L’uomo ha da sempre sognato di viaggiare nello spazio, così da poter esplorare e magari anche colonizzare il sistema solare o addirittura per spingersi oltre, arrivando a scoprire i segreti di una galassia e di un universo che celano ancora troppi misteri. Se la terza legge di Clarke evidenzia come “qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”, allo stesso modo potremmo dire che la fantascienza è solo la rappresentazione di costrutti ancora non scoperti. Questo desiderio di superare i propri limiti lo si rivede anche nella storia dell’esplorazione spaziale: per quanto sia poco noto, l’uomo si è già spinto oltre i confini del nostro stesso sistema solare arrivando nello spazio profondo; è il caso delle sonde Voyager che, con un viaggio durato più di quarant’anni, dopo aver visitato molti pianeti che orbitano attorno alla nostra stella, stanno fornendo preziose informazioni agli scienziati sulla Terra delle caratteristiche dello spazio oltre l’eliosfera.
Il viaggio spaziale è da lungo tempo un sogno dell’uomo, figlio della sua esigenza di esplorare, di soddisfare la propria curiosità e di cercare avventura. Queste premesse hanno spinto l’esplorazione via mare e nelle profondità dell’oceano, lo hanno convinto ad avventurarsi sulla Luna e su Marte. Sol III (noto anche come Terra) è un granello di sabbia troppo piccolo per contenere la curiosità che l’essere umano nutre per tutto quello che lo circonda. Sogni che si traducono in trasposizioni all’interno di storie in cui l’uomo si dedica all’esplorazione spaziale, sfruttando quasi sempre come mezzi di trasposto le astronavi. Ogni storia, che si tratti di un film, di un romanzo o di un fumetto, ha le sue navi spaziali studiate appositamente per le esigenze della missione. Da quelle che devono trasportare coloni per dare vita a nuovi insediamenti, a quelle che sono meri trasporti merce, da mezzi da combattimento a laboratori mobili per la ricerca scientifica. E ancora: navi che possano viaggiare più rapidamente della velocità della luce, navi che viaggino per decenni o secoli tenendo l’equipaggio ibernato, navi piccole o gigantesche.
Un viaggio ricco di fascino che attraversa decenni di storie e di cultura popolare che permette di comprendere meglio gli studi presenti dietro ogni racconto. Se in Star Trek ogni nave è diversa, esistono comunque degli elementi distintivi per permettere allo spettatore di comprendere a una prima occhiata l’appartenenza del vascello; Federazione Unita dei Pianeti, Impero Klingon, Unione Cardassiana o Collettività Borg: tutte le navi hanno peculiarità uniche che le rendono diverse dalle altre. In Star Wars invece troviamo astronavi di ogni genere: da piccoli caccia monoposto a incrociatori stellari fino a giungere alla mastodontica Morte Nera, una base spaziale dalle dimensioni pari a una piccola luna.
Con Astronavi, il volume scritto da Michele Tetro e da Roberto Azzara edito da Odoya, possiamo affrontare una approfondita analisi di molte di queste astronavi che sono spesso vere protagoniste delle storie narrate, scenografia di fondo, ambientazione o addirittura vero e proprio personaggio con cui interagire in un modo o nell’altro. Tra le sue pagine è possibile comprendere i dettagli tecnici, distributivi, elementi distintivi e curiosità delle diverse strutture e di come sono state pensate.
Una piccola enciclopedia legata alla fantascienza che altro non è che una ghiotta leccornia per gli amanti del genere, capace di affrontare i casi più noti ma anche quelli più anomali, come nel caso del Tardis di Doctor Who, una macchina che attraversa tempo e spazio dalla assurda forma di cabina inglese della polizia.
Gianfranco Broun
Titolo: Astronavi
Autori: Michele Tetro, Roberto Azzara
Editore: Odoya
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