio comprendere una situazione che coinvolge non solo uno stato, ma un’intera area geografica di fatto ora completamente destabilizzata.

Un tema scomodo e difficile che andava però affrontato, per quanto impopolare. Per meglio coinvolgere il pubblico, la produzione non ha lesinato sui nomi di attori apprezzati: Woody Harrelson (Benvenuti a Zombieland, Now you see me), Tommy Lee Jones (Il fuggitivo, Men in black), James Marsden (The loft, X-men), Milla Jovovich (Resident evil, A perfect getaway) e Jessica Biel (Total recall, Next). Nell’ora e mezza di pellicola sono poi presenti anche alcune riprese originali di dichiarazioni e conferenze dei veri protagonisti di quei fatti: il presidente George W. Bush, il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice, il segretario di stato Colin Powell e il segretario della difesa Donald Rumsfeld.

In questo modo Attacco alla verità diventa una testimonianza di vero giornalismo, della continua e costante ricerca della verità a cui si arriva solo dopo ragionamenti, prove, ma soprattutto grazie a fonti da proteggere e a cui garantire l’anonimato; ma è anche un equilibrio delicato dove il sensazionalismo e le informazioni apprese vanno verificate e controllate, perché scrivere e fare informazioni è un modo per influenzare l’opinione pubblica e in certi casi anche di controllarla per avere un margine di manovra più ampio.

Titolo: Attacco al potere

Distributore: Koch Media

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